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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
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per pubblicare scrivere a spaziodonnarubr@gmail.com
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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A cura di Erminio Fonzo
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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AGOSTO: A TUTTA FORZA!

16/8/2021 - 15:01



La leggenda racconta che Eracle in fasce, abbandonato da una ninfa amante di Zeus, fu raccolto da Era che lo attaccò al suo divin seno. Il piccolo aveva già parte della sua forza straordinaria e questa, unita alla fame, fece sì che il succhiare si mutasse in mordere facendo infuriare la dea che, ferita(?), respinse sulla terra il neonato versando in mare gocce del suo latte che si tramutarono nel  fiore “pancrazio” (pan = tutto e crazios = forza, potenza). L’aggettivo “marittimo” non ha bisogno di spiegazioni. 

Ora è una pianta protetta dato il suo particolare habitat e il suo modo di riproduzione.
Torniamo sulla nostra spiaggia (ovviamente marittima).
Il giglio di mare, nome più noto e “casareccio”, è conosciuto già da lunghissimo tempo ai nostri vecchi fruitori della spiaggia di là, quella di San Rossore, che lo hanno sempre ammirato e rispettato, senza imposizioni e divieti, come simbolo dell’estate e della resistenza al calore della sabbia. Le antiche dune di San Rossore lo hanno avuto da sempre si può dire ed ora il pancrazio si incontra anche a Marina di Vecchiano.

Qui riprendo la  sua “propagazione” cercando di spiegare questa nuova presenza. Sulle “nuove” dune il giglio è arrivato in due modi: il più semplice è il suo leggero seme che il vento ha fatto volare in mare che lo ha trasportato a nord con la sua nota corrente e le onde poi fatto spiaggiare e l’avanzamento del litorale poi ricoperto,  oppure l’erosione della spiaggia di San Rossore ha scavato i bulbi da sud esportandoli a nord dove hanno avuto la stessa sorte dei semi.
Un fattarello: quando sono stato in San Rossore a fotografare il giglio dall’alto di una duna, ho visto una coppia che stava tornando da una passeggiata sulla battigia e che gesticolava verso di me in modo strano; li ho riconosciuti per due vecchi amici e sono andato verso di loro. Lui è rimasto sorpreso di vedermi, era da tanto che non ci incontravamo, e mi ha spiegato che stava dicendo alla moglie che “un disgraziato” stava raccogliendo i gigli e che doveva trovare il modo di chiamare le guardie del parco per denunciare lo scempio. La cosa mi ha fatto un enorme piacere per vedere e sapere che esistono persone sensibili “di natura”.
Chi mi conosce sa che sono “abbastanza-tanto” campanilista e allora chiudo con: non potevano non essere che migliarinesi!
Cosa strana per me è aver capito solo adesso, scrivendo le vicissitudini naturalistiche del pancrazio, il senso della seconda leggenda della sua nascita, storia sarda che chiama il pancrazio “Lillu de mari”.

Siamo al tempo dei saraceni, una giovane pastorella “bionda” viene rapita perché essere fuori dal normale dato il colore dei suoi capelli. Non si parla di stupri o almeno molto molto velatamente scambiando con “sevizie” i maltrattamenti, finché la giovane muore e il suo corpo viene buttato in mare e trasportato dalle onde sulla riva. Dal corpo ancora intatto nasce “su lillu”. Le leggende son sempre accattivanti e la verità la vede solo la fantasia, ma “pastorella sarda bionda” lega poco con il giglio.
No!! Ne è veramente l’origine!
 Lo ho finalmente capito andando diverse volte a passeggiare, piacevolmente, fra le dune in diversi momenti dell’anno. Nei mesi freddi nulla che segnali la presenza del giglio, poi in primavera inoltrata appaiono ciuffi di lunghe foglie verdi affusolate e dopo un mese o due queste cadono secche e morte a terra. Passano  i giorni e di fiori nessuna traccia, solo foglie sempre più appassite disposte a corona finché, perseverando, all’inizio di agosto, in mezzo a quelle foglie divenute di un giallo oro, appaiono decine di steli verdi con l’apice rigonfio nascondente il nostro fiore!

Un ciuffo di capelli biondi fa nascere il giglio, “su lillu”.
La Natura fa il suo corso, ma la Fantasia la supera!


Chiudo (finalmente dirà qualcuno) con un’ultima curiosità: il pancrazio (tutta potenza) era una lotta, con le sole mani e all’ultimo sangue, che gli antichi greci praticavano combattendo nelle arene. Era vietato solamente: cavare gli occhi e strappare i testicoli, poi andava bene tutto, tutta la potenza del lottatore!
Strano che il fiore abbia preso quel nome dato che non credo minimamente al fatto che il suo uso alimentare abbia dato forza e potenza a chi lo ingeriva perchè, come tutte le amarillidacee, è potenzialmente tossica (contiene alcaloidi dai potenti effetti allucinogeni e cardiotossici).
Godete il pancrazio con gli occhi, tanto, anche se praticate il pancrazio, quelli ne godranno lo stesso!


E il sonetto?
Dove lo metto?
Presto detto!


Fior di pancrazio
sembri lucente cometa nello spazio,
non c’è un altro che la tua forza abbia,
te che sei re del mare e della sabbia!

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16/8/2021 - 22:11

AUTORE:
Colette

Caro agosto ti ringrazio
per avermi fatto sazio
sia di more che di arselle
sia di bagni che di amici
con le notti pien di stelle
e momenti assai felici.
Caro Ignazio caro Orazio
sulle dune c'è pancrazio
e sarebbe un vero strazio
se quel giglio profumato
dal salmastro alimentato
fosse colto e trasportato
via lontano dalla sabbia.
Se ci penso mi vien rabbia
perché è bello sulla spiaggia.
Lui non vive in altra sede
e a chiunque ve lo chiede
dite di lasciarlo lì
perché è splendido così!

16/8/2021 - 15:30

AUTORE:
BdB

...ma io che mi vantavo che nel tempo libero ero da febbraio a febbraio a MdV e "Lillo de Mari" lo avevo visto "solo" sulle dune sarde.
Non raccolsi i bei fiori bianchi, ma presi qualche zizoma scoperto dai venti per poi diffondere quel bel giglio anche su una duna delle nostre, li nei pressi dell'Oasi 2.

"soppresa" l'anno dopo vidi una bella fioritura sul lato sinistro del passetto che conduce al mare e dissi: vedi....
Eh si, se "vedevo bene" il Lillu de mari c'era anche nel lato opposto ed era li che fioriva fin dalla notte dei tempi, perché le nostre dune c'eran già ai tempi di Noè.