Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
IL MALE OSCURO
L’ex presidente della regione Basilicata, Marcello Pittella (PD), è stato assolto dal tribunale di Matera dall’accusa di falso e abuso d’ufficio nella Sanitopoli lucana che, nel 2018, gli era valsa gli arresti domiciliari e le conseguenti dimissioni da presidente della giunta regionale.
A seguito del consueto processo mediatico, che condannò a furor di popolo Pittella come un pericoloso criminale, pronto a reiterare i reati oggi dimostrati inesistenti, i lucani preferirono eleggere un presidente di centrodestra.
Onore a Pittella, dunque, da sempre conosciuto come uomo integro e dedito disinteressatamente al bene della sua terra. Ma niente potrà risarcire lui e la sua famiglia di tre anni di calvario pubblico, frutto di un modo barbarico di concepire la funzione giurisdizionale e quella dell’informazione.
Con poche eccezioni, che all'epoca definirono “acqua fresca” le imputazioni a Pittella (il Foglio), tutta la grande stampa locale e nazionale sbatté il mostro in prima pagina.
Furono, invece, riportate con grande rilievo le affermazioni della Procura di Matera che, ancora prima del processo, bollavano Pittella con parole che non avevano niente del lessico giuridico, ma erano solo una invettiva falsamente moralistica scagliata, abusando del prestigio della toga e della compiacenza dei media amici, contro il solito politico corrotto.
In questi giorni assistiamo alla polemica, che definire vergognosa è un eufemismo, di giornalisti contro la recente legge approvata dal Parlamento che rafforza le garanzie sulla “presunzione di innocenza”.
Un principio cardine della democrazia, sancito dalla Costituzione, così scarsamente applicato nel nostro Paese da essere stato sollecitato nella sua completa e rigorosa applicazione dalla Corte Europea che, anche su questo, aveva segnalato il disallineamento dell’Italia dalle norme dell’UE.
I PPMM, ai quali la Costituzione affida il compito della pubblica accusa, non del giudizio, nell’esercizio della quale, dice esplicitamente, che gli inquirenti devono cercare la verità anche raccogliendo le prove a discarico degli inquisiti, e i giornalisti, che non dovrebbero, non fosse altro che per onore professionale e dignità personale, limitarsi a collazionare le veline delle procure, protestano.
Sostengono che esprimersi rispettando il principio costituzionale della presunzione di innocenza sia una limitazione della libertà di stampa.
Ma di quale libertà di stampa parlano? Quella di sgomitare per entrare nel novero dei giornalisti amici, ai quali è dato accesso ai documenti che filtrano dagli Uffici giudiziari, che in cambio pubblicano con grande rilievo le tirate moralistiche spesso senza fondamento giuridico che, dopo anni, vengono smentite nei processi? Tutto a scapito dei colleghi, magistrati e giornalisti, che fanno correttamente il loro mestiere?
Il giornalismo asservito è la prima, vera, negazione della libertà di stampa.
Quello di Pittella non è un caso sporadico. Assistiamo quasi ogni giorno ad amministratori pubblici costretti a rinunciare al mandato popolare per l’accanimento giudiziario-mediatico che, in seguito, sarà smentito nel processo. Ma con quell’accanimento, del quale nessuno poi risponderà, si rovinano le vite personali e pubbliche di donne e uomini onesti, si cambiano di segno politico le amministrazioni.
Per non dire delle migliaia di casi “anonimi” che popolano ingiustamente le nostre carceri.
Un danno enorme per la democrazia, un contributo malvagio al discredito della politica e delle istituzioni sul quale lucrano e continuano a lucrare le forze politiche, primo il M5S, che fanno del giustizialismo un’arma di distruzione della civiltà giuridica europea.
A questi volgari parvenu dell’europeismo opportunista non resta che seguire Meloni la quale, dichiarando apertamente di non condividere alcuni principi costituzionali, come quello contrario all’ergastolo ostativo, altro punto di richiamo all’Italia da parte della Corte Europea, propone sfacciatamente al Parlamento di Cambiare la Costituzione perché troppo garantista.
E i bravi democratici tutti zitti, gongolanti a giocare a Sandra e Raimondo.