Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Ho sempre pensato che, con molta pazienza, i negazionisti del vaccino potessero essere ricondotti alla ragione. Una ragione che si può anche non basare su prove scientifiche, su parole di esperti nazionali e internazionali o sugli Istituti di ricerca e controllo nati proprio per questo come EMA e AIFA, formati da esperti e creati appositamente per dare sicurezza ai cittadini sui nuovi farmaci, sulle nuove formulazioni e indirizzi terapeutici, sulla validità e sicurezza delle nuove terapie.
Se non su questo la ragione nei confronti di questi contestatori si può invocare semplicemente sui dati statistici, sui numeri che sono sempre obbiettivi o anche semplicemente sul paragone fra le nostre vite durante la pandemia, prima dei vaccini, e su quello attuale.
Non siamo ancora fuori dalla pandemia e forse occorrerà ancora qualche per anno per questo, visto che i paesi meno ricchi del mondo sono molto indietro con la copertura vaccinale della popolazione. E questo è diretta responsabilità dei governi dei paesi occidentali che si affannano e apprestano a offrire addirittura una terza dose vaccinale di sicurezza mentre in molte parti del mondo il numero dei vaccini forniti non è sufficiente nemmeno per la prima dose a tutta a popolazione e nemmeno per una parte significativa di essa. In alcuni paesi che si affacciano sul Mediterraneo la vaccinazione arriva a malapena al 5% della popolazione!
Se ora le nazioni occidentali stanno pensando di fornirli anche a chi non se li può permettere non è per quella generosità che ci aspettavamo e auspicavamo, ma solo per la consapevolezza, tardiva e ruffiana, che se non si cancella definitivamente il virus dalla terra non ne saremo mai fuori per la comparsa continua di varianti che bucano, più o meno, le nostre difese vaccinali. Al momento, fortunatamente, le varianti, continue, inevitabili, costituzionali al virus mostrano una maggiore capacità di trasmissione interumana ma non hanno manifestato una maggiore aggressività. Nel futuro tuttavia nessuno può prevedere l’insorgenza di una variante più pericolosa per cui è ragionevole e indispensabile eliminare completamente questo maledetto Covid prima di avere varianti maggiormente aggressive potenzialmente in grado di superare con facilità tutte le difese predisposte e dare nuovi malati gravi e nuovi morti.
Ad oggi in Italia oltre l’85% della popolazione è vaccinata, 45 milioni di persone su una platea totale di 54 milioni (100 milioni con almeno una dose). Ne restano fuori circa 7-8 milioni ma c’è da considerare i guariti, i non vaccinabili, quelli solo con la prima dose e tutti coloro che si sono infettati e guariti senza sapere di avere la malattia oppure senza averlo segnalato.
Sono usciti anche i numeri dei morti in conseguenza del vaccino, un dato che non deve essere ignorato. Si può morire anche a causa del vaccino, di questo come di tutti gli altri, fa parte del rischio insito alla vaccinazione e va giudicato col criterio del maggior vantaggio. Sono 682 decessi su 100 milioni di dosi, un modestissimo 0,0006 per cento, lo stesso rischio di vincere 100 milioni alla lotteria Italia comprando un biglietto sull’autostrada. C’è, lo sappiamo, ma infinitesimamente minore di morire intubato dal Covid.
Non restano molti, questi irriducibili, e una stima approssimativa ne conta circa 850.000. Abbastanza pochi ma sempre più solidi e motivati tanto che gli esperti cominciano a dire che sia abbastanza inutile “investire in programmi di persuasione”.
Nel tempo questi contestatori sono molto mutati e da un rifiuto per semplice paura o incertezza del vaccino molti hanno cercato in Rete le motivazioni della loro paura e sono diventati no vax per principio.
Secondo il coordinatore scientifico di Spss TREND, professor Cristiano Vezzoni se a giugno il tre quarti dei non propensi alla vaccinazione erano rappresentati dai “dubbiosi” e solo un quarto dei no vax, attualmente i contrari al vaccino per principio costituiscono più del 50% della popolazione che ha scelto di non vaccinarsi.
Da un lato prevale in loro la sfiducia trasversale, contro il governo, contro tutte le istituzioni, contro la Chiesa, fino ad essere contro la scienza; una crisi che mette in discussione ogni fonte autorevole e istituzionale fino ad arrivare alla teoria del complotto nazionale o mondiale. Di cui trovano ampie giustificazioni in Internet dove tanto più si rifiutano le fonti tradizionali quanto più si affidano a siti alternativi che di scientifico hanno ben poco.
C’è poi il lato emotivo di contrapposizione per cui si trovano sempre più chiusi in una bolla di appartenenza, un noi e un loro, che li rafforza, li convince ancora di più, dà loro la certezza di essere nel giusto, di lottare per una giusta causa; non come il popolo credulone in balìa delle multinazionali del farmaco spalleggiati da governi che si sono inventati l’esistenza di una pandemia e sempre più refrattari ad accogliere ragioni diverse dalle loro convinzioni.
“Viene così creata una minoranza sociale che con il passare dei mesi è diventata e diventerà un fortino difficile da abbattere”
Ora con le nuove disposizioni stiamo assistendo ad una ripresa delle prime dosi. Non possiamo certo dire che molti si sono finalmente convinti dell’utilità sanitaria e sociale del vaccino, non possiamo dire che la ragione alla fine ha prevalso, diciamo invece che questa disposizione, se giustificabile dal punto di vista della salute pubblica, appare sempre più come una coercizione, una costrizione mascherata.
Che molti si vaccinino per andare al cinema o al ristorante non dà proprio l’idea di un cittadino consapevole e forse le due cose, coercizione da una parte e superficialità dall’altra, sembrano equivalersi.
Ora è in fase di approvazione dall’ EMA un vaccino diverso da quelli attualmente in uso anti covid. Si chiama Nuvaxoid prodotto dalla biotech americana Novavax e che non ha niente a che vedere con gli attuali vaccini a base virale. È un vaccino vecchio tipo che già viene usato per malattie come la pertosse o l’epatite che contiene solo piccole particelle proteiche ottenute da una versione della famosa proteina Spike prodotta in laboratorio. L’organismo non le riconosce e vi forma contro quegli anticorpi che lo proteggeranno se dovesse incontrare il virus. Ha una efficacia del 90% simile ai vaccini attuali e con minori effetti collaterali. Una occasione da non perdere per i dubbiosi del vaccino a Rna e per chi ha patologie particolari, un’occasione inutile, purtroppo, per quel misero ma inspiegabile e incomprensibile cinque per cento di italiani che crede che la pandemia sia una invenzione dei governi e delle multinazionali.
Il prossimo anno dovrebbe arrivare anche il francese “VLA2021” sviluppato dall’azienda Valneva. Anche questo appetibile per i no vax per paura perché tradizionale: il virus viene inattivato e non può dare malattia ma le sue proteine stimolano ugualmente una sufficiente risposta immunitaria. Niente ingegneria genetica, niente somministrazioni di farmaci strani o sperimentali (a detta di molti, anzi di pochi per fortuna) ma solo del virus inattivato e incapace di dare malattia.