Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Le mie parole oggi a la Repubblica
Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna, si avvicina il voto per il Quirinale e si parla già di legge elettorale per le Politiche. La convince il proporzionale puro che ha proposto il vicepresidente 5 Stelle Riccardo Ricciardi?
«Da sempre ritengo che il sistema maggioritario, magari a doppio turno, sarebbe il più efficace per garantire rappresentatività e stabilità dì governo.
Basti guardare cosa succede nei Comuni e nelle Regioni, dove non si cambia governo ogni anno. Si lavori a una soluzione possibile, anche se non è facile essere fiduciosi». Teme che col proporzionale si depotenzi il Nuovo Ulivo che il Pd sta costruendo con M5S e Leu?
«Penso che permettere agli elettori di scegliere non solo un partito, ma anche uno schieramento di forze sia un valore aggiunto. E credo che un nuovo campo di centrosinistra vada fondato su proposte per cambiare il Paese e la società: dalla svolta ecologica dell'economia al lavoro di qualità, dalla scuola e dalla sanità pubblica ai diritti delle persone. Prima di ogni tecnicismo c'è un progetto per il Paese, radicalmente innovativo e alternativo al sovranismo di una destra che ci vorrebbe isolati e fuori dall'Europa».
Di questo nuovo centrosinistra dovrebbero far parte anche Renzi e Calenda, per lei?
I moderati ci stanno solo senza il M5S.«Governo in Emilia-Romagna con una coalizione che vada Elly Schlein a Italia Viva, dai Verdi ad Azione. E il Pd è il perno di questa alleanza. C'è un confronto molto positivo con i 5 Stelle e molti moderati mi hanno non solo sostenuto, ma si sono candidati nella mia lista civica. Così qui è accaduto anche in molte città al voto di ottobre, a partire da Bologna e Ravenna. Se siamo ai vetì incrociati e ai posizionamenti di ciascuno non si fa molta strada, serve un progetto nuovo che unisca un fronte ampio». Il Pd però sta aspettando a dire la sua sulla legge elettorale. Cosi come sul Capo dello Stato. A lei piace l'idea di Giancarlo Giorgetti di un Draghi che dal Colle si occupi anche del governo?
«La Costituzione affida poteri e competenze distinti al Presidente del Repubblica e al Governo. Restiamo nella realtà e nella correttezza». Di Draghi al Colle però il centrodestra già sta parlando. E da Giuseppe Conte c'è stata un'apertura. È un'idea che la convince?
«Per la verità, solo pochi giomi fa Salvini e Meloni hanno ufficialmente candidato al Quirinale Silvio Berlusconi, insieme a Forza Italia. Oggi cambiano idea. Draghi, insieme al presidente Mattarella, è quanto di più autorevole l'Italia possa esprimere in Europa e nel mondo: proprio per questo non userei mai i loro nomi, quattro mesi prima, per ragioni di parte. Il percorso che porta all'elezione della più alta carica dello Stato deve vedere il massimo rispetto delle istituzioni, a partire dal presidente in carica, Mattarella. E dello stesso presidente Draghi, tirato in ballo temo in maniera strumentale. Io non ho alcun veto su di lui, ma proprio per la sua autorevolezza il suo nome va preservato da totonomi prematuri». Non crede che se Draghi salisse al Colle si andrebbe a votare prima del 2023?
«Lo scioglimento anticipato delle Camere servirebbe solo a confermare l'idea di un'Italia inaffidabile, che anziché programmare gli investimenti per la ricostruzione precipita in campagna elettorale. Ricordo che i soldi europei non spesi nei limiti e nei tempi fissati andranno restituiti. In un Paese normale, ma con un debito al 150% del Pil, questa discussione non si aprirebbe neanche». Una parte del Pd l'ha corteggiata per la corsa alla segreteria nazionale. Ci penserà, quando si farà il congresso?
«Insieme a Enrico Letta stiamo lavorando a un Pd più forte e a un centrosinistra nuovo e largo, per il cambiamento che serve al Paese. Io stesso, per quanto mi compete, cerco sempre di fare ciò che serve».