Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Calci, giornata del ricordo
in allegato alcune foto delle celebrazioni della giornata del ricordo di questa mattina a Calci.
Di seguito una sintesi dei momenti salienti di questa giornata:
- ore 9,30: per le studentesse e gli studenti della scuola secondaria di primo grado di Calci, in modalità videoconferenza, lezione storica del Prof. Pietro Finelli che ha portato la testimonianza indiretta del Sig. Mario Pavesi.
- ore 12,00: inaugurazione del Cippo in memoria delle vittime delle foibe e deposizione della corona di alloro alla presenza di Massimiliano Ghimenti, Sindaco di Calci, dott.ssa Annalisa Oliva, Viceprefetto di Pisa
e del Consiglio Comunale delle ragazze e dei ragazzi di Calci
- questa sera sul balcone del Municipio sarà esposto un ulteriore Tricolore che verrà appositamente illuminato, per comunicare anche simbolicamente l'adesione al Giorno del Ricordo.
Di seguito il discorso del sindaco Massimiliano Ghimenti
Oggi si celebra la Giornata del Ricordo, una solennità dedicata alla commemorazione di tutte le vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata.
Il nostro Comune – sulla scia di un percorso che viene ormai da diversi anni - ha voluto dedicare una serie di iniziative, rivolte sia alle studentesse e agli studenti della nostra scuola media sia, e più in generale, a tutta la comunità. E proprio oggi inauguriamo questo cippo.
Con la giornata di oggi infatti anche Calci, nel suo piccolo, desidera contribuire e approfondire una pagina di storia che, per molti, TROPPI anni, è stata assente dai testi scolastici.
Conoscere davvero significa, studiare, approfondire, contestualizzare ogni fatto e realtà storica. E, nel fare tutto ciò, deve sempre restare chiaro che non esiste niente che possa portare in alcun modo a giustificare atrocità e violenze verso persone innocenti, come sempre avviene quando si assiste a rastrellamenti o si impongono esodi di massa.
Gli uomini si sono spesso macchiati di violenze inaudite e di stragi di sangue accecati dalle diversità, dalle ideologie e dalle differenti appartenenze etniche, sociali, religiose. In questo ampio e disastroso scenario, anche il dramma delle Foibe ha assunto una ferocia ingiustificabile. Come sappiamo le prime esecuzioni risalgono ai giorni immediatamente successivi all'8 settembre del 1943 e gli eccidi proseguirono anche dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale. Al fianco di questi crimini è in questo clima che gli italiani di Istria, di Dalmazia, di Fiume, furono costretti a fuggire a migliaia. La paura degli apparati jugoslavi, l'ostilità di alcune parti delle popolazioni residenti, la mancanza di adeguata attenzione da parte delle autorità italiane e degli organismi internazionali che avrebbero dovuto vigilare sulle intese raggiunte, fecero proseguire tale esodo fino a tutti gli anni cinquanta. Moltissimi furono gli esuli che dovettero persino emigrare dall'altra parte del mondo alla ricerca di una nuova patria: Sud America, Australia, Canada, Stati Uniti. A lasciare l'Istria e la Dalmazia non furono solo gli italiani di un particolare colore politico, ma un'intera popolazione spaventata da tanta violenza e dagli omicidi quotidiani.
Ricordarlo è un dovere. ricordare è sempre un imperativo morale...
...ed invece sul fenomeno, per troppi anni, Ci fu un silenzio assordante proveniente da istituzioni, società civile ed organi di informazione. Su queste vicende cadde un oblio che solo in anni recenti - anche grazie al coraggio e alla lungimiranza dei Presidenti della Repubblica che si sono succeduti - è stato spazzato via.
Il novecento è stato, purtroppo, il secolo delle atrocità, delle guerre, dell'odio razziale, degli stermini di massa. L’Europa – oggi - ha assicurato un lungo periodo di pace nel vecchio continente. Ma È solo dalla piena conoscenza storica che può nascere e irrobustirsi il dialogo tra tutti i popoli europei. Anche per superare le divisioni.
Ed ecco che allora ricordare le Foibe, ricordare le vittime, ricordare l'esodo di migliaia di italiani, è un dovere anche verso i più giovani (presente il CCR) che a Calci ad onor del vero da sempre lavorano a scuola anche su questo fronte.
Il Giorno del Ricordo deve infatti essere un momento di profonda riflessione da parte di tutti noi. Ed anche in questa giornata, così come faccio in altre celebrazioni istituzionali, voglio riattualizzare questo messaggio. Perché non è sufficiente pensare solo di ricordare ciò che è stato. Non è accettabile, ricordare quello che è stato, che ha riguardato italiani in terre oltre l’attuale confine nazionale, ma al tempo stesso restare ciechi di fronte alle atrocità del presente.
L’ho detto spesso e lo ribadisco a gran voce anche quest’oggi: la memoria è RICORDO, ma deve anche essere ATTUALIZZAZIONE.
Se ci impegniamo a ricordare le atrocità di un passato nemmeno troppo lontano, lo dobbiamo fare anche guardando a quello che avviene in troppi scenari del mondo. Nel silenzio assordante, spesso, della Comunità Internazionale e, a volte, persino delle comunità. Eppure anche oggi esistono campi di prigionia, emarginazioni, violenze e morti in tante parti del mondo. Lo ripeto nell’INDIFFERENZA di Organismi internazionali, Istituzioni e persone.
So che non saranno certo queste parole o questa celebrazione a cambiare lo stato delle cose, ma so anche che se perdiamo la lucidità e la voglia di denunciare a gran voce quello a cui assistiamo da tante, troppe, parti, non diamo un vero contributo alle giovani generazioni per far capire che l’indifferenza verso fatti o fenomeni che avvengono solo un po' più in là del nostro naso è grave, mutatis mutandis, come il silenzio e l’oblio che in molti periodi storici ha accompagnato il tentativo di nascondere la verità e le sofferenze, magari per coprire le responsabilità di certe atrocità.
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Dott.ssa Francesca Franceschi
Giornalista
Ufficio di Staff del Sindaco e della Giunta
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