More nere in riva al mare
un bel mucchio di lavoro
sembra fico sgrappolare
ma è un temibile tesoro;
tra le spine in mezzo ai rovi
cerchi scruti e poi le trovi.
Spesso son rinseccolite
appassite o striminzite
e non buone perché dure;
qualche volta son mature,
un po' troppo
e le più belle cadon giù
come le stelle,
addio care...
non le puoi prendere più.
Se rosseggiano anche un poco
che col nero sembran fuoco
sono belle da vedere
ma son aspre, per piacere
e neppure i dolcificanti
sanno renderle allettanti;
ma se riesci nell'impresa
sarà dolce la sorpresa
la squisita marmellata
è il pass della giornata,
un'aroma ti accarezza
e ti bacia anche la gola:
un portento, unica e sola!

Mi sento un pò acqua di Serchio
che finisce in mare a Ferragosto

come le more colte nsulla via
finiscono in marmellata e cosi sia

torneranno le rondini a volare
e dai fili della luce a scaazzare

e come un tale in Baldinacca nato
e unnè ndovinò una punto e a capo.

Fiore di bosco,
tra sudore puzzi pinzi e "cicale": è ferragosto!
Queste rime sono così tanto carine che più non oso, mi prendo una sosta;
mi sovviene chetarmi e aspettare un'altra foto, ma quanto mi costa!