Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Se non fosse per quelle quattro pere a Stanford Bridge sarei veramente soddisfatto sullo stato di cose esistenti.
Sicuramente sono un sempliciotto nell’analisi politica. Il discorso pubblico è così pieno di analisti raffinati e ben pagati per le loro previsioni e ciò che nei social dicono quelli come me, che registrano con la propria esperienza il già detto e il già visto, è solo per caso che si dimostri più corrispondente ai processi in corso.
Basti pensare a quello che siamo andati dicendo dopo il 4 Marzo del 2018.
1 Il Pd che non respinge le dimissioni di Renzi ha decretato la fine del Pd del Lingotto.
2 Renzi non resterà a lungo dentro un partito che ha scelto i populismo dei 5 Stelle
3 l’argine ai due populismi è un governo di salvezza nazionale affidato a Draghi.
Dal Luglio 2019 al gennaio del 2021, a dimissioni avvenute di Italia Viva dal governo Conte 2, potete divertirvi a leggere gli interventi del fior fiore dei politologi italiani e le loro severe previsioni, tutte sballate.
Siamo vicini all’anno compiuto di governo di Mario Draghi. I toni sono molto cambiati da allora, soprattutto da parte dei commentatori con un certo sussiego istituzionale: quelli che dicono di essere imparziali e pertanto disquisiscono sull'opportuniità politica di tenere conferenze tra gli arabi cattivi che tengono su il nostro PIL.
Tra un paio di mesi si elegge il Presidente della Repubblica.
Da sempliciotto quale sono immagino che sarà Mario Draghi a dire l’ultima parola su chi deve andare sul colle più alto di Roma.
Perché?
Perché nessun altro come lui può valutare quale grande occasione e anche quale ultima spiaggia rappresentino l’impiego giusto dei 209 miliardi di euro che ci ha concesso l’Europa.
Mario Draghi non è condizionato da nessuna casacca di partito. Ha di fronte solo la sua grande competenza, la sua reputazione da civil servant, l’interesse del Paese.
Sceglierà dunque le parole migliori, possiamo esserne certi, non essendo terminato il lavorio a cui è stato chiamato da Mattarella e a cui ha detto di sì, non per calcolo politicistico e di partito ma per assolvere a un compito altissimo.
Solo l’idea che omuncoli politici come quelli che conosciamo possano imbastire del manovre con l’ex Presidente della BCE in campo, fa sorridere. Ma Bruto è un uomo d'onore...
Sono un sempliciotto abbastanza sereno su questo punto.
Veniamo invece al quadro politico che seguirà. Sono francamente interessato solo al partito a cui mi sono iscritto da tre anni. Italia Viva.
Fanno tutti gli gnorri su quanto si è detto alla Leopolda 11. Chi per non pagare pegno, chi perché è abbastanza vicino alla disperazione, chi perché pensa che ha ancora tempo per sopravvivere.
A questi “chi” possiamo dare il nome di Letta, di Calenda e di Salvini.
Né con gli uni né con gli altri. Questa è la linea politica emersa con nettezza a Firenze. Ed è stato indicato anche il luogo sociale dove questa linea immagina di essere vincente. Solo degli interessati falsificatori possono scambiare questo luogo per le caratteristiche della Casa che si ha in animo di costruire.
A leggere i commenti del giorno dopo mi è venuto da pensare che avevo assistito a un’altra assise. Meno male che mi ha soccorso Yutube che ha registrato tutto e sono andato a riascoltarmi gli interventi e a riepilogare i contenuti.
Ebbene, qual è la notizia? Matteo Renzi, di fatto, vuole ricostruire il partito del Lingotto che non c’è più e lancia la sfida: altro che il partito di centro.
Quella macchietta lì, il partito di centro, con quel tanto di numeri che può servire alle ambizioni dei demopopulisti nel drogato bipolarismo italiano, è la funzione assegnata a Calenda. Che Calenda si svincoli o vi si adatti sono problemi suoi.
Noi, cari acutissimi osservatori, stiamo già lavorando a ricostruire quella Casa che gli altri hanno abbandonato per tornare alle loro eterne indecisioni; che gli altri hanno preferito distruggere per tornare ai loro caminetti e alle loro correntine. E non credo che proprio tutti, tra quelli che si aggirano nelle macerie del fu Pd del Lingotto, si siano rassegnati a chiamare compagna la Taverna né credo che i liberaldemocratici e i socialisti confluiti in Forza Italia vogliano ancora sottomettersi persino alle giravolte del Cavaliere sul reddito di cittadinanza.
L’altra notizia è che questa nuova Casa ha già il capo di governo da indicare per la prossima legislatura ed è quello che sta ora a palazzo Chigi: si chiama Mario Draghi.
Siete tutti così sicuri che gli uni e altri viaggino in buone acque?