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È possibile dipingere il silenzio?Questa è la domanda che si poneva la nuova mostra di Gavia al Real Collegio di Lucca, cercando una risposta nelle immagini dipinte. 
E la mostra ha rappresentato quello che l'artista stessa ama, uno spazio di incontro e di condivisione di un senso comune all’interno di una situazione pittorica, materiale e artistica ma anche in particolare il luogo dove possa emergere una realtà di emozioni che attingano dentro ogni nostra sensibilità intima e “silenziosa”. 

. . . niente, mi sa che bisogna riformare l' ISTAT. .....
. . . ci sono più i premi di una volta.
Quest'anno .....
. . . . operò bene con il miglior tecnico di tutti .....
Con la nuova alluvione in Emilia è sparito anche il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Quest'aria frescolina allieta,
desta
gìà da quando si traffica in cucina
con la moka, primiero pensiero
dopo la sveglia mattutina
Con queste .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Umberto Mosso
I RIBOLLITI.

8/11/2021 - 15:09

                                     I RIBOLLITI.


Il fatto che Renzi sia antipatico, spaccone, strafottente e che sia riuscito ad andare in paradiso a dispetto dei santi nonostante questo, è rancio buono solo per la truppa. Ai “generali” non frega niente di tutto ciò, è altro che li irrita.
A loro brucia che un ragazzotto di provincia li abbia messi nel sacco per quattro anni di fila e perfino dopo essersene liberati abbia continuato a fargli fare la figura dei fessi per altri tre.
Tre anni nei quali, mentre i “generali” erano imbambolati dopo il voto del 2018, ha prima evitato che il futuro si riducesse a un bipolarismo tra M5S e Lega, lasciando che i populisti andassero insieme al governo (Conte 1) per dimostrare che erano due facce della stessa medaglia e l’alternativa andava costruita altrove.
Poi, quando quella formula fu decotta al punto giusto, ha usato l’incontinenza di Salvini per metterlo fuorigioco, evitando la rivincita elettorale della destra alla quale il PD si era già rassegnato (Conte2).
Quindi è riuscito, praticamente da solo, a mettere fine al disastro giallorosa mandando a spasso Conte e tutta la sua corte dei miracoli, creando le condizioni a Mattarella, la cui elezione a PdR era stata un suo precedente successo, e a Draghi per mettere in sicurezza il Paese.
Ce n’è più che a sufficienza per far pesare la bilancia dalla parte di Renzi. A meno che non si rubi sul peso.
I suoi successi sono direttamente proporzionali all’invidia politica di una classe dirigente insipiente e mediocre, chiusa a difesa del suo potere ossificato. Possono tollerare la sua presenza?
Li brucia nei tempi, ripetutamente, sul piano delle idee delle quali, poi, sono costretti ad appropriarsi. Li continua a sfidare pubblicamente in Parlamento, con proposte concrete e logica ferrea, costringendoli a costruire menzogne per salvare la faccia.
Hanno provato di tutto, insulti, ingiurie e diffamazioni di ogni tipo, campagne mediatiche ossessive, inchieste farlocche, terra bruciata attorno ad amici e sostenitori, perfino gli arresti dei genitori, poi revocati da giudici più indipendenti.
Ora la diffusione di documenti personali senza alcuna rilevanza penale, acquisiti col sospetto di modalità illegali, provano che il procedimento contro di lui ha come unico scopo quello di fornire ad altri l’occasione per alimentare il discredito politico e fomentare l’odio sociale.
Gli altri sono i “generali”, i suoi peggiori nemici, che hanno fatto la fila in Procura convocati come testimoni a carico. Credibili come i testimoni a carico di Enzo Tortora. Ridicolo se non fosse drammatico per la credibilità delle Istituzioni giudiziarie.
In attesa delle prossime flatulenze, magari in coincidenza con la Leopolda, apprendiamo che sono passati dal brindisi a champagne dei “bravi”, nel 2016, a quello di don Abbondio col ponce, sere fa.
A ciascuno le sue seratine, galleggianti come le teste di cavolo “verzotto” in ogni ribollita alla fiorentina che si rispetti.





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