Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Sul giornale si leggono alcuni commenti denigratori nei confronti di Vecchiano Civica su cui non sono d’accordo. Ogni forza politica in un regime democratico ha il diritto di avere le proprie idee sullo sviluppo del territorio, del proprio Comune, poi saranno gli stessi cittadini ad indicare quello che a loro sembrerà il miglior programma per gli anni a venire. È evidente che gli elettori in questa tornata elettorale hanno espresso chiaramente la loro opinione riguardo ad una continuità col passato, bocciando sonoramente il cambiamento da una linea politica che da molti anni ha sempre messo in primo piano la tutela del territorio.
Come osservazione personale debbo dire che invocare una direzione diversa sembra piuttosto anacronistico, considerando l’importanza che in questo momento viene finalmente data all’ambiente e al cambiamento climatico. Cambiamento climatico in cui ognuno deve fare la propria parte, piccola o grande che sia, e imboccare una strada che porti a nuovi insediamenti con nuovi rifiuti, inquinamento e consumo di suolo non appare in linea coi tempi.
Per il largo consenso elettorale non si può non considerare il contributo fornito dai precedenti assessori che si sono distinti, specie e non solo in occasione della pandemia, per il loro impegno, professionalità, competenza e bravura al punto che, se fossero giocatori di calcio, si potrebbe rischiare di vederceli portar via da qualche squadra del nord a suon di milioni.
Ora comunque abbiamo una nuova amministrazioni per cinque anni, forse più vedendo la percentuale di consenso a questa linea politica, e mi sento di dover fare alcune osservazioni riguardo al futuro del nostro Comune.
Parlare del futuro, di quello cioè che sarà Vecchiano nel prossimo decennio e oltre non solo mi sembra opportuno, ma soprattutto utile e doveroso. In altre parole vogliamo continuare così, con questo tipo di sviluppo oppure guardare, con coraggio e idee, più in alto e più avanti?
Noi cittadini, specialmente migliarinesi, con il Parco abbiamo perso molto, per il traffico, i rifiuti, i permessi per qualunque modifica strutturale di aree e fabbricati, per i terreni rimasti inedificabili solo per una riga su un foglio. Vorremmo, se possibile, avere indietro qualcosa in termini di strutture e servizi e questo sarebbe possibile solo se l’Amministrazione ampliasse la quantità delle proprie entrate modificando l’attuale modello di sfruttamento delle cose che abbiamo di più prezioso e cioè la marina e il parco.
Nel modello attuale l’Amministrazione comunale dall’uso della marina percepisce solo gli affitti delle strutture e una parte degli introiti dei parcheggi ma in cambio deve mantenere la spiaggia sgombra dai rifiuti (operazione a volte ripetuta più volte per mareggiate), sistemare strade e vialetti, recinzioni e segnaletica stradale, controllo e vigilanza di polizia e sanitaria. Vogliamo continuare negli anni a gestire la Marina nello stesso modo? Anche per i prossimi decenni? O cerchiamo modi diversi di sfruttamento turistico, locale, nazionale e internazionale considerando quello di importante e attrattivo che abbiamo?
Vediamo: una bella spiaggia di sabbia di oltre quattro chilometri, un parco regionale ancora intatto, molti vecchi edifici rurali e industriali dismessi ma ancora sfruttabili, un aeroporto vicino, la Versilia a due passi, una stazione ferroviaria ancora recuperabile, le città d’arte talmente vicine che ci si domanda come sia possibile che non si sia mai fatta una politica di sosta locale con un pacchetto comprendente visite guidate alle città d’arte, mare, sole, natura e cultura. Nessuna lista ha affrontato nel merito questo problema che comunque non sembra secondario se si alza un po’ la testa e si cerca di guardare non al domani ma a qualche settimana oltre.
Una Porta del Parco è il mio primo suggerimento. Una sbarra all’inizio della via del Mare con pagamento per l’ingresso. Gratuito per i vecchianesi, ridotto, simbolico o assente per quelli di San Giuliano e a tariffa per tutti gli altri. Due effetti immediati, entrambi positivi: un forte introito per la casse comunali da riversare su riduzione di tasse e miglioramento servizi e possibilità di riduzione e controllo delle auto sul litorale. In ultimo consapevolezza degli ospiti che si sta entrando in un’area protetta, in un Parco e non solo in una strada da percorrere velocemente per una spiaggia. Starebbe poi agli uffici tecnici comunali stabilire le modalità di attuazione di questa chiusura dovendo tener conto di moli fattori, non ultimo la salvaguardia degli interessi degli esercizi commerciali del litorale.
Mandria: vecchi edifici ancora recuperabili con interventi di finanziamento sia pubblico che privato. Anni fa fummo vicini alla realizzazione di un sogno, quello di vedere tornare alla vita questo stupendo complesso industriale sottovalutato da entrambi gli attori: proprietà e amministrazione. C’era un progetto, con tanto di mappe redatte da uno studio di architettura fiorentino, e c’erano anche investitori disposti alla cifra di trenta milioni di euro per ricavare, con il recupero e la trasformazione di quelli edifici, occasioni di guadagno e di lavoro. Si parlava di un grande albergo internazionale, scuola di lingue per studenti stranieri, un auditorium, edifici commerciali, insediamenti artigianali, locali di svago e di ristoro che naufragarono forse in intoppi burocratici, dispute familiari, mancata volontà di osare e di rischiare, insipienza amministrativa.
Gli edifici sono ancora lì. Pensate alla loro straordinaria localizzazione rispetto a tutto quello che abbiamo d’intorno e a dove sono collocati, nel pieno di un’area verde, di un possibile parco urbano come la via dei Pini, di quello che potrebbe essere il centro direttivo del Parco. Se si vuole avere un’idea di come poteva essere il progetto basta cliccare sul computer “Gargonza” e vedere come si possono sfruttare a scopo turistico e occupazionale edifici e castelli senza farli cadere in rovina e senza consumo di suolo. Come al castello di Gargonza un albergo diffuso utilizzando i molti edifici che la proprietà Salviati ha sparsi per il bosco, un utilizzo degli edifici di Case di Marina per un centro visite del Parco, un Ostello della gioventù, un pensiero alla Casa degli incursori prima che cada definitivamente in rovina.
Suggerisco di percorrere anche questa strada, nonostante la difficoltà. Un assessore incaricato o un consigliere con una delega specifica che si occupi in maniera continuativa di confrontarsi con la proprietà Salviati per trovare un accordo che permetta nuova vita a quegli edifici abbandonati e, secondariamente ma non meno importante, la realizzazione di una vera pista ciclabile che arrivi al mare attraverso la pineta. Si tratterebbe di una straordinaria occasione non solo per andare al mare in maniera diversa, ma anche come strumento di attrazione turistica, specie se unito a tutto il resto. Da inserire quindi in un piano completo e ambizioso di nuovo e maggiore sviluppo turistico comunale senza né la posa di un mattone né l’apertura di una nuova strada.
In questo straordinario piano di diverso sviluppo turistico del nostro territorio potrebbe trovare posto anche l’idea di limitare a barche a remi o motore elettrico l’uso della via d’acqua a Bocca di Serchio. Sembra un’eresia ma è semplicemente quello che succede in tutti i siti di straordinaria bellezza e interesse naturalistico d’Europa. Pontili gratuiti, passo di barca accessibile a tutti e gratuito, servizio di assistenza bagnanti sulla spiaggia. Con gli introiti derivanti da questo nuovo modello si potrebbe fare, utilizzando il nostro parco come fonte di reddito e migliorandone anche l’aspetto ambientale aumentando così l’attrattiva nazionale e internazionale.
Nella nuova amministrazione ci sono giovani e in gamba, spero in loro per un futuro diverso del nostro territorio, un modello più simile a quello che mi immaginavo e che speravo al tempo della lotta contro il progetto Porto Cristina, affascinato com’ero dalla visione del Parco proposta allora dall’architetto Cervellati.