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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di
Umberto Mosso
NON C’E’ PACE SENZA GIUSTIZIA.

9/3/2022 - 12:17

NON C’E’ PACE SENZA GIUSTIZIA.

 

Spero che si riesca al più presto ad aprire una trattativa vera che, a partire da un immediato cessate il fuoco, porti alla fine della guerra in Ucraina.Il punto è che per aprire una trattativa del genere occorrerà prima convincere Putin a sedersi ad un tavolo non chiedendo come condizione per la pace la resa dell’Ucraina, la rinuncia alla sua integrità territoriale e il suo diritto all’autodeterminazione, che significa la privazione della sua indipendenza e libertà.

Dando inizio alla sua guerra di aggressione Putin sapeva bene che avrebbe massacrato la popolazione civile e aveva messo in conto anche le migliaia di morti russi. Ma il suo progetto non è quello di difendersi dalla Nato, dato che in territorio russo ci sono altrettanti missili pronti a colpire, tra i 4 e i 20 minuti, il territorio europeo e quello degli Usa. Nessuno mai, in occidente, ha minacciato l’integrità territoriale russa. A meno che schierare deterrenza a difesa dell’Europa, per dissuadere dalle mire di dominio una potenza aggressiva, non venga patologicamente interpretato come una provocazione.

Chi giustifica Putin perché “gli hanno messo i missili Nato nel cortile di casa, cosa altro poteva fare?”, ha una concezione della politica e del diritto internazionale ottocentesca prima ancora che novecentesca.

Finlandia, Lettonia, Estonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Cechia, Ungheria, Romania non sono il cortile di casa della Russia. Sono Stati europei in maggioranza membri dell’UE, che hanno aderito alla Nato, piaccia o no, per libera scelta. Non sono paesi occupati dai tank della Nato, ma che hanno chiesto, legittimamente, di fare parte di una alleanza difensiva sentendosi, loro, minacciati alle porte di casa.

Peraltro realizzando un pensiero che Enrico Berlinguer, nel 1975, esplicitò dicendo che “sotto l’ombrello della Nato mi sento più sicuro”.

Chiedo ai “comunisti immaginari”, che oggi fanno mostra di apparente equidistanza, ma rimpiangono l’Urss, a quelli che chiedono pace, ma pensano che si debba raggiungere con una resa della resistenza ucraina, perché, chiedo, per noi andava bene l’ombrello della Nato e per gli altri popoli europei no?

Io so il perché. Perché vi ho conosciuti da dentro il Pci. Eravate quelli dapprima “perplessi”, poi via via sempre più ostili a Berlinguer. Che avete continuato ad opporvi alla sua politica, giudicandola troppo compromissoria coi “nemici di classe”. Siete quelli che oggi si riempiono la bocca con un nome che, in vita, avete combattuto in modo sordido. Quelli che intitolano a lui associazioni e circoli allevando le schegge minoritarie di una generazione inconsapevole. Siete la personificazione della regressione culturale, prima che politica, che ha portato alla morte della sinistra.

E oggi immaginate che Putin sia l’erede del comunismo sovietico, che voglia ristabilire l’ordine di Yalta che la storia ha superato nella coscienza dei popoli europei prima ancora che sulla carta geografica.

Il disegno di Putin non è quello a cui pensate, comunque e fortunatamente irripetibile. Quello di Putin è un disegno imperialista, intriso di nazionalismo e razzismo panrusso, che considera i popoli slavi suoi naturali sottoposti, il “cortile di casa” appunto, e quelli del resto d’Europa dei molluschi inebetiti dal benessere, immorali e corrotti, gay e nazifascisti. Questa è la lezione di un satrapo alla testa di un gruppo di miliardari in dollari.Nonostante tutto trattare si deve, ma Putin può solo essere costretto a trattare. E le condizioni per costringerlo sono appoggiare in ogni modo possibile la resistenza ucraina e appesantire le sanzioni, perché verifichi di avere fatto il passo più lungo della gamba, che il suo appetito è stato più grande della sua capacità di soddisfarlo. Solo se sentirà questa stretta tratterà.

La resa dell’Ucraina, perché chiedere indiscriminatamente la deposizione delle armi porterebbe solo al suo disarmo e alla maggiore aggressività bellica dei russi, incoraggerebbe il disegno di Putin per l’Europa intera.

Fanno orrore quelli che dichiarano apertamente di condividere quel disegno, ma ancora di più quelli che non hanno il coraggio di affermarlo chiaramente e si nascondono dietro alla parola pace. Non c’è pace senza giustizia.

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