Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Il campo di calcio.
Che fu!
Come ha scritto Giancarlo nel suo “Le parole di ieri” a proposito del vecchio campo di calcio del “Migliarino, il “campo del Troncolo” era un luogo di ritrovo dei ragazzotti del paese, poi passato al rango di allenamento e disputa di serie partite fra la squadra nostrana e le altre dei paesi, anche lontani, partite che i nostri vincevano quasi sempre.
Aneddoti ce ne sono a decine, ma quello che successe a me da bimbo, spettatore di una combattuta partita, è sconosciuto e marginale.
Una domenica (anni ‘50) mia madre mi accompagnò in bicicletta alla “partita” al Troncolo. Per veder meglio il gioco mi agguantai alla rete di recinzione dove appoggiai la faccia.
Il pallone era di cuoio durissimo, la potenza della pedata fortissima e la mia testa giovanissima… svenuto per non so quanto, mia madre che piangeva e io che ho iniziato ad odiare il calcio!
Tutti i miei amici erano calciofili, io calciofobo!
E non mi è ancora passata!