Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose.
A PROPOSITO DI NONVIOLENZA E PACIFISMO
Sono un nonviolento.
Penso che non ci sia mai alcuna giusta motivazione per scatenare una guerra. Né la storia, né ogni genere di differenze, né le politiche opposte. Oggi ci troviamo difronte ad una guerra iniziata con l’attacco di uno Stato che ne ha e invaso un altro, dunque non ci sono due coprotagonisti che recitano lo stesso personaggio, ma ci sono un aggressore e un aggredito.Essere nonviolenti non significa non schierarsi.
Dato che alcuni pacifisti citano Gandhi li invito a rileggersi “Teoria e pratica della nonviolenza” dove scrive “la nonviolenza è infinitamente superiore alla violenza, tuttavia nel caso in cui l'unica scelta possibile fosse quella tra la codardia e la violenza, io consiglierei la violenza”.Infatti Gandhi si schierò moralmente dalla parte dell’Impero Britannico, che pure lo opprimeva, nella guerra contro Hitler. Non fu equidistante perché, nonostante la ferocia dimostrata dagli inglesi nel reprimere il suo popolo, seppe distinguere l’aggressore dall’aggredito costretto a difendersi. Non chiese mai all’Impero che lo reprimeva di arrendersi per risparmiare il sangue degli indiani chiamati a combattere e questo gli costò una scissione nel suo movimento per l’indipendenza da parte di chi, in opposizione radicale agli inglesi, sostenne Hitler.
Dopo 37 giorni di guerra l’equidistanza di chi si era detto pacifista si è mano a mano dissolta mostrando, in modo più o meno aperto, di condividere le motivazioni di chi ha scatenato la guerra.
Nei loro siti, dopo qualche affermazione rituale di condanna generica a Putin, è tutto un profluvio giustificazionista della sua politica violenta e di condanna, più forte e insistita, del governo ucraino.
Putin, sostengono, ha reagito alle provocazioni di un governo filonazista, istigato dagli Usa e dalla Nato contro la Russia.
Zelensky, un guitto illegittimo, sarebbe un sanguinario che preferisce il massacro del suo popolo invece che proteggerlo arrendendosi prima della inevitabile sconfitta militare.Nel giro di pochi giorni l’equidistanza dei pacifisti è diventata adesione aperta alle tesi del Cremlino che, infatti, tra un volo di colombe e un altro, vengono rilanciate con dovizia di riferimenti biografici, testimonianze e notizie che spiegherebbero la verità a noi guerrafondai, vittime di un complotto politico propagandistico mondiale che ci ha inebetiti.
A cominciare dai popoli dei paesi dell’ex blocco sovietico, che hanno scelto liberamente di voler aderire all’UE e alla Nato, e invece di chiedersi il perché, certi pacifisti preferiscono raccontarsi favole.Provate ad immaginare un’Italia liberata dal nazifascismo e confinante con un Terzo Reich in cerca di rivincita, che considera il tuo paese sottratto ingiustamente al suo dominio e ti riempie la frontiera di missili, ma dichiara che i tuoi sono una provocazione. Ridicolo prima che tragico.
Per me, nonviolento, la guerra è sangue e merda, sempre, comunque e da qualunque parte la si veda.
Per questo chi spara il primo colpo è colpevole di tutto quello che avverrà in seguito. Viceversa, per certi pacifisti, il nemico della pace sono gli Usa, la Nato e il globalismo disumano col quale vogliono dominare il mondo e al quale ci si deve opporre. Per loro l’orrore scatenato da Putin sarebbe solo una risposta sbagliata alla provocazione dell’occidente, mentre da parte ucraina c’è la perfidia, di gran lunga più grande e colpevole, di chi ha scelto di farsi servo dell’imperialismo Usa, tradendo il suo popolo.
E, per soprammercato, la pretesa di coinvolgerci nei suoi sporchi giochi. Fine dell’equidistanza.Al netto dei qualunquisti, per i quali la pace è scannatevi dove e come vi pare, ma non qui, che mi togliete il riscaldamento e mi rovinate le vacanze, questo altro tipo di pacifismo farebbe bella mostra di sé in una grande manifestazione per la “pace” sulla piazza Rossa, sotto lo sguardo compiaciuto di Putin. Un revival novecentesco, prima dello “sciagurato” 1989, che sembrerebbe abbia covato nell’animo di alcuni per oltre trenta anni vissuti nel sangue e nella merda di un globalismo, che non nego essere spesso assai ingiusto, ma che di certo è stato più conveniente, anche per loro e sotto ogni punto di vista, di un regime antidemocratico, governato strutturalmente con la violenza quotidiana contro chi vi si oppone.La differenza sta nel fatto che qui possiamo combattere apertamente per pretendere più giustizia e democrazia. Possiamo dissentire, come fanno i nostri pacifisti, che nella Russia di Putin potrebbero solo scegliere di consentire o morire.
Penso che un popolo abbia diritto di scegliere dove andare e con chi, e il popolo ucraino non solo abbia scelto legittimamente di non essere più schiavo, ma che oggi sia stato tragicamente costretto dalla guerra di Putin a confermare in massa la sua indipendenza in una sorta di tragico referendum a favore del suo governo. Perché non si resiste ad un nemico soverchiante se non con una resistenza di popolo.Riconoscere questo non vi piace?
Per questo preferite girarvi dall’altra parte per non vedere l’inferno, e parlarci del sangue e la merda del battaglione Azof che vi tacita la coscienza?
Difronte alla guerra si deve scegliere, anche con la nonviolenza attiva se credete, ma schierandosi come fece Gandhi, contro l’aggressore e con l’aggredito che resiste.