Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Spiace dover contraddire ma la giravolta del M5S sul gasdotto Tap, non è una questione di contesto storico differente.In primo luogo perché è compito della politica avere uno sguardo lungo sulle questioni.
E poi di maggior rifornimento di energia a costi più calmierati, come di maggior indipendenza nell’approvvigionamento del gas da altri Paesi, se ne parlava già nel periodo dell’esordio di Tap.
Credo semplicemente che un pezzo del Movimento si sia esercitato con la pratica di governo che è attività molto più complessa del salire su un palco spargendo epiteti e promesse che loro per primi ben sapevano di non poter mantenere.
Ho purtroppo vissuto sulla mia pelle ciò che di violento, poco corretto, intimidatorio e umanamente miserabile il Movimento ha saputo scagliare contro chi invitava chiunque a ragionare sul tema gasdotto.
Come è ben chiaro a tutti che questi signori si sono potuti permettere di distruggere le esistenze altrui dai palchi dei comizi perché a partire dalla comunità politica di cui facevo parte, il PD, non si sono in evidentemente attivati quegli anticorpi necessari a far muro contro populismo, rabbia e incompetenza.
Anzi, si è pensato addirittura di assecondarli, di fomentarli nell’individuare nemici del territorio e dei cittadini, di lisciare loro il pelo per propaganda elettorale e per regolare vecchi conti interni. E quando una comunità politica si divide, si sgretola prima di tutto sulle fondamenta di ciò che la dovrebbe tenere insieme, il rispetto umano reciproco, rimane solo una grande solitudine per chi aveva inteso compiere una battaglia di civiltà e utile al Paese.Quindi no, caro Di Stefano, la correttezza verso gli elettori, il rispetto umano nei confronti degli avversari politici e il rigore etico verso se stessi hanno ben poco a che fare con il contesto.
Noi siamo ancora qua in attesa di quell’unico atto che sarebbe doveroso da parte vostra: chiedere scusa.