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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
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È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di
Fabio Bordignon- il Mattino
Fermo immagine sul 2021

22/12/2021 - 8:49

Fermo immagine sul 2021


Le immancabili gallerie e le classifiche di fine anno raccontano i successi dell’Italia. Ma mentre scorriamo, su siti nazionali ed europei, la timeline del 2021, un brivido corre lungo la schiena: e se la magia, nel 2022, dovesse dissolversi?
Muniti di terza dose, ci apprestiamo ad entrare nel terzo (!) anno dell’era Covid, e le principali ansie (e le principali tensioni) derivano, ancora, dal fronte sanitario. Sebbene i risultati della via italiana al contenimento del virus siano stati riconosciuti anche in Europa, la situazione rimane precaria. Come, di riflesso, rimangono precarie le stime sulla crescita economica. Sulle quali, come ha ricordato ieri Sabino Cassese sul Corriere, pesano ancora le tante debolezze dell’Italia. Tra queste, rimane, forse per prima, la fragilità del sistema politico.
Del resto, il primato di Paese dell’anno, assegnatoci dall’Economist, lo dobbiamo (anche) all’uomo dell’anno: Mario Draghi, la «persona più potente d’Europa», secondo un’altra graduatoria continentale, quella di Politico.eu, che lo etichetta come «tecnocrate politico». Peccato non sia ancora chiaro come tale potere verrà esercitato, nei prossimi mesi. Anzitutto, da quale palazzo. Visto che il 2022 è destinato ad aprirsi davanti al bivio Chigi/Quirinale.
In un mondo sempre più veloce e interconnesso, attraversato da continue crisi, i risultati devono essere confermati: anno per anno, giorno per giorno. Le immagini degli ultimi mesi non possono essere fermate. Ci dicono, però, che un’altra Italia è possibile. E che, in tutte le recenti foto di famiglia, c’è lui: l’attuale Presidente del consiglio. È necessario, quindi, fare il prima possibile chiarezza sul suo futuro. Il sistema politico-istituzionale, tuttavia, non sembra in grado di farlo. Pare, anzi, alle prese con l’ennesimo cortocircuito. I partiti incapaci di indicare una via d’uscita alla situazione d’impasse. L’interessato, per correttezza istituzionale, non può esprimersi. I cittadini vorrebbero farlo – come ci dice il Rapporto annuale su Gli Italiani e lo Stato LaPolis-Demos, pubblicato oggi su L’Espresso – ma non possono.
In assenza di una soluzione, questo passaggio potrebbe presto rigettarci dentro una spirale di conflittualità-instabilità-elezioni-caos politico. Magari non succederà. Ma le avvisaglie ci sono tutte. Le ricadute sarebbero gravose, per l’intero sistema paese.
La paura, allora, è giustificata. La paura di svegliarci dal sogno. Riscoprirci quelli di sempre. Trovarci, da campioni d’Europa, a faticare nuovamente sui campi minori. Certo, alla mezzanotte del 31 dicembre i Måneskin non si trasformeranno nei Cugini di campagna, Matteo Berrettini nel geom. Filini («ragioniere che fa, batti?»). Ma la paura di tornare tra le cenerentole d’Europa non è poi del tutto infondata.
 Fabio Bordignon @fabord

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