Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Enrico Mentana dice parole che sottoscrivo dalla prima all’ultima.
“Da ormai 24 giorni leggo e ascolto gli argomenti di quanti cercano di relativizzare le responsabilità russe nella guerra. Chiamati a dire la loro con una dovizia di spazi da par condicio di guerra che fatico a condividere, utilizzano ogni arma retorica, richiamo storico o macchia del paese invaso con lo stesso entusiasmo di guastatori fino a pochi giorni fa mostrato dai vari no vax o no pass che presidiavano le stesse trincee polemiche, con analogo spazio a disposizione.
Anche il meccanismo argomentativo quasi sempre è identico: la quasi totalità dei leader, dei parlamenti e delle opinioni pubbliche dell'Occidente ha una posizione convergente nella condanna alla Russia (così come ce l'aveva nella lotta al Covid), e questa è la prova che si vuole imporre un pensiero unico, a cui i creduloni prestano fede, il mainstream si uniforma e l'informazione di regime si allinea. Ma loro, sentinelle della libertà, non se la bevono. La verità è ben altra. E quindi via con le guerre americane, le armi vendute sottobanco, le eroiche lotte di un Donbass indomito contro i nazisti, il golpe del 2014, le mire della Nato, l'attore costruito presidente coi miliardi dei nemici della pace, e via argomentando e scopiazzando.
Chi studia la storia sa che per ogni guerra si può trovare un pretesto o una motivazione, dal ratto di Elena alle riparazioni tedesche.
Ma anche che c'è una verità incontrovertibile: quando una guerra inizia con l'invasione di un paese libero da parte del suo vicino non c'è sofisma o distinguo che tenga per chi crede alla democrazia. La parte giusta è quella dell'Ucraina, e la responsabilità è tutta di Putin.”