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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
Da due anni a questa parte si legge che Putin, ovvio, .....
È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Edoardo Fanucci
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Di Antonio Campo
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di Bruno Desidera
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di Matteo Renzi, senatore e presidente di IV
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Da un'intervista a Maria Elena Boschi
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Umberto Mosso
SPES CONTRA SPEM.

2/3/2022 - 13:15

SPES CONTRA SPEM.

 

“Spes contra spem”, come scriveva Paolo di Tarso nella lettera ai romani. “Sperare contro ogni speranza” diventò, negli anni ’50, il motto del sindaco di Firenze Giorgio La Pira per esortare a non disperare nel bene anche difronte alla realtà più dura.

Nel 2016 Marco Pannella riprese questa espressione scrivendo la sua ultima lettera a Papa Francesco, per condividere con lui la volontà di “osare l’inosabile” dandole il significato di “essere speranza (spes) piuttosto che avere speranza (spem)”.

Ieri il nostro Parlamento, approvando un discorso da vero, grande statista, di Mario Draghi, ha sollecitato tutti gli italiani ad “essere speranza” attivamente, a partire dal governo, piuttosto che aspettare passivamente avendo “solo” speranza.

La strada della resistenza a Putin è sempre più europea ed è solo l’unità di intenti dei popoli occidentali, in particolare dell’Europa, che può isolare l’aggressore e costringerlo a far tacere le armi e accettare una trattativa di pace credibile.

L’aggressione russa non ha trovato popoli “imbelli, corrotti, drogati e nazisti, senza principi né dirittura morale” che nel delirio di onnipotenza Putin aveva immaginato di trovarsi di fronte. Né l’Ucraina, né l’Unione Europea sono questo.

Errori ne sono stati fatti, come il vergognoso ritiro dall’Afganistan e le mancate adeguate reazioni all’annessione della Crimea, agli interventi negli stati caucasici e in Siria. Falle ne abbiamo avute. Ma così come ieri abbiamo saputo reagire unitariamente alla pandemia, mettendo per la prima volta insieme risorse e soluzioni comuni che hanno superato le regole che fino ad allora sembravano immutabili, oggi l’UE cambia modalità e regole e contro ogni previsione russa non poggerà solo sul pilastro dell’economia e della finanza comune, che comunque rischieremo mettendolo in gioco per la difesa di principi e valori comuni di libertà, democrazia e autodeterminazione dei popoli.

La prima sconfitta politica di Putin è che l’Europa non sarà più solo quella dell’euro, ma una terra libera che difende unita una solida base di principi e di cultura comuni che ne costituiscono l’identità conquistata e difesa da oltre settanta anni. Il rischio è grande, ma non c’è altra strada per costringere chi vuole la guerra a trattare la pace. Ora ci vuole un altro segnale forte e unitario sulla volontà di trattare da parte dell’Occidente. La nomina di un negoziatore unico di UE e Nato, Angela Merkel.Matteo Renzi, nel dibattito in Senato di cinque giorni fa, ha proposto che sia Angela Merkel, lo ha ribadito in una intervista a la Stampa domenica scorsa e ancora oggi negli interventi di Italia Viva al Senato e alla Camera nel dibattito sulla comunicazione di Draghi.

Per giorni molti hanno fatto finta di non aver sentito. Poi, come sempre accade, qualcuno riprende le sue buone idee come fossero state trovate sotto a un cavolo. Ieri, a quattro giorni dall’inizio della guerra, parlando con alcuni amici ho scoperto che pressoché tutti non sapevano di questa proposta. Qualcuno l’aveva orecchiata, priva di attribuzione, da qualche peones in una scheggia di Tg. Pazienza. Non c’è tempo da perdere per dare una possibilità alla trattativa di pace.

Anche in questo frangente prevale la volontà di fare un dispetto a Renzi? C’è da sperare che sia solo un problema di lentezza nei tempi di reazione di persone poco abituate alla rapidità del pensiero e delle decisioni. Sveglia!

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