Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Forse ci siamo. La pandemia in Italia rallenta, diminuiscono i contagi, diminuiscono i ricoveri. Non diminuiscono ancora le morti ma queste, dicono gli esperti, sono condizionate da almeno due fattori: alcuni decessi sono di persone ricoverate da molto tempo e colpite dalla più grave forma del coronavirus, la famosa Delta, altri sono dovuti ad un errato metodo di classificazione.
Nel nostro paese, infatti, sono stati considerati morti da Covid tutti i decessi in cui, insieme ad altre patologie, era presente un’infezione da coronavirus. Chi si recava al pronto soccorso di un qualsiasi ospedale colpito da infarto o da altra grava patologia che lo portava al decesso e presentava contemporaneamente un’infezione da coronavirus veniva catalogato come morto da Covid.
Già un primo punto per questo numero elevato di decessi ma poi un altro fattore ha contribuito ad incrementare e preferire questa classificazione. Per gli elevati costi che le varie Aziende Sanitarie hanno dovuto affrontare per la cura di questa patologia così grave e complessa in termini di personale, materiali di consumo e apparecchiature mediche il governo ha giustamente stabilito una tariffa suppletiva per ogni ricovero Covid. Molte regioni, da sempre in affanno economico, hanno tollerato, e forse incoraggiato, questa classificazione che permetteva loro una maggiore entrata in denaro dallo Stato. Ecco che il numero dei morti Covid è stato sempre così elevato e solo recentemente si sono levate voci per modificare questa classificazione e renderla più consona alla realtà.
Siamo oramai arrivati ad una percentuale di vaccinati e guariti che avrebbe dovuto garantire quella famosa e tanto auspicata “immunità di gregge” che ci avrebbe liberato dalla malattia. Non ci siamo ancora, o forse ci siamo vicini, ma le previsioni fatte al tempo non sono dipese da un errore statistico o da valutazioni fasulle ma semplicemente dal fatto che erano basate sui dati del momento, quando quello che circolava fra la popolazione era la variante Delta con un certo comportamento in fatto di nuovi contagi. Con la comparsa della variante Omicron, dieci volte più contagiosa, queste previsioni hanno dovuto essere aggiornate perché l’immunità di gregge avviene quando il virus non trova un numero sufficiente di persone non protette per diffondersi ulteriormente. Quando la capacità di diffusione è così alta il virus riesce comunque a trovare sempre qualche ospite vergine in cui riprodursi.
Guardandoci intorno vediamo oggi che la gente comunque è meno preoccupata e anche se molti ancora rispettano con grande solerzia le disposizioni di protezione individuale, il clima generale del paese è molto cambiato. Si comincia a riprendere la normale vita di relazione ed anche la stessa malattia fa meno paura. Non lo fa a chi è vaccinato per la sicurezza di avere una protezione che garantisce forme minori e meno gravi di malattia, ma anche a chi non lo è perché se il virus con la propria mutazione ha guadagnato molto in fatto di trasmissione da soggetto a soggetto, contestualmente ha perso molto della sua aggressività. Nei vaccinati spesso passa addirittura inosservato o con sintomi molto lievi, nei non vaccinati può dare qualche fenomeno in più ma in generale manda all’ospedale solo i più fragili e i più anziani con pluripatologie.
Hanno fatto bene dunque, hanno avuto ragione alla fine i no-vax a non vaccinarsi? Si ammannalo (per caso o anche volontariamente con i famigerati Covid party) e ottengono così il green pass senza bisogno di sottoporsi alla vaccinazione, al rischio della puntura, agli effetti collaterali potenziali, al rispetto finalmente della loro libertà di cittadini attenti alla Costituzione?
Forse possono rallegrarsi di avere ottenuto in questo modo un foglio come tutti gli altri vaccinati ma rimane il fatto grave di essere venuti meno al dovere civico di ogni cittadino, quello cioè di obbedire alle leggi, di rispettare gli altri prima di sé stessi.
Come non considerare il rifiuto alla vaccinazione come una suprema forma di egoismo, di amore di sé, il mettere sé stessi e la propria salute avanti a tutti gli altri, indifferenti alle leggi, alla logica, e anche all’evidenza dei tanti morti fra i non vaccinati.
Perché, in nome di quali maestri e di quali falsi scienziati la scelta di non voler correre il minimo rischio di una vaccinazione mettendo in pericolo il tuo prossimo, occupando le corsie degli ospedali dedicate ad altre patologie, intasando le terapie intensive a scapito di chi è in attesa di interventi per tumori e cardiopatie, rimandando tutti gli screening programmati per le principali patologie tumorali, oberare di lavoro i sanitari arrivando perfino alle offese quando questi si adoperavano per salvarti la vita. Per non parlare dei costi sanitari dei tantissimi ricoverati no vax nelle terapie intensive di tutta Italia.
Sono stati fortunati, questo sì. Chi si ammala ora è favorito dalla estrema contagiosità della variante Omicron che ha preso orami il posto della precedente e più pericolosa Delta. Con quella, se non vaccinati, avrebbero rischiato molto di più come possono testimoniare i tanti morti e quelli ancora ricoverati in ospedale con quella variante.
Anche se Maria Van Kerkhove, specialista in malattie infettive, epidemiologa e alta funzionaria dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha dichiarato recentemente: "In alcuni Paesi la mortalità con Omicron è stata superiore rispetto alle precedenti ondate con Delta”. Per cui la cautela è d’obbligo.
I contagiati attuali svilupperanno anticorpi contro la variante Omicron del coronavirus ma non è sicuro che questi possano proteggere anche contro le altre varianti, quelle presenti e quelle, eventuali, future.
Ma questo della protezione nel tempo è un argomento ancora da esplorare perché nessuno, al momento, può prevedere cosa succederà nel futuro. Come si comporterà questo virus noto e come si comporteranno altre possibili varianti, quasi inevitabili finché il coronavirus sarà in giro per il mondo ad infettare sempre nuove popolazioni.
Per la necessità del pass per i lavoratori ultra cinquantenni la mia opinione che potrebbe anche essere abolito. Lo scopo del decreto era spingere (diciamo pure costringere) a vaccinarsi. Chi non l’ha fatto probabilmente non lo farà più, inutile mantenere la necessità della vaccinazione, basterebbe tornare al tampone, forse anche più utile di fronte alla difesa dal contagio.
Parlano addirittura di prolungarne l’efficacia fino a giugno, forse una dichiarazione studiata per cercare di persuadere gli ultimi indecisi, ponendoli di fronte al rischio di stare alcuni mesi senza stipendio.