Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Il 61,4% degli italiani è contrario all'aumento delle spese militari al 2% del Pil, come chiesto dalla Nato all'Italia, mentre il 27,3% è favorevole. L'11,3% non si esprime. Lo rivela l'ultimo sondaggio di Euromedia Research, che sonda il parere dei cittadini su un tema che sta spaccando la politica italiana.
Alla domanda "secondo lei aumentare la spesa militare cosa significa?", poi: il 37,6% risponde "distogliere investimenti da settori che hanno bisogni prioritari", il 30,6% "maggiori investimenti in attrezzature militari", il 10,3% "maggiori investimenti nella ricerca tecnologica", il 6,3% "aumentare la presenza di militari", il 4,8% "maggiori investimenti in università che insegnano matematica, scienze, fisica, tecnologia, ingegneria". Il 47,3% si dice quindi contrario all'aumento delle spese militari anche se ci fossero maggiori investimenti in tecnologie, ricerche e materie scientifico-tecnologiche. A favore, in questo caso, il 40%, con un 12,7% di intervistati che non si espone.