none_o


Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Bagno degli Americani di Tirrenia
none_a
Molina di Quosa, 8 luglio
none_a
Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
none_a
San Giuliano Terme, 30 giugno
none_a
Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
none_a
Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
L'intervista.
Barbara e i libri.

4/4/2022 - 8:04



Giro l’angolo con la macchina e vedo Barbara che parla con un uomo, anche se il negozio sarebbe già chiuso da oltre mezz’ora. Parcheggio pochi metri più avanti nella piazza e arrivo con i vassoi delle pizze, pranziamo insieme così facciamo una bella chiacchierata.
“Dove verrà pubblicata l’intervista?” mi chiede subito il signore interrompendo la conversazione.
“Su La voce del Serchio, giornale locale online” rispondo notando l’interesse per la cosa.
“È il rappresentante del materiale per il negozio” mi spiega Barbara.
“È un personaggio lei” aggiunge lui.
“Me ne sono accorta, infatti sono qui per raccontarlo!” concordo.
Investita della responsabilità per questa attesa, appoggio i vassoi sulla panca appositamente preparata e mi siedo nello spazio all’aperto della cartolibreria. Pile di libri mi sovrastano alla mia destra, alle spalle lo scaffale delle enciclopedie e l’espositore delle pubblicazioni per bambini. Mi sento come in una fortezza, così circondata dalla carta stampata. Di fronte un sorriso e due occhi chiari che brillano per la curiosità di scoprire il contenuto dei sacchetti, pregustando la sorpresa. Mi ha dato carta bianca e io mi sono sbizzarrita, ognuna ha accettato il proprio rischio fidandosi dell’altra.
“Che tipo di donna sei? Come ti racconteresti?” le chiedo mentre diamo il primo morso alla pizza.
“Se dovessi scegliere un aggettivo, direi coraggiosa. Me ne sono capitate tante, la vita ci pone continuamente di fronte a difficoltà, ci chiede di fare delle scelte, anche nel lavoro. Ci vuole creatività, facendo le cose scontate non si va avanti.”
“Quindi coraggiosa anche nella quotidianità”
“Ero abituata alla vita di città a Livorno e ho sentito la differenza venendo ad abitare in un paese, dove ho poi costruito la mia famiglia. Ora sono un pezzo della piazza di Vecchiano, insieme al monumento di Garibaldi! ‘Ciao bionda!’ mi dice la gente quando passa, non posso cambiare colore di capelli!” ride aggiustandosi la chioma voluminosa mossa dal vento.
“Una livornese tra i pisani!”
Sfata i luoghi comuni raccontandomi con emozione come tutto il paese si sia stretto intorno a lei nei momenti di difficoltà: quando la casa è stata completamente distrutta da un incendio, quando è rimasta vedova con due figlie, quando ha dovuto riorganizzare il negozio. “Ho un debito di solidarietà con la popolazione e cerco di restituire ciò che ho ricevuto da quella che posso definire la mia grande famiglia, che continua a dimostrarmi affetto. I ragazzi fanno comunella qui e non se ne vanno più, anche se non devono comprare; stanno volentieri in questo piccolo spazio esterno che rispettano e lasciano sempre in ordine. In città i rapporti sociali sono più distaccati, formali.”
“Che rapporto hai con il tuo luogo di origine?”
“Di solito il fine settimana vado a trovare la mia mamma, che mi vizia e mi coccola, soprattutto in cucina: la carne al marsala con i piselli è un sapore dell’infanzia. Almeno per un giorno smetto i panni di madre e indosso quelli di figlia!”
“Cosa rappresentano per te i libri?”
“Portali verso altre dimensioni: mi calo nel personaggio e vivo la sua storia. Per questo preferisco personaggi adulti in cui riesco a immedesimarmi più facilmente.”
“Allora ti piacciono le biografie.”
“Sì, anche. Avevo una libreria grandissima, che purtroppo è andata distrutta in un incendio. C’era anche il manuale di psichiatria, un librone costoso che avevo trovato d’occasione.”
“E i libri usati?”
“I libri usati ci sono sempre stati, fin dai tempi dei mercatini prima di prendere il negozio nel 2014, dall’altra parte della strada. Allora li vendevo a metà prezzo ma non avevano molto successo, non avevano una buona visibilità come qui. Ora li vendo a un euro perché tutti possano leggere. Ad un certo momento una signora che conoscevo mi ha proposto tanti libri perché doveva svuotare la libreria.”
“Sono prevalentemente donne a portare libri?”
“Sì, circa l’ottanta per cento, ma i pochi uomini sono particolari: tengono molto al proprio materiale, lo confezionano accuratamente e si preoccupano di dove andrà a finire.”
“Possiamo individuare un ‘fornitore tipo’?”
“Il lettore, o meglio le lettrici, visto che sono la maggioranza. Sono persone che apprezzano ciò che possiedono e non lo vogliono buttare, hanno questa sensibilità. A volte mi chiamano per un ritiro, c’è anche questa possibilità perché il servizio sia veramente accessibile a tutti.”
“Il concetto di accessibilità ti è familiare.”
“Sì, ho lavorato con la disabilità, intellettiva principalmente.”
“Ho notato la quantità di volumi con il dorso rosa acceso della collezione Harmony, ho immaginato che provenissero da donne. E c’è un ‘acquirente tipo’?”
“Ancora persone appassionate di lettura. Si crea una circolazione di materiale fra lettori e lettrici, che può consistere anche in uno scambio: si porta un libro e se ne prende un altro.”
“Ricordo di aver visto una signora che ha preso due Harmony per una conoscente anziana che non può uscire di casa.”
“Anche oggi una signora ne ha preso addirittura qualche decina per la mamma.”
Mi viene in mente la prima volta che mi sono fermata, attratta dalle pile di libri in mostra all’esterno. Mi hai lasciata scartabellare con la massima calma, leggendo le quarte di copertina e i risguardi come sono solita fare. Quando finalmente sono entrata con la mia scelta e ho chiesto da dove provenisse mi hai detto: “I libri non si buttano!”, aggiungendo poi “Se vuole leggere le do una sedia e si mette comoda, può stare quanto vuole.” Ho capito che sarei tornata presto, e non solo per i libri.
Un rumore improvviso mi fa sobbalzare: il vento ha fatto cadere la bacheca degli annunci. Barbara si alza e me la mostra: al centro campeggia il volantino a colori di una mostra artistica, “Fai ancora in tempo a vederla!” mi dice, intorno offerte di ripetizioni e servizi vari. Uno specchio della comunità locale. La riposiziona, si siede, apre il sacchetto dei pasticcini con un’altra espressione di meraviglia e riprendiamo la conversazione.
“Ho preso un tomo sulla storia delle donne. Quali storie di donne hai incontrato?”
“Tante, ma due mi hanno colpita in particolar modo. Riguardano un periodo antecedente in cui lavoravo come operatrice di comunità.
Una ragazzina ecuadoregna di sedici anni avviata alla prostituzione dalla madre era scappata da un circuito di prostituzione ad alto livello e mi aveva chiesto aiuto. Mi aveva detto che potendo stare con me ne sarebbe uscita, ma io come operatrice non ho potuto assecondare questa richiesta.
Una ragazza di ventidue anni proveniente dal Nord Europa era stata presa a sei anni da un orfanotrofio da un uomo adulto, che poi l’aveva sposata per giustificarne la presenza ma l’aveva avviata alla prostituzione.
Queste due storie mi hanno cambiata. Mi sono chiesta cosa potessi fare concretamente per queste persone, mi sono sentita impotente e inutile. La ‘riduzione del danno’ è la filosofia di lavoro degli operatori di strada, che informano e monitorano, ma ad un certo momento mi è stata stretta, c’erano troppe limitazioni.”
“Storie di violenza, vittime a cui dai voce. Vedo un’altra testimonianza su questo argomento: un delitto d’onore nella Giordania di oggi scritto clandestinamente in un internet cafè da una ragazza giordana costretta poi ad emigrare e successivamente laureatasi in legge. Un libro che ha fatto discutere ma che porta l’attenzione su un tema profondamente radicato nella storia delle donne con un messaggio fondamentalmente positivo: si può raccontare. Si deve.
“Questa tua biblioteca dell’usato rende visibili e accessibili a tutti proposte di lettura che spaziano fra generi, tempi e spazi molto diversi, letture a cui spesso non penseremmo. Offre ‘viaggi in altre dimensioni’, per riprendere le tue parole.”
 
"«A tutto si può non soccombere perché si ha un rifugio segreto. Questo è Il parco delle essenze.» leggo sulla quarta di copertina del libro omonimo scritto da un’autrice di origine genovese e che ha come protagonista una donna degli anni Sessanta che attraverso il proprio viaggio esistenziale racconta una generazione e un pezzo di storia.
È una sorta di ‘parco delle essenze’ il tuo spazio accogliente in cui si può portare un pezzo della propria storia, curiosare indisturbati fra i libri appartenuti ad altre persone, immergersi nella lettura di qualcuno di essi comodamente seduti o intavolare una conversazione?”
“Assolutamente sì. Io non dovevo fare la commerciante, mi piace fare rete. Il negozio è nato come uno spazio a disposizione degli altri e nella sede più grande avevo adibito il locale posteriore a mostre e laboratorio per ragazzi. Da giugno 2021 mi sono trasferita qui e non posso più farlo, ma le persone continuano a dirmi “Ho un problema” e io rispondo “Sì, ma io vendo penne”. Comunque qualche problema l’ho risolto: occupandomi dei libri scolastici, se un alunno cambia scuola gli trovo i libri che gli occorrono usati da chi li aveva ordinati da me, così pure se un testo viene perso o danneggiato. Ho aiutato una mamma nuova ad inserirsi nel gruppo delle mamme della classe. Affitto i costumi di carnevale perché tutti possano fare festa. Questo è un posto dove sto bene, è un po’ la mia casa.”
E in effetti mi sono sentita accolta come in una casa, da cui faccio fatica ad andare via. Vedo arrivare un negoziante vicino per il caffè, chiudo il quaderno con la copertina azzurra che avevamo scelto insieme per gli appunti e saluto con un “A presto!”.

 

Anna Capaccioli
Mercoledì 23 marzo 2022
 
 
 

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

8/4/2022 - 11:35

AUTORE:
PINA

Ho dimenticato di fare i complimenti
all'autrice della bellissima intervista la quale, a mio modesto parere, ha tutte le qualità per scrivere i libri oltre che leggerli. Brava Anna.

7/4/2022 - 8:09

AUTORE:
per Barbara...

Brava Barbara, brava davvero, ma noi tutti ti abbiamo conosciuta tramite un’intervista, abbiamo “ascoltato” la tua storia raccontata ad Anna che ce la ha trasmessa con parole sue e sensazioni a pelle e sono così entrate nel cuore dei lettori.
Grazie Barbara e un altro grande grazie ad Anna Capaccioli.

6/4/2022 - 23:03

AUTORE:
Gio

Ci siamo conosciute per sbaglio e legate in maniera indissolubile, un affetto profondo che ci lega per esperienze in comune. Grande Donna felice di far parte della tua vita. ❤️

6/4/2022 - 19:33

AUTORE:
PINA

Mi unisco a Victoria nel dichiararmi fiera di essere la mamma di Barbara perchè tutto quello che ha dichiarato corrisponde a verità. Brava Barbara.

5/4/2022 - 17:51

AUTORE:
victoria

bellissima intervista, fiera di essere la figlia della cartolaia di vecchiano❤️

5/4/2022 - 15:02

AUTORE:
paola

una bella intervista tra donne, dove emerge la parte affettiva nel raccontarsi con fiducia all'altra.

sicuramente dopo aver letto questa intervista nasce la curiosità di conoscere Barbara.

brava Anna!