Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
LA DESTRA IN VACANZA (BAGAGLI E CONTE APPRESSO)
Lo confesso, non seguo nei particolari tutto quello che dice e fa Meloni. Anche perché è scontata e prevedibile come il capodanno, compresa la noia stracca che soprassale dopo i bagordi della nottata precedente.
Dicono che sia un’abile politica, per me è solo una furbastra gran chiacchierona. Ciò non toglie che ad una certa quota di italiani piaccia così. Altrimenti vivremmo in una Italia migliore.Tuttavia, facendo zapping, mi sono soffermato ad ascoltare l’intervista che ha rilasciato a Porro ieri sera. Mi capita a volte di guardare programmi che considero trash e lo faccio per rendermi conto di cosa si ciba il pubblico al quale non appartengo.Ieri sera Meloni ha sgranato tutto il rosario di luoghi comuni, banalità e stereotipi della politica di basso profilo che interpreta alla perfezione. “Spettacolo indecoroso”, “basta, non si può andare avanti così”, “fino a quando continueranno a prendere in giro gli italiani?”, “io ho una sola parola e quella ho sempre detto in faccia a tutti, alleati e avversari”, “sono delusa perché il cdx ha buttato via l’occasione di una vittoria storica” e così via.
Una piazzata in formato TV, rivolta soprattutto a Salvini, ma ce n’è stato per tutti, per comunicare che lei è l’unica coerente, limpida e in grado di offrire certezze ad un popolo lasciato allo sbando. Il problema è che credo fosse sincera, a forza di ripetere queste litanie se ne è convinta.
Per il resto politica zero. Come al solito non ha detto niente di significativo per gli italiani, se non offrire un momento di identificazione allo spezzone della parte “arrabbiata” di prammatica. Ma nel profluvio della sua arrabbiatura a specchio, come voce dal sen fuggita è spuntata la sua furbizia. “Il cdx, dal punto di vista parlamentare, è morto”, ha ripetuto. Ma che vuol dire? Che per tutto quello che non riguarda i voti espressi in Parlamento, pure se malridotto se ne può continuare a parlare? Ma questa non è una novità.
Il cdx “Parlamentare” è finito un anno fa quando Lega e FI hanno votato la fiducia al governo Draghi e lei no.
Meloni lo sa e pronunciando quella frase pensava ad altro.Pensava alla catena sciagurata che da Conte, attraverso Salvini, sarebbe dovuta arrivare a lei per mettere insieme 505 voti in Parlamento. Ai quali aggiungere la masnada dei “ciampolilli”, più o meno targati, per eleggere qualcuna/o con la nuova impronta giallo-verde-nero. Dove il giallo voleva fare di nuovo il PdC, il verde voleva solo, arrivato a quel punto, fare tana comunque per uscire dall’angolo e poi si vedrà, il nero terremotare tutto per andare alle elezioni anticipate. Rabbia e dannazione, “non ci hanno creduto davvero loro per primi”, Si arrabbia Meloni.
Lei ha il problema Berlusconi e Salvini. Quello Conte è affare di Letta, sempre che lo capisca. In tutto ciò il famoso Inno dell’Ottuso: di Conte, Zingaretti e Speranza ascoltiamo “Incomprensibile la crisi in piena pandemia”, cantano Travaglio e Giannini, dirige l’orchestra il maestro Bettini, si sentiva solo un anno fa.
Oggi i corifei di Conte fischiettano e Salvini a qualunque domanda risponde “porto pesci”. La signora sostiene di avere combattuto per una presidenza “super partes”, ma che dovesse “o-b-b-l-i-g-a-t-o-r-i-a-m-e-n-t-e! appartenere al mondo di cdx, per esprimere la cultura, i valori, i sentimenti di quella metà degli italiani ai quali, frustrati da oltre trenta anni di prepotenze della sinistra (tra i quali circa venti con lei al governo, n.d.r.) andava data una soddisfazione”. Il Quirinale come il pelouche vinto al tirassegno.
Dunque il Presidente meloniano doveva rappresentare l’Unità del Paese, ma essere di soddisfazione piena e dichiarata solo della sua metà. Di fesserie ne sono state dette e fatte tante con la regia della destra, ma questa le batte tutte. Però, quanto è brava Meloni, dicono.
Un tantino contraddittoria la signora. Mi fa venire in mente il candore, diciamo così, di certi vecchi bolscevichi del Pci che, a fine anni ’60, quando il partito offrì a italiani illustri come Ferruccio Parri, di costituire il gruppo dei senatori della “sinistra indipendente” dicevano “va bene, ma era meglio se si iscrivevano al Pci”.
Roba da ridere allora, roba vecchia oggi.
Non mi sorprende la chiusura dell’intervista col commento alla solita invettiva di Cacciarì, con Meloni che con la testolina dice sì alle parole del filosofo chimico. Con l’età avanzerà la sindrome Bombacci? Speriamo di no, per lui, per Meloni e anche per gli italiani. Ma quanto è brava sta Meloni! Dicono.