Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Oggi sarebbe il compleanno di MassimoTroisi.
Gli dedichiamo una poesia del suo amico Roberto Benigni:
<Non so cosa teneva "dint'a capa", intelligente, generoso, scaltro,
per lui non vale il detto che è del Papa, morto un Troisi non se ne fa un altro.
Morto Troisi muore la segreta arte di quella dolce tarantella, ciò che Moravia disse del Poeta io lo ridico per un Pulcinella.
La gioia di bagnarsi in quel diluvio di "jamm, o' saccio, ‘naggia, oilloc, azz! "era come parlare col Vesuvio, era come ascoltare del buon Jazz.
"Non si capisce", urlavano sicuri, "questo Troisi se ne resti al Sud!
"Adesso lo capiscono i canguri, gli Indiani e i miliardari di Holliwood!
Con lui ho capito tutta la bellezza di Napoli, la gente, il suo destino, e non m'ha mai parlato della pizza, e non m'ha mai suonato il mandolino.
O Massimino io ti tengo in serbo fra ciò che il mondo dona di più caro, ha fatto più miracoli il tuo verbo di quello dell'amato San Gennaro>