Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Tutti facevamo scappatelle sul fiume, nei canneti, dopo aver convinto la ragazzina ad uscire di casa fosse anche solo per una mezz'oretta, dandole appuntamento sull'argine vicino alla chiesa o dove le tornava più comodo, per scivolare poi giù e starsene appartati al sicuro, fuori dagli sguardi paterni, materni, fraterni o solo amichevolmente indisponenti.
Le sempre utilissime canne nascevano puntualmente ogni anno sempre più numerose, infestanti, verdi, lunghe, dritte, morbide e svettanti, fornendo un comodo e poetico rifugio a giovani innamorati, a coppie più o meno legalmente unite ed altrettanto comodo, ma meno poetico e più corporalmente utile rifugio, a chi non voleva rinchiudersi, per certi bisogni, in stretti scomodi e puzzolenti stanzini.
La sera poi era un cinguettio ed un continuo svolazzìo di passeri, storni, cannaiole, usignoli e capinere che sceglievano le comode e grosse foglie delle canne per farsi beati sonni in verdi culle con verdi baldacchini, al riparo da vento ed acqua.
I canneti accoglievano noi ragazzi per amoreggiare, discutere, fare piani di caccia, guerra e stupidaggini varie e un canneto servì per nascondere Luigi di Stoppa quando scappò di casa. Sua sorella l'aveva già fatto molti anni prima per sposare uno scapestrato di Viareggio che l'aveva messa in cinta e il bambino nato, a sua volta, quando ebbe appena una quindicina d'anni, ingravidò un'amichetta anche senza scappare, ma facendo un grande scalpore e fu il matrimonio dell'anno.
Luigi leggeva libri a non finire; ogni argomento era buono anche se preferiva però quelli impegnati tipo filosofia e politica. Era un ragazzo molto bravo e buono, un po' introverso e con una famiglia che non lo seguiva e capiva. Il padre sempre ubriaco e la madre sempre a piangere su mali immaginari.
Un pomeriggio, lanciato da chi non si sa, partì l'allarme che era sparito Luigi e questo servì ai paesani per rinnovare un po' i pettegolezzi che, in un paese come Migliarino, si limitavano al rapporto strano che vi era fra Gigi e Antonio sempre e troppo insieme, al prete che, si diceva, tocchicchiasse i bambin senza però che vi fossero molti scandali fra gente sposata, forse perché troppo scemi gli uomini e troppa paura nelle donne.
Vi furono allora ricerche fino alla terza generazione precedente se nella famiglia di Luigi vi fossero stati casi di pazzia, gli venne attribuita la parentela con un ragazzo che, molti anni prima, si era buttato dal palazzo della radio perché respinto agli esami, ma Luigi né era suo parente né andava a scuola.
Tutta la famiglia fu sventrata, rivoltata, controllata, esaminata in ogni aspetto socioeconomicalaffettivo e intanto si cercava sulle rive del Serchio qualche segno della presenza del giovane, senza scomodare carabinieri e pompieri che alle ricerche di migliarinesi scomparsi bastavamo noi e i panni sporchi, diceva Alessandro, ognuno deve lavarseli per proprio conto e a casa sua.
C'erano i fautori della fuga all'estero, quelli della morte per avvelenamento, coloro che propendevano per la classica pietra al collo nelle gelide acque del fiume, altri ottimisti invece dicevano che tutto si sarebbe risolto la sera col buio ricordando la recente fughetta di Mascherino che tenne col fiato sospeso il paese per una mezza giornata.
In quell'occasione mia madre mi disse, credo, la sua prima e unica battuta su qualcosa che riguardasse, se pur da lontano, argomenti di sesso. I genitori dell'allora scomparso ragazzo, ad un certo punto delle ricerche ancora infruttuose, scomparvero alla chetichella e mia madre, alla mia richiesta di dove se ne potessero andare un padre e una madre mentre l'unico figlio forse era in pericolo, se ne uscì col dire che forse forse stavano andando in un luogo appartato per farne un altro.
Stoppa però non pensò affatto all'unico figlio, anche perché ne aveva due e neanche pensò alla procreazione perché l'unica che si sarebbe fatta volentieri non era la moglie, ma una bella bottiglia di vino.
Dopo aver perlustrato le rive dalla nostra parte, sembrava ovvio che un fuggitivo si nascondesse sul Serchio dato che il monte era troppo lontano e la pineta dei Salviati recintata e sorvegliata da decine di guardie, scartata anche la riva dalla parte di Metato perché si poteva anche essere scemi ma non a tal punto di fuggire in quell'insulso paese, cominciammo a scendere a mare sulla riva del Dal Borgo, pensando a come avremmo fatto quando fosse sopraggiunta la notte.
Anche i più vicini a Luigi ora cominciavano a nutrire seri dubbi sulle capacità mentali dell'amico, perché un conto è lo scappare inteso come sfida ai genitori o come un viaggetto non molto ben organizzato, ma quando la tua scema scappatella coinvolge altre persone estranee e perdipiù danneggia i loro interessi nel senso che, invece di stare sull'argine a guardare se sei sempre vivo o quasi, potevano andare al mare a fare il bagno o stare al bar a giocare a biliardino, allora accidenti a te e chi te lo ha fatto fare.
Erano le otto quando a qualcuno parve di vedere uno che veniva dalla parte del mare a testa bassa e che, giunto a portata visiva, si rivelò per il nostro “ebreo errante”.
Era bello tranquillo e, alla naturale domanda che venne spontaneo fare a tutti di dove fosse stato, rispose che aveva camminato fino al mare:
"Perché, c'era forse qualcosa che fosse successa nel pomeriggio a Migliarino?”
Che cosa volevi rispondergli?