Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
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"Una retrospettiva". La mostra di Valter Cecchetti al Magazzino di AntonioLa prima personale del pittore si inaugura sabato 2 ottobre Si chiama "Una retrospettiva. Frugando nei vecchi cassetti" ed è la prima mostra personale del pittore Valter Cecchetti. L'inaugurazione è fissata a sabato 2 ottobre alle 18 al Magazzino di Antonio, sede dell'associazione Molina mon amour, che presenta l'evento. Si tratta del ritorno delle attività di Molina mon amour nel luogo che fino a febbraio 2020 ha ospitato spettacoli teatrali, presentazioni di libri e mostre. Proprio come quella del maestro Cecchetti, curata dal professor Stefano Renzoni e patrocinata dal Comune di San Giuliano Terme, mentre il catalogo è stato realizzato da Roberto Vitale. La mostra sarà visitabile anche nei giorni 3-8-9-10-15-16-17 ottobre dalle 17 alle 20. Ingresso libero con Green pass.Di cosa parla la tua "Retrospettiva"? Ovvero: che cosa c'è nei "vecchi cassetti"?"Ci sono i ricordi. Un andare indietro nel tempo riportando alla luce ciò che il lavoro fatto e messo da parte un tempo può restituire oggi. Si parte dal 1965, col mio primo quadro, un'opera molto naif tipica dell'età giovanile, che si chiama 'Davanti a casa'. Tutto ciò che viene esposto è stato fatto 'dal vero', sforzandomi di interpretare il paesaggio e non usarlo come una fotografia".Hai realizzato anche la copertina della Guida romantica di Molina di Quosa scritta da Gabriele Santoni e pubblicata da Edizioni Ets."Sì, è la mia interpretazione di Molina di Quosa. Ho giocato sull'interpretazione, a colpo d'occhio lo spettatore pensa subito a questo meraviglioso paese, ma in realtà è solo una mia interpretazione".Qual è il tuo stile?"Mi definisco un post macchiaiolo, avendo origini toscane, ma soprattutto un paesaggista".Quali sono le tecniche che preferisci?"Uso olio, acquerello e pastello per ciò che riguarda il colore. In altri casi lavoro a china con la vecchia penna a inzuppo, come nel quadro di copertina del catalogo della mostra".Cosa rappresenta la copertina del catalogo? Perché è stata scelta proprio questa opera?"L'ho realizzata quando avevo lo studio sulla vecchia via dei Molini e dalla finestra vedevo il molino Bebè. L'ho scelta per portare quel ricordo, a cui tengo molto, nel presente. Perché il ricordo, di per sé è una cosa brutta essendo ormai passato. È un quadro dedicato a mia madre, a Molina di Quosa e alla sua gente che mi ospita nella mia prima mostra personale, come rispetto e ringraziamento per questo splendido posto".Chi sono stati i tuoi maestri?"Ne individuo tre. Due li ho conosciuti alla scuola d'arte. C'è Enrico Fornaini, una persona preparata, un pittore straordinario, è stato il mio compagno di banco e ancora oggi è attivissimo nel suo lavoro. C'è l'insegnante di 'disegno dal vero': Sineo Gemignani da Empoli. Con Enrico ho imparato a guardare e ascoltare, ha fatto nascere dentro di me il piacere per la pittura, a partire proprio dalla visita di mostre e musei, mi ha spiegato tecniche e metodi: meglio di un libro del Vasari. La terza persona l'ho conosciuta durante un corso di Cultura e Integrazione in storia dell'arte. È la restauratrice Nicolina Carusi. Ho lavorato con lei ad alcuni restauri nel Museo San Matteo quando collaborava con la Soprintendenza ai monumenti. Su tutti, all'inizio degli anni Settanta, 'Il Cristo dei tre occhi', tuttora credo nel Museo, un Cristo ligneo, bellissimo".Perché visitare la mostra, entrando nel tuo mondo?"Per capire dove siamo, da dove veniamo e dove andiamo. La mostra è un percorso di vita, si vedono il mio vissuto e la mia anima. Uso le parole del critico Stefano Renzoni: 'Alla base [dei lavori di Cecchetti] sopravvive un senso profondo che se lo dovessi chiamare con la parola giusta lo chiamerei malinconia, con una ruga appena percepita di tristezza'. Ecco, mi ci ritrovo molto".Biografia di Valter CecchettiValter Cecchetti nasce a Pappiana il 23 maggio del 1950. Fin da ragazzo è appassionato di disegno e nel 1965 si iscrive all'Istituto d'arte di Pisa diretto dal professor Mino Rosi.Nel 1968 consegue il diploma di Maestro d'arte e il 15 giugno dello stesso anno espone per la prima volta insieme a un suo compagno di classe in una mostra collettiva di pittura e scultura. In quell'occasione, il pittore Uliano Martini scrive di lui alcune righe, dicendo che "Cecchetti ha lavorato essenzialmente al paesaggio, case, alberi, campi della località nella quale vive, sforzandosi di superare il limite della veduta con il pensiero alla presenza dell'uomo, della sua vita quotidiana, del suo lavoro". Ciò si sente particolarmente nei colori che Valter adopera con una ricetta tonale, dai grigi del cielo, alla ocre dei vecchi muri, ai verdi cupi dei campi. Nel corso degli anni Valter partecipa a collettive e concorsi fra i quali si ricorda la Settima primaverile toscana di arti figurative conseguendo il quarto premio nella sezione pittura degli istituti artistici nell'anno 1967. Nel 1970 frequenta il corso di Cultura e Integrazione in storia dell'arte annesso alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Pisa conseguendo il 25 maggio dello stesso anno il diploma con la valutazione "Buono".Nel 1973 dopo la selezione provinciale del concorso ENAL, "L'arte nel tempo libero", viene premiato alla mostra nazionale a Villa Olmo a Como con il quinto premio sezione grafica su un lavoro dal titolo "Ciò che le bombe hanno distrutto". Un pensiero rivolto alla guerra del Vietnam.Pittura e molto disegno nel corso degli anni affinano lo sguardo e il tratto.
Nel 2003 vince il primo premio al 4° Concorso Nazionale di Pittura e Grafica "Città di Sondrio" nella sezione Grafica presentando un lavoro raffigurante un tramonto a Bocca d'Arno, con questa motivazione: "...che su una piccola superficie e con poche trasparenze monocromatiche ha dilatato lo spazio, seguendo indici di profondità che ci portano verso l'infinito e il misterioso".
Un percorso ininterrotto che lo ha portato fino alla sua prima mostra personale al Magazzino di Antonio di Molina di Quosa con Molina mon amour.