none_o


Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
none_a
Incontrati per caso
di Valdo Mori
none_a
APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
none_a
A cura di Erminio Fonzo
none_a
Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
none_a
Ripafratta, 12 luglio
none_a
Bagno degli Americani di Tirrenia
none_a
Molina di Quosa, 8 luglio
none_a
Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
none_a
Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
none_o
Il sogno di Maria.

12/2/2022 - 18:07


Ieri, nell’anno 1999, si spense uno dei grandi, se non il più, cantautori italiani: Fabrizio De André.

Le sue canzoni erano vere poesie, parlavano di tutto e di tutti, ricchi e derelitti, santi e puttane, eroi e corruttori. Ieri avevo pensato di onorarlo qui, dato che le altre volte nelle quali si è parlato di Lui, c’è stato un interesse di diversi lettori, poi non ho potuto avvicinarmi al PC e lo faccio adesso, dopo aver girato tutta la mattina in cerca di qualcosa che si intonasse ad una delle sue liriche.
Una delle più toccanti è “Il sogno di Maria” dove spicca un verso straordinario: “dove all’ulivo si abbraccia la vite” e mi è scattato un forzato abbinamento con il luogo dove mi trovavo, sulle colline avanesi, dove le balze ospitano giunchiglie e non viti, ma l’unione esiste intensa.  


…Volammo davvero sopra le case,
oltre i cancelli, gli orti, le strade,
poi scivolammo tra valli fiorite
dove all’ulivo si abbraccia la vite.
 
Scendemmo là, dove il giorno si perde
a cercarsi da solo nascosto tra il verde…


Fabrizio, ti dico questa: quando uscì il tuo album, La buona novella, mi accompagnasti in un lunghissimo viaggio a Lipsia dove avevo un lavoro. Una lunga giornata che passò felicemente, continuamente in tua compagnia.

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

14/2/2022 - 9:22

AUTORE:
Eros

Eccolo il mio san Valentino,
saltella svolazza mi viene vicino
raspa razzola becchetta
plana si spiumaccia cinguetta
mi guarda e presto si allontana
per inebriarsi un poco alla fontana!

13/2/2022 - 13:16

AUTORE:
Rochy

Piccola stella
che scendi dal cielo
e ti fissi sullo stelo
a ciuffi o in solitaria,
aulisci con garbo l'aria
che i refoli di vento
o la brezza vespertina
trasportano in schieramento,
e dalla sera alla mattina
l'incolto le balze il selvaggio
diventano eden: non è un miraggio.
Grazioso minuto fiore
umile alla portata
di noi poveri mortali
ideale per Fabrizio
che sapeva dotare di ali
tutte le anime sofferenti
elevandole a possenti.

13/2/2022 - 10:13

AUTORE:
P.G_

L'avevo in cassetta , me la portavo a giro per l'Europa, era bello ascoltarlo la sera in tenda. Metteva i brividi.

Uomini senza fallo, semidei
che vivete in castelli inargentati
che di gloria toccaste gli apogei
noi che invochiam pietà siamo i drogati.

Dell'inumano varcando il confine
conoscemmo anzitempo la carogna
che ad ogni ambito sogno mette fine:
che la pietà non vi sia di vergogna.

Banchieri, pizzicagnoli, notai,
coi ventri obesi e le mani sudate
coi cuori a forma di salvadanai
noi che invochiam pietà fummo traviate.

Navigammo su fragili vascelli
per affrontar del mondo la burrasca
ed avevamo gli occhi troppo belli:
che la pietà non vi rimanga in tasca.

Giudici eletti, uomini di legge
noi che danziam nei vostri sogni ancora
siamo l'umano desolato gregge
di chi morì con il nodo alla gola.

Quanti innocenti all'orrenda agonia
votaste decidendone la sorte
e quanto giusta pensate che sia
una sentenza che decreta morte?

Uomini cui pietà non convien sempre
male accettando il destino comune,
andate, nelle sere di novembre,
a spiar delle stelle al fioco lume,
la morte e il vento, in mezzo ai camposanti,
muover le tombe e metterle vicine
come fossero tessere giganti
di un domino che non avrà mai fine.

Uomini, poiché all'ultimo minuto
non vi assalga il rimorso ormai tardivo
per non aver pietà giammai avuto
e non diventi rantolo il respiro:
sappiate che la morte vi sorveglia
gioir nei prati o fra i muri di calce,
come crescere il gran guarda il villano
finché non sia maturo per la falce.

12/2/2022 - 21:43

AUTORE:
u.m.

ciao amico, avevi capito che l'ho scritto per te.

12/2/2022 - 20:35

AUTORE:
GigiDiTeglia

............ poesie interpretate, non oso scrivere cantate, con ineguagliata maestria dal grande Fabrizio. Non era un cantante ma un ineguagliabile interprete delle sue poesie.
La prima che ho conosciuto se ben ricordo è:
" La guerra di Piero ".

Dormi sepolto in un campo di grano
Non è la rosa, non è il tulipano
Che ti fan veglia dall′ombra dei fossi
Ma sono mille papaveri rossi
Lungo le sponde del mio torrente
Voglio che scendano i lucci argentati
Non più i cadaveri dei soldati
Portati in braccio dalla corrente
Così dicevi ed era d'inverno
E come gli altri verso l′inferno
Te ne vai triste come chi deve
Il vento ti sputa in faccia la neve
Fermati Piero, fermati adesso
Lascia che il vento ti passi un po' addosso
Dei morti in battaglia ti porti la voce
Chi diede la vita ebbe in cambio una croce
Ma tu non lo udisti e il tempo passava
Con le stagioni a passo di giava
Ed arrivasti a varcar la frontiera
In un bel giorno di primavera
E mentre marciavi con l'anima in spalle
Vedesti un uomo in fondo alla valle
Che aveva il tuo stesso identico umore
Ma la divisa di un altro colore
Sparagli Piero, sparagli ora
E dopo un colpo sparagli ancora
Fino a che tu non lo vedrai esangue
Cadere in terra a coprire il suo sangue
E se gli spari in fronte o nel cuore
Soltanto il tempo avrà per morire
Ma il tempo a me resterà per vedere
Vedere gli occhi di un uomo che muore
E mentre gli usi questa premura
Quello si volta, ti vede e ha paura
Ed imbracciata l′artiglieria
Non ti ricambia la cortesia
Cadesti a terra senza un lamento
E ti accorgesti in un solo momento
Che il tempo non ti sarebbe bastato
A chieder perdono per ogni peccato
Cadesti a terra senza un lamento
E ti accorgesti in un solo momento
Che la tua vita finiva quel giorno
E non ci sarebbe stato ritorno
Ninetta mia crepare di maggio
Ci vuole tanto, troppo, coraggio
Ninetta bella dritto all′inferno
Avrei preferito andarci d'inverno