Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Passaporto verde: anche il nome dovrebbe far riflettere e rassicurare. Il verde è il colore delle possibilità, del benvenuto, dell’accoglienza, della tolleranza e della salute. Rifiutarlo sembra da sciocchi, da sprovveduti, da fuori dal mondo reale, forse anche da manipolati, da chi mette in questo rifiuto, in questa protesta, molto di più di quello che in effetti ci dovrebbe essere. Alla base, forse, una buona dose di ideologia per essere sempre contro, contro il sistema, contro lo Stato visto come oppressore, contro un Governo definito liberticida, contro le multinazionali del farmaco, contro l’autorità, contro, in fondo, la stessa scienza.
C’è anche una buona dose di disagio per le scorie accumulate in un anno passato con grande difficoltà nell’ambito del lavoro e della stessa vita di relazione a cui si sommano il previsto aumento di molte tariffe e i disagi per la mancata soluzione dei molti problemi di un paese sempre in ritardo rispetto agli altri paesi europei. Per questo ci si affida e si utilizza questo atto di ribellione per sfogare tutta la rabbia accumulata, con la sensazione di sentirsi sempre delle vittime.
Hanno letto, si sono informati, dicono questi bizzarri individui che si affacciano sgomitando ai microfoni di tutti i telegiornali esprimendo parole di certezza, di libertà, di diritto al lavoro negato da uno scellerato provvedimento governativo. Si sono informati, dicono, sui social e sulla Rete, e hanno la certezza (loro non sono stupidi come i tanti cittadini vaccinati!) che il vaccino sia pericoloso, che i dati sulla sua pericolosità siano stati volontariamente oscurati, che sia tutto un complotto per far guadagnare le multinazionali del farmaco e per limitare la loro libera scelta. È per questo che sfilano in cortei inneggiando libertà, sfoggiando cartelli contro l’imposizione del green pass, bruciando anche immagini del Presidente del Consiglio, reo di limitare il loro diritto di poter decidere della propria salute.
Ma la salute loro confina strettamente con quella pubblica, e quella pubblica in uno stato democratico, deve sempre prevalere. Ci sono scienziati, e non ciarlatani o servi delle multinazionali, che quasi ogni giorno sfornano dati, statistiche e spiegano numeri che non possono essere presi senza calarli nel contesto in cui vengono rilevati. Dati che dovrebbero rassicurare e far riflettere, far ricordare a questi negazionisti come sia cambiata la nostra e la loro vita da un anno a questa parte, farli ritornare col pensiero a quando ogni giorno, chiusi in casa, aspettavamo tutti con impazienza notizie su quel famoso vaccino che ci avrebbe finalmente salvati. Ci domandavamo quando sarebbe potuto arrivare, quando finalmente avremmo potuto nuovamente uscire di casa, andare a trovare amici e parenti, frequentare un cinema o un ristorante.
Vorrei anche sapere che valore danno questi contestatori ai dati che provengono dall’Inghilterra con i loro 45.000 casi giornalieri di contagio e le preoccupazioni per l’arrivo della epidemia influenzale col rischio di nuove chiusure, o quelli dalla Russia con i loro 1000 morti giornalieri (beh, paese assai più vasto del nostro) dove solo il 31 per cento della popolazione si è vaccinata. Ma per loro questi dati non contano, quelli sono popoli liberi e non soggetti ad un governo autoritario come il nostro che mette in dubbio la democrazia!
La storia li condannerà come li sta condannando la pubblica opinione. Fanno scena sui servizi televisivi e sui giornali che li usano come fatto del giorno e per aumentare l’audience ma i loro strilli, proclami e minacce sembrano piuttosto inconcludenti. La grande maggioranza dei cittadini italiani continua a vaccinarsi, accetta il green pass e va al posto di lavoro perché ritiene che questa sia la strada giusta per ripartire socialmente e economicamente, per tornare a fare la vita di sempre.
Rimangono i soliti problemi del nostro paese, quello del lavoro, delle morti bianche in costante e preoccupante aumento, delle fabbriche che chiudono e/o delocalizzano, della ripresa economica, del divario nord sud, fra chi ha troppo e chi ha troppo poco, di una sanità e una ricerca che dovrebbero essere al centro di ogni programma futuro. Problemi veri, importanti, difficili da risolvere e di fronte a questi il problema del green pass sembra quasi una sciocchezza, un diletto di una minoranza che al momento si trova al centro dell’attenzione e che vuole sfruttare questo momento di popolarità.
La maggior parte dei cittadini sembra non occuparsene, le minacce di blocco non si sono realizzate, la gente ha preferito il lavoro alla protesta e il paese è andati avanti senza grandi problemi. L’unico problema di questi cortei chiassosi e colorati di protesta contro il green pass, e contro i vaccini in generale, sono rappresentati dal possibile sfruttamento come strumento di consenso politico e dalle possibili infiltrazioni di elementi di estrazione chiaramente fascista in grado di condizionare la legittima protesta di questi antagonisti verso azioni di estrema violenza, come abbiamo visto succedere recentemente a Roma.