Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
La “denazificazione” o la prosecuzione del nazionalismo con altri mezzi. Fare dell’avversario una fantomatica dittatura da combattere, mentre si cerca di limitare le libertà: finisce sempre in tragedia, o in farsa
Lo schema è sempre lo stesso e vale sia nella tragedia sia nella farsa: indicare una fantomatica dittatura da combattere mentre si cerca di promuovere una limitazione delle libertà con tutti i mezzi a disposizione. La “denazificazione” è un’espressione che Vladimir Putin ha utilizzato spesso in queste settimane per giustificare la sua aggressione all’Ucraina. La tesi di Putin, se così si può definire, è che il popolo ucraino sia ostaggio di una serie di “drogati neonazisti”.
E da anni la propaganda del Cremlino – richiamando a una vecchia e reale storia antisemita dell’Ucraina che portò il paese a collaborare con i veri nazisti, quelli di Adolf Hitler – ha diffuso all’interno del proprio paese elementi per costruire una narrazione perfetta.
Di là, in Ucraina, ci sono i nazisti, come vi erano in Germania nella prima metà dello scorso secolo, e oggi come allora il compito della grande Russia è quello di fare tutto ciò che è necessario per evitare la nazificazione dei suoi vicini di casa.