Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Qualche anno fa, quando nella striscia di Gaza fu ucciso da terroristi islamici un giovane attivista italiano, Vittorio Arrigoni, che era lì per prestare volontariato e aiuto alla popolazione locale, in alcuni quartieri di Roma comparvero dei manifesti - area sinistra antagonista - su cui c'era scritto: "Vittorio, un'altra vittima del terrorismo sionista". Era una menzogna così plateale, assurda, incredibile da suscitare forti dubbi sulla sanità mentale di chi l'aveva partorita e ritenuta degna d'essere pubblicamente affissa. Ma non c'è alcun dubbio sul fatto che chi aveva pensato e stampato quei manifesti credesse a quella bestialità.
Mi è tornato in mente questo episodio oggi che l'invasione russa dell'Ucraina sta producendo reazioni paragonabili al rovesciamento delle responsabilità sull'assassinio di Arrigoni. Riaffiorano la medesima ottusità e i medesimi alibi intellettuali, chiamiamoli così per carità, perché quei militanti che puntavano il dito sul "terrorismo sionista" ragionavano con gli schemi di chi ora giustifica l'aggressione russa agitando l'argomento della complessità ("La vicenda russo-ucraina è complessa" è l'equivalente della premessa "ho molti amici gay" prima di esprimere un giudizio sull'omosessualità, è chiaro dove si andrà a parare). Arrigoni doveva essere una vittima dell'occupazione israeliana, non contava il fatto che fosse stato trucidato da tagliagole islamisti in quanto infedele, lui che peraltro aveva ottimi rapporti con il governo di Hamas, ma solo che fosse morto in teatro di guerra nel quale tutte le responsabilità sono sempre e solo di una parte. Sostituite "occupazione israeliana" con "espansionismo Nato" e il gioco è fatto.
Spesso il guaio degli estremisti, anche di quelli che non si ritengono tali, non è di essere estremisti - gli estremisti possono essere talvolta anche precursori, visionari, non è scritto da nessuna parte che abbiano torto a prescindere - ma di essere inchiodati a una lettura della realtà immutabile, manichea, infine fessa. Infatti se questa area politica è vicina all'estinzione non è mica per estremismo, sono tempi luminosi per gli estremisti, bensì per automummificazione, il rassicurante e talvolta narcisistico riflesso a leggere in ogni accadimento la conferma di uno slogan, di una griglia analitica, di un testo sacro foss'anche vecchio mezzo secolo, anche quando questi strumenti non sono pertinenti, non sono congrui, non sono etici, persino (ma sono complessi, diranno loro).
Il mite professor Fabrizio Barca, che suggerisce di porci "a mani nude" a fianco degli ucraini, con la trascurabile differenza che noi siamo a mani nude in salotto, gli ucraini a mani nude sotto le bombe, commentò l'assalto dei trumpiani a Capitol Hill con una riflessione sugli effetti delle periferie dimenticate, perché una certa sociologia ha la sua fissità, concepisce solo il transito da "compagni che sbagliano" a "fascisti che sbagliano a non essere compagni", naturalmente - si deduce - per colpa della sinistra mainstream che ha abdicato dal compito di creare le condizioni della loro coscienza di classe, quella che alla fine dei film zdanoviani degli anni Trenta si impossessava dell'operaio sfruttato portandolo dalla parte del sole e del lieto fine obbligatorio, come nei musicarelli di Al Bano e Morandi. La fissità non conosce il principio di non contraddizione: per questo a Michela Murgia è concesso inneggiare a Hamas mentre insegna lo schwa agli italiani, cosicché nessun privilegiato sbagli più una desinenza mentre le donne palestinesi si godono la sharia.
Quei militanti di Rifondazione comunista scesi in piazza a Roma con lo striscione "Né con Putin né con la Nato", sicuramente pronti a spiegarti che se non capisci è perché sei fermo alla sovrastruttura e non leggi la struttura (la complessità marxiana in questo caso, povero Karl), quella professoressa con filo di perle e cattedra di filosofia teoretica che va in tv a dire che chi parla di aggressione russa fa "propaganda" (poveri studenti), quei ragazzi di una radio alternativa bresciana che si sono fotografati a pugno chiuso dietro lo striscione "Putin servo della Nato" (elaborazione ancora più demente del né-né), quei manifestanti che hanno intonato in piazza "Bella ciao" e "ho trovato l'invasor" ma guai a mandare armi alla resistenza ucraina, forse è meglio gli ucraini si arrendano ai russi prima di finire sotto l'ombra di un bel fior, tutti costoro sono i terrapiattisti della politica. Non hanno pudore di esibire la propria stupidità. Solo che non bisogna mai scambiare il sacrosanto diritto d'opinione con il diritto alla stupidità.
Stupido è chi stupido fa, diceva Forrest Gump, e stupido è chi rischia di perdere 80 milioni per un rimborso da 10 mila euro, dice Massimo D'Alema, ognuno ha la sua definizione, ma il problema resta sempre che nessuno riconosce la propria stupidità, che è poi la ragione fondamentale che portò il professor Carlo Cipolla, nel suo celebre saggio sul tema, a circoscrivere la categoria dello stupido a chi con le proprie azioni non si limita ad arrecare danno solo agli altri ma anche a se stesso o, nel caso, alla propria parte politica.
La stupidità, peraltro, non è mai una parte fissa, può toccare a tutti noi interpretarla, anche ai più insospettabili, anche ai più intelligenti. In un pezzo su Linkiesta Francesco Cundari si chiede cosa possa aver spinto una mente così arguta come quella del fisico Carlo Rovelli a pubblicare sui suoi social immagini dei bombardamenti Nato su Belgrado ("Immagini da Kiev? No, Belgrado", è la sintesi del suo post), dato che, al limite, la convinzione che vi sia questa similitudine dovrebbe spingerlo a condannare con veemenza Putin che si comporta come l'odiata Nato, mentre l'unico messaggio che il lettore può ricavare è che secondo Rovelli l'Occidente dalla coscienza sporca farebbe bene a tacere. E dunque a lasciar fare, se la fisica del ragionamento segue le leggi naturali.
La fissità in politica estera ha le sue regole inderogabili: la Nato è male, gli Usa male, l'Occidente male, Israele male. Non può essere vero qualche volta, deve essere vero sempre, in qualunque occasione. Se non è l'evidenza a dimostrarlo, sarà la "complessità". Se Putin fa sparare sugli ospedali e sui civili, ci sarà sempre una prof pronta a dire che Zelensky è corresponsabile della guerra "perché ha disatteso le aspettative democratiche del suo Paese". E se non capite che c'entri, è perché siete semplici e poco complessi.