Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Nella notte tra il 13 e il 14 settembre, esattamente 700 anni fa, moriva a Ravenna Dante Alighieri, quello in carne ed ossa, ma non moriva di certo la sua Poesia.
Anzi diventava immortale.
Da quel momento in poi i poveri resti terreni di Dante iniziarono varie peripezie che culmineranno quasi ai giorni nostri, con la perdita effettiva di ogni “reliquia dantesca”, e per questo però vi rimando ad altre sedi ove e’ narrata questa storia terrena.
Ci preme però ora qui ricordare invece le peripezie culturali di Dante, che subito dopo morto, rischio’ persino di andare al rogo lui e la sua opera intera.
Fu poi successivamente osannato, poi dimenticato in fasi alterne e poi in tempi romantici ritrovato e riportato alle “stelle”.
Ed ha rappresentato ed e’ stato un po’ di tutto nel frattempo, Italiano, Massone, Socialista, Templare, Esoterico, Monarchico, Tricolore, Fisico, Profeta, Evangelista, Musicista e persino... Ghibellino (lui che era Guelfo) e chi più ne ha più ne metta.
Ogni cultura lo ha letto a modo suo ed anche la nostra attuale ha fatto lo stesso.
Ed e’ stato veramente lungo questo anno e mezzo di celebrazioni che non ci hanno privato di niente; la potenza poetica del Sommo, la sua trasversalità enciclopedica, la sua enorme cultura volta ogni attimo a conciliare da un lato Cultura Classica e dall’altro il Cristianesimo hanno fatto si che ogni arte, ognuno di noi abbia detto la sua, in commento, in poesia, in pittura, in musica, in tutte le forme espressive conosciute persino nei cartoni animati per ragazzi e nei videogiochi!
Che bella cosa questa.
La cultura che si diffonde si dirama, si moltiplica.
Ma non sempre e’ stato così, non solo per Dante, ma per la cultura italiana intesa nel senso più lato e in assoluto.
Voglio ricordare che per quelli nati negli anni 60 del secolo scorso, parlargli di Dante quando erano giovani, non aveva di certo lo stesso appeal del parlarne ai giovani adesso.
Anzi, spesso si sentiva dire: “la scuola mi ha fatto “odiare” Dante!”.
Qui sta il bello, sta nella scuola che non deve odiare ma solo amare, intesa come educazione al vivere, al capire il mondo e anche a difendersi da esso, con il sapere e con il “Sapere”, e questo ci vuole e a questo le nostre istituzioni devono mirare.
Ricordo che il Dantedi’ per il 25 marzo di ogni anno e’ per gli italiani un evento recentissimo, quando ad esempio in Inghilterra, Germania e Spagna, le giornate intestate a Shakespeare, Goethe e Cervantes sono già pluridecennali.
Noi italiani, spesso siamo ultimi ma poi ce la facciano.
Non gettiamo via però l’insegnamento antico e moderno di Dante, non torniamo indietro per quello che abbiamo fatto, letto, scritto, insegnato, discusso, questo raccomando a tutti dal primo all’ultimo.
Dante e’ morto, viva Dante.
Con queste parole, ringrazio la “Voce del Serchio” nella persona dell’amico Sandro Petri che mi ha ospitato con questa rubrica su Dante e con queste parole la dichiaro con orgoglio chiusa, avendo adempiuto al suo scopo iniziale.
Ringrazio anche la Vice-Sindaca Lucia Scatena, per essersi adoperata con il Settembre Sangiulianese, con un livello notevole in linea con gli auspici di qualche riga di cui sopra, e per averci concesso nel contempo spazi a noi forse immeritati.
Invito comunque tutti coloro che mi hanno seguito su queste pagine, Venerdì 1 Ottobre alle ore 21, al nostro amato Teatro G. Rossini di Pontasserchio, sempre nell’ambito dell’organizzazione del Settembre Sangiulianese, all’ultimo atto del tutto.
Un ultimo saluto a Dante che scaturisce da una visione eretica sul primo verso del Poema: “Nel mezzo del cammin di nostra vita”.
Come vedete, si riparte... dall’inizio!
Grazie a tutti Voi.
Stefano Benedetti