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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Circolo ARCI Migliarino-6 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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I NENEISTI
di Trilussa

27/3/2022 - 18:48


È nato un nuovo vocabolo, un neologismo da questa infame e ingiusta guerra fra Russia e Ucraina: il neneismo. Neneisti sono infatti definiti coloro che non parteggiano né con l’uno né per l’altro dei contendenti.

 

Io credo più correttamente che questa parola sia fondamentalmente un’offesa nei confronti di chi è ritenuto tale perché nessuno può essere in effetti ritenuto equidistante dai due contendenti, nessuno parteggia per l’invasore, nessuno mette sullo stesso piano invasore e invaso, aggressore e aggredito.

 

E un neologismo utilizzato da chi è a favore di una semplificazione della vicenda dividendo in maniera manichea il buono dal cattivo, il bene dal male per screditare o addirittura offendere chi ha un’idea diversa, chi osa mettere in dubbio che tutti gli errori e gli orrori sono solo e completamente di Putin, paragonato per crudeltà e spregiudicatezza a Hitler.

 

L’idea diversa di alcuni personaggi storici e politici che non è prendere le parti di Putin, dell’aggressore, ma incastonare la vicenda in un contesto storico più ampio, più articolato, più complesso e pieno di sfumature di quanto non sia l’aggressione militare sul cui giudizio non può che essere d’accordo, condannandola senza indugio.

 

Le situazioni, anche quelle che dobbiamo affrontare tutti i giorni, non sono mai semplici ma sempre ricche di sfumature e colme di se e di ma con decisioni che di volta in volta avrebbero potuto portare su una diversa strada, su una diversa conclusione. Per la guerra Russia Ucraina è lo stesso, ci sono cioè vicende passate accadute in quel paese su cui riflettere e su cui i giudizi non sono unanimi. Le vicende, in questo caso specifico, derivano da diversi fattori fra cui non ultimo il problema delle diverse etnie che popolano quei territori e che con il loro desiderio di unirsi a quella che considerano, nel ben e nel male, la loro patria, rendono più complicata la situazione.

 

Ecco che un giudizio finale e definitivo appare abbastanza arduo e più che neneisti coloro che vengono definiti in questo modo sembrano solo persone che si fanno delle domande, chiedendosi se in passato certi paesi, fra cui soprattutto l’UE, abbiano commesso degli errori di posizionamento o di sottovalutazione di certi segnali, se non abbiano fatto tutto quello che si poteva ancora fare. Chiedendosi insomma, e questo è il nocciolo della questione, se le esigenze economiche nazionali non abbiano prevalso sulle mancate decisioni e iniziative politiche prima del conflitto, se la logica del profitto e dello scambio commerciale abbiano fatto dimenticare o passare in secondo piano il fatto che avevamo a che fare con un paese non democratico e ben armato, un paese molto vicino a noi da trattare con rispetto ma anche con molta prudenza.

 

Una parte rilevante spetta anche alla posizione di ognuno rispetto al comportamento della Nato, e degli USA in particolare, su cui insiste un giudizio politico contrastante fra chi li vede come una garanzia di pace e chi invece ne condanna la politica aggressiva di conquista e di sottomissione di altri popoli. Basta ricordare le guerre in Iraq e in Siria, guerre inutili se non per gli interessi americani, anche lì con migliaia di morti simili a questi (i morti sono tutti uguali) ma forse più lontani da noi, anche emotivamente. In quel caso nessuno si permise di parlare di crimini e criminali di guerra e una condanna internazionale non era possibile perché gli USA hanno il diritto di veto!

 

Questo può sicuramente condizionare una presa di posizione su questa guerra ma mai spingere alla equidistanza fra i due schieramenti; chi muove qualche critica, chi esprime qualche dubbio sulla via migliore da seguire e sulle eventuali responsabilità politiche evidenzia sempre la crudeltà di questo conflitto e la completa responsabilità dell’aggressore rimarcando una posizione sempre a favore degli aggrediti, delle vittime innocenti, della gente in fuga dalla guerra, della volontà di resistenza di tutto il popolo ucraino.

 

Poi ci sono gli apertamente pacifisti, coloro che rifiutano la guerra per principio e che sono portati, specie la frangia dei fondamentalisti, a rifiutare ogni forma di aiuto militare e che sono spesso osteggiati e diffamati sulla gran parte dei media pur rappresentando, in una indagine demoscopica, il 44 per cento degli italiani contro il 42 per cento favorevoli all’invio di armi. Fra questi Jasmine Cristallo attaccata solo per avere idee diverse dalla opinione comune oppure il professor Alessandro Orsini sospeso dalla Luiss dove insegna e che dichiara pressioni fortissime per non tornare in TV a dare il suo parere sulla guerra.

 

Orsini afferma che l’Italia non sta facendo niente per la pace ma inviando armi favorisce la guerra, una posizione minoritaria sui media e che hanno scatenato prese di posizione che hanno travalicato la semplice confutazione delle sue idee fino alle offese e alla richiesta di cacciarlo dalle trasmissioni televisive: uno straordinario fenomeno di quella democrazia che ci vantiamo di avere nei confronti della Russia!

 

Orsini dà una sua personale interpretazione della guerra di cui attribuisce la maggior responsabilità alla Nato e affermando che l’Italia non sta facendo niente per la pace ma sta facendo invece atti a favore della guerra come l’invio delle armi affermando che se un prolungamento del conflitto può favorire un vantaggio strategico dell’aggredito ad una trattativa di pace, nello stesso tempo il prolungarsi del conflitto comporta ancora più vittime e distruzione.Una difficile posizione in entrambi i casi su cui ognuno deve valutare con la propria coscienza. 

 

Oltre a singoli personaggi anche molte associazioni hanno preso posizione su questo punto fra cui è chiaro quello di Emergency, quella forse che più di tutte le altre sa cosa vuol dire guerra.

 

Poi ci sono alcune cose sgradevoli come le accuse, delle molte invitate ucraine in tv, alla televisione di stato e ai diversi giornalisti per la loro normale attività di promuovere comunque un dibattito permettendo anche a chi ha posizioni diverse di poterle esporre in tv. Se si capisce la drammaticità della situazione di un popolo (e anche delle accorate richieste) rimane eccessiva la critica a chi sta facendo il proprio lavoro di informazione e confronto fino ad arrivare a dichiarazioni sulla volontà di non partecipare più alle trasmissioni.

 

Ad aumentare la confusione ci sono le false notizie dai due fronti, la propaganda di guerra attiva dei due contendenti. Sappiamo di quella russa che spiega ai bambini che le poche immagini che filtrano sono di altre guerre e anche prese da videogiochi e quella ucraina che dichiara mille morti nel Teatro di Mariupol bombardato mentre non sappiamo ancora con esattezza quante siano state le vittime visto che donne e bambini erano nel sottosuolo.

Come dice giustamente Franco Fracassi (varrebbe la pena ascoltarlo), l’unica verità della guerra sono i morti.

 

Fra le cose più strane in questo festival di immagini c’è la supponenza di un servizio ucraino, un piccolo video di propaganda bellica dove si facevano vedere alcuni prigionieri russi laceri e dimessi in confronto con la meravigliosa milizia ucraina con tanto di vistose e moderne armi automatiche, visiera spaziale oscurante e casco mimetico. Non capisco né il motivo di tanta ostentazione né a chi doveva essere rivolto perché nel caso specifico il video otteneva un risultato forse opposto alle intenzioni: le vittime apparivano infatti i poveri prigionieri russi (anche loro vittime davvero di una scelta insensata) che facevano una gran pena in confronto alla sfrontatezza e baldanza delle milizie ucraine.

 

Più difficile un giudizio su questa presenza ossessiva del presidente Zelensky che affronta tutti i temi sensibili dei vari popoli per spingere alla partecipazione ad una guerra in cui si trova coinvolto. Possiamo capirlo e applaudirlo, possiamo aiutarlo perché lo facciamo anche per noi, possiamo sostenerlo umanamente politicamente e anche militarmente (se si vuole) ma non possiamo fare di più. Lo sappiamo noi occidentali e lo sa anche lui, il conflitto non può estendersi oltre i confini del suo paese e con i soliti attori. Uscire da questo contesto potrebbe portare ad una catastrofe.

 

In ultimo anche Crozza è stato accusato di nenismo, di non prendere parte per nessuno. Respinge le accuse con la sua solita verve in questo video:

https://www.affaritaliani.it/coffee/video/spettacoli/crozza-risponde-alle-accuse-di-neneismo-786469.html 

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1/4/2022 - 17:49

AUTORE:
Vechianese

Se la propaganda russa sulla guerra è raccapricciante anche da noi si va un po' a senso unico e ha ragione Severgnini che anche alla guerra ci facciamo l'abitudine e speriamo smetta presto per tornare alle nostre vecchie abitudini.
Non è bene sia perchè la guerra continua fare vittime e anche perchè viene fuori la nostra natura egoista.

31/3/2022 - 13:03

AUTORE:
Fiodor

Il popolo ucraino affamato
Bramava sta' sotto l'ombrello della Nato
Ma quel fio de putea
Puti'n nomato
Con missili e bombe grande spreco
Dettò la dura legge del copeco.

30/3/2022 - 19:34

AUTORE:
Massimo

Se con la mente aperta si gira un po' in rete non è difficile trovare chi esce dal coro generale e dà una interpretazione personale a cosa sta succedendo.
Uscire dal coro non è facile nè semplice, si corre il rischio primo di essere considerati amici di Putin, poi di essere offesi e invitati a non partecipare per non sciupare l'andazzo generale.
Non è facile raccapezzarsi in una situazione che è comunque complicata ma i distinguo vengono da persone e personaggi vari, dal Papa (ma non può dire diversamente) e da altri studiosi di geopolitica che ne sanno più di noi e della maggior parte dei cittadini che ritengono di essere sufficientemente istruiti dalla televisione.
Molti ne hanno già subito le conseguenze, ultima la Raggi che non sarà simpatica ma che comunque ha detto la verità, cioè che in Ucraina fra le file dell'esercito regolare (200.000 uomini ben armati dagli USA che spiegano la notevole resistenza all'esercito russo) ci sono battaglioni paramilitari di matrice neonazista (tra cui il famigerato battaglione Azov) già operanti in passato non certo in opere di beneficenza e ultimamente anche premiati da Zelensky con il comandante Denis Prokopenko nominato Eroe d'Ucraina.
Saranno cose sgradevoli ma purtroppo la verità non è mai facile da raggiungere.