Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
"Dipingendo la vita - Fornaini si racconta. Un viaggio lungo sessanta anni tra arte, incontri, passione."
E' questa la seconda pubblicazione dell'artista pisano edita da Marchetti editore.
Aveva esordito come autore nel 2015 con Altra gente di Pisa (MDS editore) nel quale sono raffigurati numerosi personaggi pisani impreziositi dalle liriche del poeta Alessandro Scarpellini.
L'uscita di questo volume mi permette di tornare a parlare di Fornaini, già allievo di Annigoni, amante della sua città e delle sue tradizioni artistiche, storiche e culturali.
Sempre attento anche al nostro popolare vernacolo, nel 1994 per il centenario della pubblicazione di Francesca da Rimini incise l'acquaforte commemorativa per il volume pubblicato dalla rivista Er Tramme.
Nello stesso anno Fornaini realizzò il disegno a china della Torre del Campano per la copertina del volume Bimbe di Pisa - Il teatro goliardico pisano a cura di Giorgio Casini edito da Il Portone.
Ho avuto il piacere di condividere con Enrico alcuni degli eventi descritti nel libro: le giornate in Maremma, le escursioni presso il lago di Massaciuccoli, le visite a Lappato e sui monti di Colonnata. Oggi voglio narrare altri ricordi che l'Autore stesso non ha riportato nel volume solo per mancanza di spazio.
In via S. Antonio a Pisa c'era una grande stanza con lunghe pareti dove Enrico poteva disegnare i cartoni preparatorii di alcuni suoi a
ffreschi.
Vi aveva portato anche il torchio per la tiratura delle sue incisioni all'acquaforte e all'acquatinta.
Nello stesso luogo spesso si riunivano i componenti della Brigata dei Dottori per le prove delle esilaranti commedie dell'indimenticabile Giancarlo Peluso.
Enrico, quando era presente, ascoltava e si interessava al vernacolo e spesso, seppur con stile ed eleganza, usciva con argute battute. In quel periodo io collaboravo con la rivista Moto Toscana dove descrissi come "semiserie" le sue avventure motociclistiche giovanili .Una sua caduta dal ciclomotore generò infatti il titolo Quando volano gli Angeli ..., e i Gabbiani ,.parafrasando gli angeli dei suoi affreschi e il motociclo posseduto all'epoca dal nostro giovane artista.
In occasione della Mostra Internazionale di Presepi organizzata nel convento dei Francescani a San Miniato nel 1993 con Enrico ed il collezionista pisano Aldo Breghi andammo per una decina di giorni a preparare i contenitori dei presepi.
Aldo riparava o costruiva le cassette, io davo il primo colore di base neutro ed Enrico dipingeva creando una infinità di paesaggi suggestivi diversi.
Lavoravamo assorti nella pace del luogo che ci ospitava tanto da nominarci "I tre del silenzio" e così ci descrissero nella brochure della manifestazione.
Giornate indimenticabili comprensive dell'ottimo pranzo in refettorio insieme ai pochi frati rimasti. Per onorare la nostra presenza non mancavano mai frutta e dolce.
La chiesa di Lappato, vicino Collodi, era stata interamente affrescata in precedenza dal Fornaini ; fu richiamato per completare il fonte battesimale.
Al mattino presto, nel silenzio più assoluto, essere avvolti dalle grandi opere religiose pittoriche era emozionante e motivo di profonda riflessione.
Come affascinante era assistere alla realizzazione dell'affresco dalla preparazione del fondo da parte del muratore, alla posa del cartone preparatorio sulla calce fresca alla definizione precisa dei contorni alla pittura vera e propria.
A mezzogiorno Don Ghilardi ci portava in una piccola trattoria casalinga e dopo un buon pranzo era d'obbligo una breve sosta alla vicina e plurisecolare grande quercia famosa per le sue dimensioni e già citata nelle carte del periodo Napoleonico.
Durante le giornate in Maremma mi piaceva fotografare la tela durante le susseguenti fasi della composizione.
Una volta si avvicinarono dei cavalli selvatici . Ci osservarono incuriositi prima di allontanarsi.. Non lo nascondo provai una certa paura.
A Colonnata Enrico amava passeggiare fra le cave di marmo che hanno ispirato molte sue opere.
Poi, come sempre, un buon pranzo. Andavamo da Ometto e su quelle tavole in marmo gustavamo il famoso lardo annaffiato da un ottimo vino rosso.
Enrico apprezzava molto Padre David Maria Turoldo la "... coscienza critica della Chiesa e il sostenitore di istanze di rinnovamento" . Approfittando della mia costante presenza a Milano mi recai presso la Chiesa di San Carlo in Corso Vittorio Emanuele per acquisire materiale al fine della realizzazione di un suo ritratto.
Anche se Il Padre era deceduto da poco riusci attraverso la sede di Bergamo dei Servi di Maria, ad avere numerose foto che lo ritraevano in vari momenti della sua vita.
Enrico ne fece un fedele ritratto che donò alla comunità religiosa oltre a tirarne alcune copie litografiche da distribuire in varie occasioni di mostre e convegni.
Ricordo, infine, una cena luculliana presso un suo caro amico al quale aveva affrescato la sala.
Caminetto acceso, griglia che sfornava carnagioni di ogni specie, vivi e liquori a volontà.
A tavola oltre al padrone di casa, io, Enrico e il suo allievo Maurizio Magretti.
Di fronte Alberto Fremura, Antonio Possenti e Paolo Vestri. Baldoria goliardica tra canti e gustosi aneddoti. Alla fine i pittorici regalarono curiosi bozzetti e il Vestri improvvisò un sonetto. Era ormai l'alba quando un ultimo brindisi (grappa alla vipera) pose fine alla indimenticabile serata.
Spesso Enrico veniva chiamato da privati e galleristi a periziare opere. Alcune volte lo accompagnavo e constatavo che, oltre alla grande conoscenza e cultura dell'arte pittorica delle varie epoche, la sua correttezza nello spiegare le ragioni delle sue osservazioni.
Esaminava l'opera con la lampada a raggi infrarossi, verificava se il materiale era coevo, firma e segni particolari e dava sempre giudizi che erano realistici e garbati.
Un aspetto che mi ha piacevolmente colpito in questo volume è l'aver conosciuto anche un Fornaini poeta.
Ho letto con attenzione le sue liriche intrise di sentimenti ed emozioni reali che ha saputo perpetuare su carta.
Tutti i fatti narrati fanno riflettere perché il loro evolversi è soprattutto una lezione di vita.
Sono rimasto colpito in particolare da una considerazione posta al termine di uno di questi "... la vita ti presenta sempre il conto". E' un amaro pensiero ma, pure un invito a comportarsi bene su questa terra, che conferma il sentito carattere religioso dell' Artista.
Una sera in Maremma stavamo preparandoci al rientro quando Enrico si diresse verso la spiaggia: fu un attimo, il sole di un rosso vivo si stava inabissando in mare.
Avevo tra le mani la mia Polaroid e lo immortalai di spalle tra le dune. Una foto poi sviluppata come puzzle, che nella sua semplicità è capace di far rivivere quel momento.
Il Maestro la tiene ancora esposta nel suo studio.