Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
C’è una guerra parallela scatenata da #Putin, quella dell’ipocrisia.
Mai quest’arma è stata usata in modo così violento in un conflitto tra Stati.
Di fronte ad una palese invasione di un Paese sovrano, a bombardamenti sulle città, al massacro di civili osservati da telecamere, satelliti, testimoni, i russi fanno anche gli offesi.
Si chiedono del perché delle sanzioni, di come mai rompiamo le così solide relazioni di amicizia espellendo i diplomatici, di come mai le Nazioni Unite condannano le gesta di un esercito invasore che si è trasformato in una banda di predoni violenti e straccioni che se la prendono con le donne e rubano elettrodomestici e mutande. Chissà perché tutti ce l’hanno con loro. Chissà.
Poi ascolti qualche commentatore (pagato) in cui qualche talk della #Rai e capisci che anche con la guerra dell’ipocrisia qualche colpo lo mettono a segno.
Si trova sempre chi tradisce la verità per un gettone di presenza.