Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
La foto che vedete, datata 2006, è la testimonianza di un sogno, di una prospettiva, di un cambiamento, di una possibile futura nuova fase dello sviluppo turistico della frazione di Migliarino, e di conseguenza di Vecchiano, che non ha avuto luogo. Un sogno incompiuto che avrebbe portato il nostro comune ad avere, sul proprio territorio, una struttura turistica di livello internazionale con tutto un indotto che avrebbe modificato in maniera radicale l’attuale modello di sviluppo turistico basato esclusivamente si parcheggi e sulle strutture del nostro litorale.
Quello che appare sul tavolo e oggetto di studio è infatti il progetto dello sviluppo turistico-ricettivo de La Mandria, da realizzarsi recuperando i vecchi edifici industriali presenti per dar loro nuova vita e nuova funzione di tipo turistico. Oltre il progetto, già sul tavolo, si prospettavano anche i fondi necessari provenienti da privati e sembrava anche superato lo storico disaccordo fra i vari proprietari delle varie parti degli edifici e dell’area.
Il progetto proveniva dallo studio fiorentino dell’architetto Simonetta Bracciali, i cui associati per settimane avevano fatto i rilievi a tutti gli edifici, ed era ispirato, commissionato e caldeggiato dalla signora Francesca Centurione Scotto Salviati che si era incaricata del collegamento fra i vari proprietari della vecchia zona industriale della Mandria.
Per una prima valutazione del progetto, e forse ancora prima di aprire formalmente un contatto con l’amministrazione comunale, furono coinvolti i componenti del Comitato Migliarino per il Parco, al tempo al centro dell’attenzione per l loro lotta contro la privatizzazione della sponda del Serchio. Il Comitato non aveva né peso politico né potere decisionale ma fu scelto proprio per il l’amore disinteressato per il territorio che aveva dimostrato. Non aveva infatti interessi personali né doveva sottostare ad eventuali consensi politici o elettorali ma si era mosso solo per evitare una deriva privatistica di una delle zone più belle del comune di Vecchiano.
La lotta per evitare la privatizzazione della sponda del fiume aveva suscitato molti apprezzamenti ma anche molte critiche, spesso anche feroci e con atti intimidatori, come sempre quando si vanno a toccare privilegi e situazioni stabilizzate da tempo con la assurda pretesa di essere oramai consolidate. Anche i rapporti del Comitato con le istituzioni locali non erano dei migliori perché si andava a modificare una visione consolidata da tempo tendente a non affrontare un problema che invece esisteva, la privatizzazione, di fatto, della sponda del fiume. Pochi privilegiati avevano di fatto privatizzato la quasi totalità della sponda con ostacoli e recinsioni in modo da escludere tutti gli altri dall’accesso all’acqua. Il Comitato si era fatto portavoce dei tanti cittadini esclusi e questo aveva raffreddato i rapporti con l’Amministrazione Comunale, rapporti che erano ulteriormente peggiorati poi con il previsto insediamento a Case di Marina.
Il Comitato si era infatti mobilitato anche per impedire che i vecchi edifici di Case di Marina fossero trasformate in RTA (Residenze Turistiche Alberghiere), di dubbia moralità e legalità e che avrebbero comportato lo sfratto di molti cittadini dalle sponde del fiume dove sarebbe stato realizzato una specie di porto fluviale per i nuovi facoltosi proprietari (tali, infatti, sarebbero stati e non semplici turisti), con tanto di zona di rimessaggio per i natanti durante l’inverno.
Una prescrizione proveniente dal Parco che fece sorridere in confronto alla complessità e invasività del progetto fu la richiesta di una bassa potenza delle luci in tutta l’area.
Nel caso del progetto Mandria i componenti del Comitato furono ascoltati per fornire suggerimenti sul tipo di insediamento nei vari edifici anche se alcun idee erano già in essere come un Auditorium nell’edificio più grande sulla via dei Pini e una scuola di lingue per studenti giapponesi. Giapponese era infatti il principale finanziatore del progetto e con i soldi (intorno ai 30 milioni di euro!) portava anche idee di sfruttamento e sviluppo. Furono suggerite botteghe artigiane, un grande albergo internazionale, ristoranti e giardini, locali di intrattenimento all’aperto con percorsi da realizzare nella grande area della Mandria fra sentieri ombrosi di giorno e luci soffuse di notte fino al suggerimento di ospitare eventi artistici e culturali per tutto l’anno.
Una zona perfetta, una location straordinaria nella pace e nel verde del Parco, un paradiso per il turista dove poter alloggiare con servizi eccellenti in un ambiente incantevole e da dove poter partire per visite guidate nelle città d’arte vicine o per godere della pace del bosco o della bellezza della spiaggia vicina raggiungibile con piste ciclabili realizzate attraverso la pineta. O anche per passeggiare lentamente sul viale dei Pini attrezzato come Parco Urbano di Vecchiano con tavolini, panchine, attrezzature per Pic Nic e un percorso Vita per gli amanti dello sport all’aperto.
Il progetto Mandria si integrò e completò all’epoca con quello della Regione Toscana tendente a ridurre il traffico delle auto nel Parco. L’Assessore regionale dell’epoca venne a Migliarino più volte con i suoi funzionari per fare sopralluoghi e venne ipotizzato un parcheggio scambiatore auto-bici proprio nella zona della Mandria collegato ad una pista ciclabile che da via dei Pini avrebbe proseguito su via dei Soldati per raggiungere il mare.
Come progetto da finanziare il Comitato aveva proposto: in estate accesso libero alle auto fino a Marina di Vecchiano come adesso, in inverno accesso alle auto solo fino a Case di Marina nei giorni feriali e fino alla Marina solo nel fine settimana. In cambio apertura tutto l'anno della nuova pista ciclabile viale dei Pini-strada dei Soldati. I soldi della regione sarebbero dovuti andare in parte anche ai Salviati come proprietari e anche per finanziare più controlli.
Era un progetto articolato e già ben avviato, un progetto che ancora oggi apparirebbe logico e condivisibile. Allora perché non è stato realizzato, e sarebbe ancora possibile, oggi, tirarne di nuovo le fila?
Entrambe le domande sono purtroppo senza risposta. Il motivo del mancato decollo di un progetto che sembrava a buon punto tanto da essere già sulla carta non è dato sapere. Qualcuno si è tirato indietro, qualche intoppo burocratico si è dimostrato insuperabile, forse mancanza di coraggio e convinzione, non sappiamo.
Anche alla domanda se oggi sarebbe ancora possibile è difficile rispondere. Certo, gli edifici sono ancora lì, forse ancora recuperabili e l’idea di un centro con quelle caratteristiche ancora sicuramente valida ma sul contorno non sappiamo. La Signora Centurione vive oramai stabilmente a Londra, i finanziatori non sappiamo chi fossero e che fine abbiano fatto, l’Amministrazione Comunale forse non è stata mai nemmeno consultata e anche dalla nuova amministrazione, rimasta invariata nei componenti, non sembrano arrivare segnali di un cambiamento di strategia per quanto riguarda lo sviluppo turistico del territorio.
Rimane quindi una utopia, una bella e grande utopia che avrebbe anche potuto realizzarsi. Così non è stato e sembra piuttosto difficile che si possa ripresentare un’occasione come quella del 2006, quando siamo stati così tanto vicini alla realizzazione di un sogno.
Il Comitato di Migliarino per il Parco