Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Torna in scena, dopo la lunga pausa dovuta alla pandemia, la lettura scenica del racconto inedito ‘Lampa Lampa’ di Lello Gurrado, ad opera dell’Associazione Il Gabbiano, nell’ambito degli eventi legati all'OTTOBRE MISSIONARIO dell'Unità pastorale S. Stefano-Immacolata-S. Pio X .
Lo spettacolo viene proposto nella sua ultima versione, con le letture a cura di Daniela Bertini, Federico Meini e Valdo Mori, arricchita dalla musica etnica dei percussionisti David Domilici e Riccardo Neri, entrambi musicisti apprezzati nel panorama musicale contemporaneo, e in collaborazione con GMA ONLUS e Circolo LaAV Pisa.
“Taiwo ha poco più di vent’anni. Viene dal Gambia, il paese più piccolo dell’Africa, uno dei più piccoli del mondo … Taiwo è scappato quando è esplosa la ferocia.”
Il giornalista e scrittore Lello Gurrado, nel suo romanzo “Lampa Lampa”, edito da Radici Future Edizioni, racconta la storia di un viaggio tutto fondato sulla speranza.
Daniela Bertini, nel 2015, a Milano per un corso di lettura con Letteratura Rinnovabile, ha avuto modo di conoscere Gurrado e i suoi testi: da quel momento è nata una bella amicizia e collaborazione e quando ha letto, in anteprima, il racconto che ha poi dato vita al romanzo, ha ideato questa lettura scenica insieme a Federico Meini.
Dopo le prime repliche, il cast si è arricchito, e questo sabato 23, nello storico Teatro della Parrocchia di S.Stefano, saranno finalmente tutti di nuovo sul palco a raccontare la storia di Taiwo, una storia che racconta un’altra ‘umanità’.
<<L’Africa non sarà mai un continente come gli altri. E sai perché? Perché ci manca il senso di appartenenza.
Nessuno è consapevole e tanto meno è fiero di essere africano, ognuno è figlio del proprio paese, punto e basta. Gli altri sono americani, europei, asiatici, noi siamo senegalesi, etiopici, nigeriani, egiziani, gambiani, libici, ganesi.
Non ci sentiamo africani, diamo l’impressione di vergognarci e invece dovremmo esserne orgogliosi, perché l’Africa è il continente più antico, quello in cui ha avuto origine l’umanità.
L’Africa è il posto più bello del mondo, nessuno ha questo cielo, questo sole, questo mare>>
È la riflessione amara che Taiwo detta a Bibal, suo occasionale compagno in un viaggio che è fisico, attraverso mezzo continente, ma che è anche un viaggio nella coscienza malata dell’umanità, che assiste inerme a un interminabile traffico di esseri umani, che fa da ponte tra il continente nero e l’Europa opulenta e contraddittoria, per dare futuro ai sogni di milioni di persone, trasformandoli spesso in tragedie.
Ma la storia di Taiwo è una storia di speranza che merita di essere ascoltata.