Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
La Voce ha tante sfumature e il Serchio le fa sue.
O il contrario.
Non è una foto fatta con artifizi al piccì, ma fatta nell’Oncino all’alba.
I colori vibrano come corde di arpa, toni alti, medi e bassi e l’acqua del Serchio li modula come suoni da vedere con gli occhi e sentire con il cuore.
Ognuno scelga la canzone che preferisce e guardi fissamente lo schermo: si adatterà alla vista.
Ora tolga l’audio: si adatterà al battito del cuore.
No, non sono né malato né pazzo, ma solo innamorato del mio Serchio!
I latini dicevano: "Vox Auseri”, i francesi “La voix de Serchio”, quasi come gli spagnoli che dicono “La Vox del Serchio” e con la nostra italica Voce finisce la bellezza del Serchio e del suo nome.
È inutile che gli inglesi cerchino di avvicinarsi con “The voice of the Serchio”, ci mancherebbe altro!
Se volessero poi partecipare ai nostri giochi verbali anche i tedeschi saremmo alla frutta, anzi alla “torba”!
Ci pensate a “Die Stimme des Serchio”?
O al cinese “Sài er ji ao de shengyn” o allo stranamente affine “Sawt al sirt shyu” arabo?
Meglio allora il samoano/hawaiano “Ka leo o Serchio”!