Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
8 MARZO 2022
Oggi è una Festa della donna diversa dalle altre. Ci sono i temi di cui parliamo da anni: il tema dei diritti, delle pari opportunità, dei salari, c’è il drammatico tema della violenza che ancora oggi, qui da noi, è più attuale di quel che vorremmo immaginare; c’è il grande e vergognoso tema della discriminazione in tanti, troppi Paesi del mondo, basti pensare alle donne afghane che nel 2022 non possono uscire di casa se non accompagnate da uomini.
Ma in questo 8 marzo, a due anni esatti dall’inizio di una pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero e pensavamo fosse davvero abbastanza come dramma da affrontare e superare come collettività, non posso non pensare all’angoscia, al terrore, al dolore delle donne ucraine costrette a fuggire per mettere in salvo i propri bambini.
Sono rimasta sconvolta dall’immagine pubblicata nelle scorse ore dal New York Times e ripresa dalle agenzie e dai giornali di tutto il mondo: una mamma ucraina ammazzata in mezzo alla strada vicino a Kiev con i suoi due bambini. Sono sconvolta.
Non c’è niente che possa giustificare questo orrore, non c’è niente che possa giustificare la guerra, perché a farne le spese sono donne e bambini.
Non pubblicherò quell’immagine, non riesco.
Come simbolo di questo 8 marzo scelgo questa foto: un’altra donna ucraina, ferita e sofferente ma viva. La speranza che questa follia possa finire al più presto è l’augurio che faccio a tutte le donne di quel Paese martoriato dalle bombe.
Non riesco a pensare ad altro
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