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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
11 novembre 1961
Sessant'anni fa l'eccidio di Kindu.

12/11/2021 - 21:32



                                       SESSANT’ANNI FA L’ECCIDIO DI KINDU
 
Importante celebrazione giovedì alla 46ma Brigata Aerea sull’aeroporto di San Giusto. Ricorreva il sessantesimo anniversario del tragico eccidio di cui furono vittime tredici aviatori italiani l’11 novembre 1961 a Kindu, nell’ex Congo belga, durante una missione di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite. Il paese africano aveva ottenuto da poco l’indipendenza dopo la lunga dominazione belga ed era in preda alla guerra civile tra varie fazioni e tribù in lotta, con forti spinte secessionistiche da parte della regione mineraria del Katanga. Per ristabilire l’ordine e la sicurezza, ma soprattutto per assistere la giovane repubblica congolese nei suoi primi passi, l’ONU organizzò nell’estate del 1960 una grande operazione multinazionale inviando nel Congo contingenti di “caschi blu” messi a disposizione da varie Nazioni del mondo. All’Italia fu chiesto di organizzare in loco un reparto di aerei da trasporto militare, compito che venne brillantemente assolto dalla 46ma Aerobrigata di Pisa con i suoi celebri “Vagoni Volanti”, ossia i velivoli C-119 allora in dotazione.
L’11 novembre 1961 due equipaggi del reparto, mentre si trovavano nella mensa dell’ONU nei pressi dell’aeroporto di Kindu, dove erano atterrati per rifornire la locale guarnigione di “caschi blu” malesi, vennero assaliti, sequestrati e infine barbaramente trucidati da truppe congolesi ammutinatesi, con l’accusa di essere mercenari bianchi sotto false insegne dell’ONU. Lo sdegno fu unanime in tutto il mondo per questa orrenda barbarie e in particolare nella città di Pisa, dove gli aviatori risiedevano con le loro famiglie. Gli studenti pisani organizzarono quel giorno un commosso corteo che, attraversando le vie di Pisa, raggiunse l’aeroporto di S. Giusto dove furono deposte corone di fiori ai piedi della bandiera della 46ma Aerobrigata.
Le salme di questi tredici sfortunati aviatori, una volta rimpatriate, vennero tumulate in un originale Sacrario, realizzato su progetto dell’arch. Giovanni Michelucci nei pressi dell’ingresso dell’aeroporto di Pisa. Alla loro memoria, ma solo nel 1994 e con le scuse ufficiali del Governo portate a Pisa dall’allora Presidente Scalfaro per l’imperdonabile ritardo, venne concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Per celebrare significativamente il sessantesimo anniversario di quei tragici fatti, l’Aeronautica Militare ha organizzato giovedì scorso una serie di eventi sull’aeroporto di Pisa, alla presenza dei familiari dei Caduti e delle autorità cittadine. Oltre ad una mostra fotografica rievocativa e ad un annullo filatelico delle Poste Italiane, è stato restaurato per l’occasione il C-119 da anni conservato sulla base e ridipinto con i colori originali che aveva nel corso delle operazioni nel Congo. A fargli da cornice sul piazzale per la solenne inaugurazione, erano giunti gli aerei dell’Aeronautica Militare di oggi, dall’F-35 all’Eurofighter, dal Tornado al T.346 fino al grande Boeing 767,  in un abbraccio simbolico all’anziano velivolo, tornato almeno nella livrea agli antichi splendori. Così ridipinto, farà bella mostra di se in una piazzola dinanzi al Sacrario, a ricordo del sacrificio degli aviatori della 46ma per la nobile causa della pace nel mondo.
 
                                                                                                                          Paolo Farina
 

Fonte: Paolo Farina è uno storico dell'aereonautica e scrittore di molti libri che la riguardano.
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