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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
Da due anni a questa parte si legge che Putin, ovvio, .....
È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Edoardo Fanucci
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Di Antonio Campo
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Da un'intervista a Maria Elena Boschi
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Intervista al Presidente
di Gabriele Santoni

24/10/2021 - 10:29

 
Ho conosciuto Lorenzo Bani a metà degli anni ottanta in Borgo Stretto all’Arci-Uisp. Le due associazioni allora erano un’unica famiglia. Lavoravo con l’Arciragazzi, una branca dell’ARCI che si occupava di diritti delle bambine e dei bambini. Su quei temi all’epoca abbiamo lavorato con militanza. L’ARCI e l’Uisp erano legate strettamente ai partiti comunista e socialista. Centinaia di circoli e polisportive sparse in tutta Italia. Un vero movimento popolare. Una rete fondamentale di realtà locali che contribuivano, soprattutto attraverso il volontariato alla tenuta democratica delle comunità e del paese. Bani era già un dirigente nazionale dell’UISP e faceva parte della “componente socialista”. Io, pur non essendo iscritto al PCI, frequentavo organicamente la componente comunista. La guidava allora Giuseppe De Felice, un mito. Alla fine della sua carriera politica si era impegnato nelle questioni sociali.


Ha ragione Bani quando, durante la nostra conversazione, mi dice che nell’associazionismo lo scontro fra PSI e PCI, che in quegli anni sul piano politico nazionale era ai massimi termini, nella UISP non si percepiva. -Noi condividevamo un progetto culturale e politico che ci teneva uniti e affondava le radici nei valori della Resistenza e nella Costituzione antifascista e si lavorava per tenere insieme le comunità senza escludere nessuno. C’è molto di vero in queste parole, anche se le frizioni non mancavano.


Lo incontro alle Piagge, è sereno. È stato nominato da poco Presidente del Parco. Gli dico che questa intervista è un regalo alla Voce del Serchio, che è un po’ il megafono vero di quell’area delle meraviglie che è Marina di Vecchiano e dintorni.


-Come nasce l’incarico di PRESIDENTE?


-Ti rispondo dopo … e parla di sé. Ha voglia di raccontare la sua biografia, ed io l’ascolto, in fondo i cittadini devono conoscere le biografie di chi dirige enti pubblici importanti come il Parco.


Mi sono laureato nel ‘75 in Scienze Politiche con una tesi sullo sport come fenomeno sociale, per tutti.
Nel ‘76 sono a Roma all’UISP. Ero già iscritto al Psi.


Dall’80 all’86 sono presidente regionale toscano e poi divento vice presidente nazionale. Il presidente nazionale dell’Uisp era Mario Missaglia, comunista migliorista milanese. Le componenti partitiche nell’ARCI, allora erano determinanti.


A trent’anni, nel 1980 mi candido per il PSI al Comune di Pisa, e vengo eletto risultando uno fra i più votati della lista.  Il segretario del partito è Giacomino Granchi. Faccio l’assessore allo sport e turismo. Mi occupo del rilancio del Gioco del Ponte e invento una serie di manifestazioni che hanno fatto storia e lo dico con cognizione di causa e non per vanto. “Pisa su due ruote” e la “Strapazzata” che tutti ricordano con affetto sono due momenti importanti per le città di Pisa. Primi esempi di mobilità sostenibile.
Successivamente con Oriano Ripoli sindaco, mio riferimento umano e politico, a cui devo la mia crescita, faccio l’assessore all’ambiente e poi dall’87 al ‘90 divento assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione.


Nonostante l’impegno istituzionale non ho mai rinunciato al lavoro dentro l’Uisp. Ho sempre ritenuto la politica un passaggio che va svolto con spirito di servizio.


Nell’89 accade quello che nessuno si aspettava così repentinamente, cade il muro di Berlino.
Mi impegno da subito per l’alternativa socialista. Nell’associazione come ho già avuto modo di dire, i rapporti fra comunisti e socialisti erano buoni, in una fase invece che li vedeva ridotti ai minimi termini in tutti gli altri ambiti.


Io non ho mai condiviso il rapporto col mondo sovietico e quel PCI che ne era espressione. Non mi convinceva la dittatura del proletariato e l'assenza di libertà di dissenso.


In pieno craxismo, è arrivato lo tsunami di mani pulite Ho vissuto quella fase malissimo. Personalmente allora non mi scandalizzava il fatto che ai partiti arrivassero soldi “da fuori”. Grave, gravissimo è stato che qualcuno si sia arricchito personalmente. E quelli sono stati i veri delinquenti.


E poi i giudici, il famoso pool di mani pulite ebbe una fase di protagonismo e sostegno popolare che permise loro di dire e fare qualunque cosa. Il giustizialismo invase la sinistra e in particolare il PCI.  Arrivammo al punto che un avviso di garanzia, che per definizione permette ad un indagato di difendersi, era una sentenza definitiva. Qui la democrazia è stata davvero ferita. Il garantismo è stato colpito duro. Il PCI avrebbe dovuto difendere garantismo e con lui la politica, che invece perse di credibilità travolgendo tutto. Gli effetti dell'antipolitica li viviamo purtroppo oggi.


-Tu non sei stato sfiorato da tutto questo. Cosa hai fatto in quella fase storicamente tragica per gli amministratori?


Continuavo a lavorare a Roma, nella UISP e scrivevo per l'Avanti, che era l'organo di stampa del PSI, su argomenti di politica sportiva.
Quello fu un periodo duro. La diaspora socialista portò una parte di compagni addirittura ad aderire a Forza Italia, il partito inventato da Berlusconi. Altri rimasero in mezzo al guado. Io aderii ai Laburisti di Valdo Spini e successivamente ai Democratici di Sinistra che erano il Partito erede del vecchio PCI passato per il PdS.


Craxi aveva intorno a sé persone di prim’ordine. Martelli, Amato e molti altri che all’epoca riempivano le cronache della politica giornaliera.  Valdo Spini, con cui intrapresi questo percorso, era uno di questi.


Ancora oggi ho contrasti coi vecchi socialisti miei compagni del tempo, che mi rimproveravano tale scelta. In quegli anni i risentimenti furono tanti e alcuni non si sono ancora sanati. Se tutti i socialisti avessero aderito in blocco alla nuova forma di partito della sinistra avremo sicuramente giocato un ruolo collettivo più incisivo.


Quel percorso iniziato con Spini, mi ha portato fino al PD. Continuo a pensare che quella che ho fatto era il mio approdo ideale.  Resto anche convinto che quella dell’Ulivo, strada smarrita con troppa fretta, sia stata la migliore.  Abbiamo perso una grande opportunità, anche se oggi con Enrico Letta riprende forza.


Chiedo cosa pensa di Renzi, prototipo del “neodemocristiano del terzo millennio”; se abbia fatto un danno al Pd. Le notizie di cronaca che lo vedono nominato nei consigli di amministrazione di aziende internazionali ne sono l’esempio e forse solo la punta dell’iceberg.


Risponde che Renzi è stato uno dei pochi giovani veramente bravi, che avrebbe potuto dare davvero una svolta.  La battaglia sulla rottamazione inopportuna e divisiva ha messo però in evidenza i limiti dell’uomo. Personalmente non sono mai stato renziano. -aggiunge-  E poi diciamo la verità, la nascita del Pd è comunque stata una fusione a freddo.


Gli dico ridendo che quella data è stata la fine della mia carriera politica. Io ho sempre pensato che non si possano racchiudere culture diverse in un partito che per definizione indica una parte, penso invece che sane alleanze programmatiche siano il sale della politica.


Ammette quello che dico- Il percorso dell’Ulivo, come già sottolineato era la bussola. Su Prodi ho un giudizio buono- poi aggiunge – la segreteria di Renzi ha ridotto molto la mia militanza attiva.


Dal Pd sono usciti quelli che, Fontanelli in testa, si erano battuti perché la fusione avvenisse.  Fontanelli è un ottimo politico-dice- con grandi intuizioni e conoscitore della gestione del potere.  Dentro il Pd di Renzi non poteva stare ed infatti se ne è andato.
Paolo ha modificato con gli anni il suo essere comunista ma è rimasto tale nelle decisioni che prende


Sorrido e gli dico che è una cosa che apprezzo e che forse lui non troppo: Il “vizio del leninismo”,  timbra per tutta la vita (anche me). Penso che la vera differenza vera fra socialismo e comunismo sia tutta qui. Il resto sono esercizi di politica.


E comunque Bani continua dicendo che nel 2008 Paolo Fontanelli da Sindaco l’ha voluto alle case popolari. Un’esperienza che ritiene ottima insieme al ritorno del primo amore, la guida dell’Uisp cittadino.


Chiedo se con la politica ha fatto un po’ di soldi.


Dice che non ha fatto una lira, anzi la passione politica mi ha portato a non avere TFR e 1600 euro di pensione.
Della sua vita privata solo un flash- È stata difficile e si fa serio. Sorride subito dopo dicendo che oggi ha un ottimo rapporto coi figli e con la ex moglie e questo lo rende felice.


Veniamo all’ultimo incarico, la Presidenza del Parco di San Rossore.
Qualcuno ha storto la bocca- Ci risiamo il Bani è sempre a galla.


Premetto che io sono in pensione e rimango impegnato per la Uisp.


Raccontami con sincerità, come è avvenuta la candidatura?


Mi ha telefonato Giani. Con lui ho un rapporto di fiducia storico. Eravamo ambedue legati a Valdo Spini.
Mi sollecita a candidarmi. Qualcuno ha pensato ad una spinta di Fontanelli. Non c’entra nulla. Lui sosteneva Franchini, degna persona, e mi pareva giusto. Conosco bene la grammatica della politica.


È una roba fra socialisti-gli dico ridendo- sempre sulla breccia.


Molti socialisti sono persone competenti, oneste e capaci di dialogare con tutti senza ideologie. Questo forse è il merito di essere sulla breccia.
Comunque ho dentro il PD un ottimo rapporto con la Nardini ed ho chiesto un giudizio a Mazzeo, anche se è tempo di superare le correnti all'interno del PD.
Il Pd oggi invece non esiste come partito. Esistono personaggi del PD che formano correnti.


Non è una buona cosa-gli dico- Si vedono in giro troppi soggetti con il quadernino delle preferenze. Addirittura ci sono amministratori che fanno cose solo se hanno un ritorno di consenso.


Scuote la testa e prosegue- Comunque ho accettato tutte le decisioni con serenità. L’incarico che alla fine ho preso è senza retribuzione, scrivilo bene, e le mie aspirazioni di carriera politica sono ormai sopite. L’ho fatto con spirito di servizio. Le valutazioni che ci sono state sul mio conto non sono condivisibili. Si è scomodata la competenza.


Concordo con questa riflessione- gli dico- un bravo politico dirige le competenze e prende decisioni.


Concorda e precisa -Non si deve avere competenza specifiche quando si occupa un incarico politico. Si è bravi se ci si avvale di soggetti che ti permettono di fare le scelte giuste per la tua coscienza e per quello che sta nel tuo programma e nei tuoi ideali per cui ti hanno scelto.
Il Presidente di un Parco deve avere rapporti di alto livello e per questo si deve avvalere di un’ottima squadra che abbia conoscenze amministrative e scientifiche.


Cosa hai in mente per il futuro del Parco?


-Il Parco siamo noi- dice citando De Gregori.
Tutte le comunità devono coesistere. L’obiettivo è l’armonia.
Penso agli Gli Stati Generali del Parco che definiranno il piano integrato territoriale fermo da 30 anni.
Abbiamo cominciato a lavorare su un documento iniziale e con il Bando per i progettisti.
Afferma che ci sono zone che devono essere riviste rispetto ai cambiamenti sociali ed economici di questi anni.


Gli dico che si aprirà una bella discussione.


Continua- Va razionalizzata l’attività all’interno. È necessario un contratto di rete. Vanno integrati gli operai del Parco con prestazioni di servizio delle aziende agricole della zona.
C’è poi l’importanza della valorizzazione dei prodotti e del marchio di San Rossore: Pinoli, Farro, Miele di spiaggia, Mucca Chianina e Maremmana, Mucco pisano.
Il centro visite va gestito direttamente. Ci vuole vigilanza al ponte alle trombe. Le visite le deve coordinare il Parco. Va messo tutto a sistema. La rete appunto e il governo del Parco che ha salda in mano la regia.
Va regolamentato l’accesso alla spiaggia da parte dei natanti. Nessuno vuole fare le multe, ma le regole devono essere chiare e vanno rispettate.
Farò quanto prima un incontro con le associazioni di categoria interessate per creare un accesso regolamentato e limitato, anche per un uso didattico.


Ti senti bene in questo ruolo?


Come prima, non è cambiato niente. Ho accettato l’incarico perché ho a cuore la città e il Parco è una delle sue grandi risorse. Sicuramente avrò bisogno di tutti e delle associazioni ambientaliste che sono la risorsa volontaria straordinaria.
E poi c'è il tema del parco immobiliare.
 Ci sono molti edifici abbandonati. Creare rapporti solidi con l'Università, la Scuola Normale e il S. Anna, il polo tecnologico di Navacchio, per favorire le esperienze di start up e di spin off. Puntare alla creazione quindi di un centro di alto livello tecnologico.
Ho ristrutturato completamente la Villa del Gombo e ho avuto i complimenti del Presidente della Repubblica.


Come pensi di gestire i rapporti dentro la Comunità. Due province e cinque comuni, non sempre in sintonia politica. Tu sei un uomo di Sinistra e non lo nascondi.


Vorrei riuscire a raggiungere gli obiettivi sorretto dalla mia serietà e dalla mia passione. Non ho fatto patti con le forze politiche o addirittura con lobbies. Sui temi in questione posso parlare allo stesso modo con chiunque. Io parlo con le istituzioni e non con i partiti.  Se capissi che non va posso smettere in qualunque momento. Forse di questi tempi non avere patti è la strada maestra.


In bocca al lupo!                                                        G.C.S
 
 
 
 
 

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28/10/2021 - 11:13

AUTORE:
Pinco

Sembra una persona esperta e senza troppi interessi, speriamo faccia bene.

25/10/2021 - 12:42

AUTORE:
Bruno della Baldinacca

...lo so caro dottore che hai in odio il senatore Matteo Renzi (vorrei sapere che ti/vi ha fatto di male, ma a domanda non sapete rispondere) e quindi chi lo mette a sproposito alla gogna perchè da parlamentare fa esattamente come i suoi 180 colleghi che se chiamati a dir la loro ci vanno in tempo reale e non dopo mezzo secolo di vita parlamentare da pensionati..a declamar le loro memorie?
...che pena-che-noia-che barba!
E la democrazia caro mio, con Kim Jon un tutti zitti!

nb, la Comunità del Parco era composta dai 5 sindaci afferenti al Parco (San Giuliano, Vecchiano, Massarosa, Viareggio, Pisa) i quali avevano un portavoce il quale individuato fra loro cinque sindaci il nome da proporre al Presidente della Regione poi ratificava la Presidenza del Parco, tenendo anche conto dell'alternanza politica dei tre partiti più rappresentativi; PCI, DC, PSI e di locazione - Vecchiano, Pisa, Viareggio. Domandare a Paolo Panattoni; poi tale comunità non esiste più ed il Presidente regionale decide la presidenza del Parco Regionale.

25/10/2021 - 12:02

AUTORE:
C.d.P.

Interessante intervista di Gabriele Santoni che ci fa capire che il nuovo presidente del Parco non è stato scelto a caso o, peggio, con quelle alchimie politiche che si rivelano sempre perdenti perché mettono in posti chiave spesso persone inette solo a causa della loro appartenenza politica-. Lorenzo Bani non è agganciato a partiti, non ha da essere eletto o rieletto da nessuno, non ha interessi personali e quindi sembra proprio quello giusto.
Non sono stato d’accordo sulle critiche a lui rivolte da parte di associazioni ambientaliste riguardo alla sua incompetenza naturalistica perché il requisito fondamentale di un amministratore non è quello di avere competenze specifiche diverse da quelle di saper scegliere le persone giuste per il giusto obbiettivo.
In San Rossore ci sono problemi aperti che andranno affrontati con l’obbiettività e la decisione che può avere solo chi non deve rispondere a nessuno del suo operato. Lorenzo Bani è, in questo senso, il Presidente migliore che dovevano aspettarsi tutti quelli che hanno a cuore il Parco e che, in passato, si sono battuti per realizzarlo.
Vorrei infine ricordare al Presidente che il Parco comprende anche Migliarino, il parente povero spesso troppo trascurato.
Brutto e inopportuno l'intervento precedente.

24/10/2021 - 16:17

AUTORE:
Bruno Baglini, iscritto PD

...I neo "politichi" et giornalisti/intervistatori Italiani se non fanno il nome del Senatore Renzi Matteo non li ascolta "nissuni" poi lo fanno e ci cascano a pancetta come è successo al vice segretario PD tal Provenzano (non trascrivo le baggianate che ha detto per non perdere tempo utile).
I sinistri-sinistri si son sentiti usurpati nei loro averi.
L'ho io la chiave della sezione....te chi siei?!
Il Partito Democratico discende da PCI, PDS, DS, PD e l'arrivo è la strada liberaldemocratica intrapresa già prima della caduta del muro di Berlino; quindi il marito di Agnese Landini è uno dei tanti liberaldemocratici del centrosinistra ed io per esempio ero già su quella via prima di lui.
Sentivo dire: se va via lui, ritorno nel PD; aspetta e spera, ma nisba.
Lui alle volte si prende una lauta vacanza dall'Italia (per poi "adottare" 450 giovani per farne dirigenti politici avveduti come faceva il PCI con Frattocchie e la Sereni a Cascina) e l'altro Matteo invece vien solo invitato alle sagre della porchetta ed optare per l'amichizia di uno o l'altro "si può farre".

Bersani, mio ex seg. gen. PD addirittura pur di far perdere il proprio partito che rese contendibile ed alla seconda prova lo straperse e per avere la certezza di una ri/candidatura per Palazzo Madama facendosi un partito personale, salvato poi Dallameloni che fece scendere l'asticella percentuale imposta da Berlusconi al 5% altrimenti era a ffa ranocchi insieme a Rivoluzione Civile di Ingroia con Bertinotti, Di Pietro e Bonelli.

Nota 1°, cosa c'incastra la conduzione del Nostro Parco Regionale con il tirare in ballo l'ex seg. PD e PdC?
2° l'attuale seg PD è il terzo seg, gen. proveniente da area democristiana ; quindi "Lasinistra" quando si attacca a Prodi, il conte Paolo Silveri/Gentiloni commissario Europeo, Zanda Luigi cassiere PD, il ministro della difesa Guerini Lorenzo, il ministro della cultura Franceschini Dario, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed altri eminenti democratici dovrebbe avere un zinzinino di riguardo o no?
3° "la trama" per avere altri e non Lorenzo? (.....) censura.