Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
AI PIANI ALTI DELL’INVIDIA SOCIALE.
Dunque, le cose stanno così. Nei pressi di una città dell’Arabia Saudita, AlUla, c’è un sito archeologico patrimonio mondiale dell’UNESCO. I sauditi intendono valorizzarlo, sia per ragioni culturali, sia turistiche.
Decidono così non solo di investire risorse per rendere il sito più fruibile, ovviamente non solo ai loro concittadini, ma anche ai turisti stranieri, e di trasformare la vicina AlUla nella prima città al mondo sostenibile, integralmente ad impatto zero.
Un progetto ambizioso e assai complesso perché, per la prima volta al mondo, non riguarda uno o più settori di attività che caratterizzano una città, ma tutti e tutti contemporaneamente. Dall’approvvigionamento energetico, alla mobilità, alla raccolta e smaltimento dei rifiuti, all’abitare, studiare e lavorare, AlUla deve diventare un esempio di applicazione integrale, nei tempi previsti, degli accordi mondiali sul clima, l’energia e l’ambiente. Replicabile nel mondo.
Per questo il progetto fa riferimento al “Rinascimento”.
Chiunque può capire non solo il grande interesse del mondo per l’obbiettivo, ma soprattutto per seguire l’elaborazione e l’esecuzione del progetto, che darà indicazioni del tutto innovative sui problemi della transizione ecologica e digitale che non si sono mai posti su quella scala e in modo così totale.
Per questo motivo il programma è stato affidato ad una società pubblica nel board della quale sono state riunite competenze e professionalità del più alto livello. Non solo tecnici, ma uomini politici, in servizio e non, che nella loro attività di governo hanno affrontato, con approccio riconosciuto valido dalla comunità internazionale, i problemi che prevedibilmente si porranno.
Chiunque nel mondo si occupi di sviluppo sostenibile e relative ricadute culturali, sociali, giuridiche ed economiche, vorrebbe essere partecipe e contribuire a quel programma. Anche perché ci sarà molto da imparare. Un programma che contribuirà, al di là delle chiacchiere, a far avanzare l’Arabia Saudita verso una maggiore apertura al mondo e livelli sempre più alti di modernizzazione anche in campo civile.
Matteo Renzi è stato chiamato a fare parte di quel board. Non c’è nessuna legge italiana che lo vieti, in quanto si tratta di una attività professionale consentita ai parlamentari, i quali in alcune centinaia di casi, continuano a svolgere le loro professioni di avvocati, insegnanti, consulenti di vari campi, sia in Italia, sia all’estero.
Nel caso di Renzi, come doveroso, i compensi che ne ricava sono tutti corrispondenti agli impegni contrattuali registrati e noti, tracciati in chiaro e producono alcune centinaia di migliaia di euro di tasse verso lo Stato italiano.Tanto è vero che proprio in questi giorni la procura di Firenze ha chiesto l’archiviazione di un procedimento aperto mesi fa su di lui, per verificare la regolarità dei suoi fatturati, certificando così la regolarità del suo operato.
Ovviamente le prefiche antirenziane hanno riportato la notizia della richiesta di archiviazione solo tra le righe di lunghi articoli che rifacevano la storia della nascita di quelle inchieste, mettendo in risalto le ipotesi di reato ormai decadute essendosi dimostrata la loro insussistenza. Per lasciare al lettore la sensazione che sia ancora tutto in piedi, oppure che il “marcio” non sia venuto a galla.
Conte ha una analoga inchiesta ancora aperta, gli auguriamo che se la cavi come Renzi, ma nessuno ne parla.
Non essendoci reati da addebitare a Renzi allora si parla di “inopportunità”.
Renzi partecipa ad un progetto di riarmo nucleare o di interesse militare? No.
Partecipa ad un progetto dove possano esserci elementi critici per la nostra sicurezza nazionale? No.
I soldi che prende sono sovradimensionati rispetto ai servizi resi, tali da far sospettare che sia pagato per altro? No.
Come la magistratura ha accertato. Nello svolgere questa sua attività professionale trascura i suoi doveri di Senatore? No.
Ed è paradossale che questo tema sia sollevato da chi, tutti i giorni, predica e prega che Renzi non stia tra i piedi della politica. Invece di ridere come ebeti sul “rinascimento saudita” dovrebbero piangere di loro stessi.