Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Santoro-Letta, lite sull’Ucraina. “Oscurantismo alimentato da noi? Inaccettabile”
Uno scambio epistolare ruvido, con in mezzo un’ospitata tv su La7.
Michele Santoro ed Enrico Letta si scrivono, tema la guerra in Ucraina, su cui i due hanno punti di vista differenti. L’ex conduttore di Annozero e Sciuscià, ed ex parlamentare Ue nelle file prodiane di Uniti con l’Ulivo (2004-2005), si è rivolto due giorni fa – con una lettera aperta via Facebook – al segretario del Pd, dicendosi “sgomento” per “gli attacchi che il suo partito rivolge contro quelle poche voci dissonanti, giornalisti e intellettuali, che osano sollevare qualche interrogativo sulla guerra in Ucraina”.
Nel messaggio, pubblicato sulla pagina social “Michele Santoro presenta”, l’ex giornalista Rai scrive di non avere mai avuto simpatie per Vladimir Putin, ricorda di avere raccontato in tv i massacri in Cecenia, ma si dice convinto che “il rispetto dei confini nazionali e dell’autodeterminazione dei popoli, le regole internazionali, esistono per molti a giorni alterni”. E tra i molti, include anche il Pd. Santoro cita l’Iraq di Saddam e la Libia di Gheddafi, “Stati sovrani ma per rovesciare i dittatori si potevano bombardare”. Quindi Putin, scrive Santoro, avrebbe “preso parecchie lezioni dalla Nato”. “Denazificare non è come deterrorizzare?”. Poi paragona la vicenda del Kosovo a quella dei “russofoni separatisti in Ucraina”, definiti oggi, scrive il giornalista, “servi di Putin”.
L’attacco a Letta, allargato a Mario Draghi, prosegue con la contestazione dell’invio di armi all’Ucraina. L’affondo è soprattutto sul pluralismo. “Non avete pronunciato una sola parola per l’incredibile invito all’escalation di Joe Biden”, che in realtà il leader Pd aveva criticato.
“In compenso siete attivissimi nel ridurre al silenzio qualunque voce fuori dal coro. In nome della libertà avete steso sull’informazione un velo di uniforme conformismo che nemmeno ai tempi di Silvio Berlusconi”.
Ce n’è anche per la Rai che, scrive Santoro, “fa pena”: “Nei telegiornali mancano i perché, le analisi, le valutazioni imparziali sull’andamento della guerra, mentre abbondano gli annunci di vittoria di Volodymyr Zelensky e le sue esortazioni a fare di più. Più armi, più guerra, più massacri”. Ultima stoccata all’Europa: “È una parola che ormai si usa quando non si sa bene cosa dire, una cassa di missili affidata agli americani”. Concetti ribaditi ieri sera in tv, a PiazzaPulita: “Voglio che Putin venga processato – ha detto Santoro – ma il nostro maggiore nemico non è lui, è la guerra. Spieghiamo ai bambini cosa è successo anche nelle guerre giuste, parliamogli dei civili morti a Dresda, Hiroshima, Nagasaki”.
Il segretario del Pd replica sempre via social, con una contro-lettera pubblicata ieri notte su Facebook, quasi in contemporanea con la trasmissione di La7. “Caro Michele – scrive Letta – nella tua lunga e appassionata lettera ho cercato, senza trovarla, una parola: “resistenza”. Il valore fondante della nostra Repubblica, il segno distintivo della vicenda della sinistra in Italia. La resistenza contro l’aggressore di un popolo che combatte casa per casa per la sua libertà. Che è anche la nostra libertà di cittadini italiani ed europei. Da un lato un esercito invasore, dall’altro un popolo invaso. Io sto con quel popolo. E il Pd è e sarà sempre dalla parte dei popoli oppressi”.
Secondo l’ex premier, “la lista degli errori dell’Occidente non può essere un argomento sufficiente per persuadere (gli ucraini, ndr) alla resa”. E non si può negare, aggiunge Letta, “che se Zelensky si fosse arreso, con la nostra colpevole inerzia sullo sfondo, oggi non ci sarebbero né un tavolo delle trattative, né forse una parvenza di speranza per il futuro della democrazia”. Difende la Nato e l’Ue, il leader Pd: “Non solo in Ucraina ma anche in Polonia, a Vilnius o a Praga, a Stoccolma o Helsinki, non ci sono processi alla Nato, ma appelli alla protezione della Nato e dell’Europa. Un’Europa che peraltro ha avuto una reazione ferma, intransigente, finalmente degna”.
Quindi l’Ue, per il segretario dem, esiste eccome. E lo dimostra la “reazione ferma e unitaria agli accenti troppo marcati di Biden sul cambio di regime, che in tanti in Europa abbiamo stigmatizzato, me compreso”. Se ci sono stati errori in passato, continua Letta, “il primo è nell’aver sottovalutato per anni la natura di Putin e dopo il 2014 l’aggressività di un regime che invadeva Paesi sovrani, soffocava il dissenso e violentava la verità”.
A proposito del pluralismo, aggiunge il segretario del Pd, “in Russia c’è un regime che i giornalisti li ammazza e i dissidenti li incarcera; l’Italia è certamente il Paese europeo dove più intenso è il dibattito e dove le voci critiche rispetto alle scelte del governo hanno più spazio rispetto a quelle favorevoli. L’idea che ci sia qui da noi un tentativo di oscurantismo nei media, per di più avallato o alimentato da Pd, è falsa e inaccettabile. Perché un conto sono le posizioni sull’invasione della Russia, sulle quali continueremo a confrontarci, un conto il presunto soffocamento delle voci ‘libere’. Che in verità sono squillantissime su tutti i nostri media”.