Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Il melograno, per via dei suoi frutti – dai chicchi rossi color del sangue che dal molteplice si associano a comporre un’unità – simboleggia fertilità, vitalità e abbondanza, ma anche e soprattutto morte e rinascita.
Io lo considero l’albero della vita, quello che ha fatto sì che nascessero le stagioni, quindi la natura. Mi sono sempre dilettato di mitologia greca e qui ho trovato la conferma del mio pensiero.
Ogni popolo, moderno o antico che sia, ha legato a questa pianta una sua simbologia e intrecciato con lei storie e racconti che si perdono fra il mito e la realtà. Una delle storie più interessanti e forse conosciute riguardanti quest’albero dai caratteristici frutti a forma di pomo, ricchi al loro interno di semi rosso rubino, affonda le proprie radici nella mitologia greca e riguarda la storia della dea Persefone. Il mito racconta che Ade, re degli Inferi, non riuscendo a trovare nessuna dea disposta a sposarlo, nonostante disponesse di infinite ricchezze, decise di rapire la bella Persefone, figlia della sorella Demetra. Quest’ultima, colta dalla disperazione per il rapimento della figlia, chiese aiuto a Zeus. Il re degli dei però non riuscì a portar via Persefone dal regno degli Inferi perché la bella dea aveva mangiato dei chicchi di un frutto di melograno offertole da Ade, ignorando il fatto che chi mangia dei frutti nel regno dei morti è vincolato a permanervi per sempre. Zeus però riuscì a far trovare un accordo tra Ade e Demetra. Poiché Persefone aveva mangiato soltanto sei chicchi di melograno sarebbe rimasta negli Inferi solo per sei mesi all’anno, durante l’autunno e l’inverno, per trascorrere il resto sulla terra, insieme alla madre, cioè la primavera e l’estate.
Così la canta Garcia Lorca:
È la melagrana profumata
un cielo cristallizzato.
Ogni grana è una stella
Ogni velo è un tramonto…….
Io nel giardino ho un minigrano!
Non mangio i suoi frutti e a casa ho sempre primavera!