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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di
Umberto Mosso
NON C’E’ PACE SENZA GIUSTIZIA.

9/3/2022 - 12:17

NON C’E’ PACE SENZA GIUSTIZIA.

 

Spero che si riesca al più presto ad aprire una trattativa vera che, a partire da un immediato cessate il fuoco, porti alla fine della guerra in Ucraina.Il punto è che per aprire una trattativa del genere occorrerà prima convincere Putin a sedersi ad un tavolo non chiedendo come condizione per la pace la resa dell’Ucraina, la rinuncia alla sua integrità territoriale e il suo diritto all’autodeterminazione, che significa la privazione della sua indipendenza e libertà.

Dando inizio alla sua guerra di aggressione Putin sapeva bene che avrebbe massacrato la popolazione civile e aveva messo in conto anche le migliaia di morti russi. Ma il suo progetto non è quello di difendersi dalla Nato, dato che in territorio russo ci sono altrettanti missili pronti a colpire, tra i 4 e i 20 minuti, il territorio europeo e quello degli Usa. Nessuno mai, in occidente, ha minacciato l’integrità territoriale russa. A meno che schierare deterrenza a difesa dell’Europa, per dissuadere dalle mire di dominio una potenza aggressiva, non venga patologicamente interpretato come una provocazione.

Chi giustifica Putin perché “gli hanno messo i missili Nato nel cortile di casa, cosa altro poteva fare?”, ha una concezione della politica e del diritto internazionale ottocentesca prima ancora che novecentesca.

Finlandia, Lettonia, Estonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Cechia, Ungheria, Romania non sono il cortile di casa della Russia. Sono Stati europei in maggioranza membri dell’UE, che hanno aderito alla Nato, piaccia o no, per libera scelta. Non sono paesi occupati dai tank della Nato, ma che hanno chiesto, legittimamente, di fare parte di una alleanza difensiva sentendosi, loro, minacciati alle porte di casa.

Peraltro realizzando un pensiero che Enrico Berlinguer, nel 1975, esplicitò dicendo che “sotto l’ombrello della Nato mi sento più sicuro”.

Chiedo ai “comunisti immaginari”, che oggi fanno mostra di apparente equidistanza, ma rimpiangono l’Urss, a quelli che chiedono pace, ma pensano che si debba raggiungere con una resa della resistenza ucraina, perché, chiedo, per noi andava bene l’ombrello della Nato e per gli altri popoli europei no?

Io so il perché. Perché vi ho conosciuti da dentro il Pci. Eravate quelli dapprima “perplessi”, poi via via sempre più ostili a Berlinguer. Che avete continuato ad opporvi alla sua politica, giudicandola troppo compromissoria coi “nemici di classe”. Siete quelli che oggi si riempiono la bocca con un nome che, in vita, avete combattuto in modo sordido. Quelli che intitolano a lui associazioni e circoli allevando le schegge minoritarie di una generazione inconsapevole. Siete la personificazione della regressione culturale, prima che politica, che ha portato alla morte della sinistra.

E oggi immaginate che Putin sia l’erede del comunismo sovietico, che voglia ristabilire l’ordine di Yalta che la storia ha superato nella coscienza dei popoli europei prima ancora che sulla carta geografica.

Il disegno di Putin non è quello a cui pensate, comunque e fortunatamente irripetibile. Quello di Putin è un disegno imperialista, intriso di nazionalismo e razzismo panrusso, che considera i popoli slavi suoi naturali sottoposti, il “cortile di casa” appunto, e quelli del resto d’Europa dei molluschi inebetiti dal benessere, immorali e corrotti, gay e nazifascisti. Questa è la lezione di un satrapo alla testa di un gruppo di miliardari in dollari.Nonostante tutto trattare si deve, ma Putin può solo essere costretto a trattare. E le condizioni per costringerlo sono appoggiare in ogni modo possibile la resistenza ucraina e appesantire le sanzioni, perché verifichi di avere fatto il passo più lungo della gamba, che il suo appetito è stato più grande della sua capacità di soddisfarlo. Solo se sentirà questa stretta tratterà.

La resa dell’Ucraina, perché chiedere indiscriminatamente la deposizione delle armi porterebbe solo al suo disarmo e alla maggiore aggressività bellica dei russi, incoraggerebbe il disegno di Putin per l’Europa intera.

Fanno orrore quelli che dichiarano apertamente di condividere quel disegno, ma ancora di più quelli che non hanno il coraggio di affermarlo chiaramente e si nascondono dietro alla parola pace. Non c’è pace senza giustizia.

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