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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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PROPAGANDA DI GUERRA
di Trilussa

10/4/2022 - 14:58

 

Forse può non far piacere, forse possiamo anche fare finta di niente, forse anche dire che è tutto sbagliato ma questa lettera pubblica di una decina di famosi inviati di guerra dovrebbe far riflettere. Sono giornalisti famosi e ritengono che questa posizione troppo radicale del nostro sistema di informazione possa essere di ostacolo ad una rapida soluzione del conflitto.


Una visione unilaterale e manichea, dicono i corrispondenti, che porta a posizioni radicali e radicate che rischiano non solo di perdere di vista il problema ma sono anche a sfavore della risoluzione del problema irrigidendo le posizioni e disconoscendo le ragioni degli altri, indispensabili per trovare un accordo.


Nei giornali online questa importante testimonianza non ha avuto nessun rilievo, andava troppo contro il pensiero comune di partecipazione emotiva alla tragedia del popolo ucraino e di condanna senza appello del dittatore Putin. Condanna condivisa, lo dicono chiaramente, ma non sufficiente ad ignorare la propaganda di guerra molto presente anche qui da noi, propaganda spesso senza riscontro di prove sul campo, con lo scopo di condizionare l’opinione pubblica facendo di fatto un pessimo giornalismo.


Se si capisce quella ucraina, spesso considerata spontanea ma talvolta costruita a tavolino come i passeggini messi appositamente in piazza che ha lo scopo di sensibilizzare l’occidente a fare di più, e quella ridicola russa per negare e giustificare orrore e massacri, meno si capisce il motivo preciso per cui si voglia condizionare tutta l’opinione pubblica a senso unico. Che non vuol dire prendere le parti di Putin, ci mancherebbe. Ma chi osa discostarsi da questa linea viene immediatamente bollato come sostenitore del dittatore russo, oscurato nei suoi interventi, cacciato dalle televisioni, oggetto subito di attacchi personali e alla famiglia, scandagliato nella sua vita alla ricerca di occasioni di denigrazione, offeso sui social.


E’ un cattivo giornalismo, dicono gli estensori, perché coinvolge emotivamente e fa perdere di vista la complessità della situazione e quello che dovrebbe essere l’obbiettivo finale cioè la fine delle ostilità. Certo non possiamo non essere coinvolti dalle tremende immagini che provengono dalla cittadina di Bucha (e ci fanno sorridere, se non arrabbiare, le giustificazioni russe), ma una cosa è la partecipazione emotiva e il posizionamento di campo, una cosa è la calma, la prudenza e la conoscenza dei fatti necessari per far procedere la trattativa e per non far precipitare la situazione.


E sui giornali le notizie discordanti, come questa lettera sia pure così importante, per scelta del direttore non vengono pubblicate o sistemate in spazi ristretti senza dare loro pari importanza a quelle ritenute conformi alla linea editoriale della testata.


Una visione non troppo democratica di chi sceglie le notizie secondo un suo insindacabile criterio mettendo in risalto quelle che corrispondono alla sua idea e oscurando le altre. Ecco che da tutto questo nasce non solo l’idea ma anche il titolo della lettera e cioè un cattivo giornalismo, un giornalismo che dovrebbe essere sempre l’arma migliore di un paese democratico e che invece è vittima anch’esso, vittima eccellente, di questa guerra insensata e crudele.


C’è una strage, d’accordo, una barbarie con vittime civili inermi, bambini, donne violentate e poi uccise, alcune vittime con segni di tortura: normale invocare una commissione d’inchiesta internazionale che indaghi e scopra autori e mandanti della barbarie. La richiesta del segretario dell’Onu Guterres viene accolta con approvazione, quella del presidente dell’ANPI bollata come collaborazionismo con Mosca. Viene accusato di essere equidistante, addirittura putiniano, è costretto a difendersi e sopportare offese su molti giornali, il nostro compreso. Questo è il clima in cui viviamo, ecco il motivo della lettera degli inviati.


Ora guardiamo la seconda foto: sono soldati con a terra due bombe. Sulle bombe la stessa scritta in russo, del missile sulla stazione ferroviaria: per i bambini. Ma quello che guarda l’obbiettivo è un soldato ucraino. Forse uno del famoso battaglione Azov, il battaglione filonazista che dal 2004 in poi ha bombardato le città e i cittadini russofoni e russofili del Donbas in contrapposizione alle milizie indipendentiste, naturalmente finanziate e rifornite militarmente dai russi. Non lo sappiamo ma al tempo c’era già una guerra e dobbiamo saperlo per inquadrare correttamente la vicenda.


Ma la foto è reale o solo un fotomontaggio? Sembra del 2004 ma non possiamo saperlo con certezza, potrebbe essere reale ma anche una montatura russa per scaricare la colpa sugli ucraini! Perché oramai è diventato un assioma il detto che di sicuro nella guerra, in tutte le guerre, di sicuro ci sono solo i morti.


Per finire, e per non essere frainteso, sono contro Putin e la sua politica di massacro, non contro il popolo russo che ritengo ugualmente vittima, e sono emotivamente a fianco dei martoriati ucraini, delle donne e dei bambini in fuga, delle vittime di una guerra inutile e feroce.  Ma penso che la situazione sia più complessa di come appare e che chi può e deve muovere la fila per un accordo di pace debba necessariamente partire dalla conoscenza dei fatti e non farsi condizionare emotivamente dalle immagini di orrore che ogni giorno compaiono nelle nostre case.
 Ecco la lettera degli inviati di guerra.
 
La guerra di propaganda fa un’altra vittima eccellente: il giornalismo

 
Osservando le televisioni e leggendo i giornali che parlano della guerra in Ucraina ci siamo resi conto che qualcosa non funziona, che qualcosa si sta muovendo piuttosto male.


Noi siamo o siamo stati corrispondenti di guerra nei Paesi più disparati, siamo stati sotto le bombe, alcuni dei nostri colleghi e amici sono caduti durante i conflitti, eravamo vicini a gente dilaniate dalle esplosioni, abbiamo raccolto i feriti e assistito alla distruzione di città e villaggi. Abbiamo fotografato moltitudini in fuga, visto bambini straziati dalle mine antiuomo. Abbiamo recuperato foto di figli stipate nel portafogli di qualche soldato morto ammazzato. Qualcuno di noi è stato rapito, qualcun altro si è salvato a mala pena uscendo dalla sua auto qualche secondo prima che venisse disintegrata da una bomba. Ecco, noi la guerra l’abbiamo vista davvero e dal di dentro. Proprio per questo non ci piace come oggi viene rappresentato il conflitto in Ucraina, il primo di vasta portata dell’era web avanzata.


Siamo inondati di notizie ma nella rappresentazione mediatica i belligeranti vengono divisi acriticamente in buoni e cattivi. Anzi buonissimi e cattivissimi. Ma non è così. Dobbiamo renderci conto che la guerra muove interessi inconfessabili che si evita di rivelare al grande pubblico. Inondati di notizie, dicevamo, ma nessuno verifica queste notizie. I media hanno dato grande risalto alla strage nel teatro di Mariupol ma nessuno ha potuto accertare cosa sia realmente accaduto. Nei giorni successivi lo stesso sindaco della città ha dichiarato che era a conoscenza di una sola vittima. Altre fonti hanno parlato di due morti e di alcuni feriti. Ma la carneficina al teatro, data per certa dai media ha colpito l’opinione pubblica al cuore e allo stomaco.


La propaganda ha una sola vittima il giornalismo.


Chiariamo subito: qui nessuno sostiene che Vladimir Putin sia un agnellino mansueto. Lui è quello che ha scatenato la guerra e invaso brutalmente l’Ucraina. Lui è quello che ha lanciato missili provocando dolore e morte. Certo. Ma dobbiamo chiederci: ma è l’unico responsabile? I media ci continuano a proporre storie struggenti di dolore e morte che colpiscono in profondità l’opinione pubblica e la preparano a un’inevitabile corsa verso una pericolosissima corsa al riarmo. Per quel che riguarda l’Italia, a un aumento delle spese militari fino a raggiungere il 2 per cento del PIL. Un investimento di tale portata in costi militari comporterà inevitabilmente una contrazione delle spese destinate al welfare della popolazione.


L’emergenza guerra sembra ci abbia fatto accantonare i principi della tolleranza che dovrebbero informare le società liberaldemocratiche come le nostre. Viene accreditato soltanto un pensiero dominante e chi non la pensa in quel modo viene bollato come amico di Putin e quindi, in qualche modo, di essere corresponsabile dei massacri in Ucraina. Noi siamo solidali con l’Ucraina e il suo popolo, ma ci domandiamo perché e come è nata questa guerra. Non possiamo liquidare frettolosamente le motivazioni con una supposta pazzia di Putin. Notiamo purtroppo che manca nella maggior parte dei media (soprattutto nei più grandi e diffusi) un’analisi profonda su quello che sta succedendo e, soprattutto, sul perché è successo. Questo non perché si debba scagionare le Russia e il dittatore Vladimir Putin dalle loro responsabilità ma perché solo capendo e analizzando in profondità questa terribile guerra si può evitare che un conflitto di questo genere accada ancora in futuro.


Massimo Alberizzi ex Corriere della Sera

Remigio Benni ex Ansa

Giampaolo Cadalanu – Repubblica

Tony Capuozzo ex TG 5

Renzo Cianfanelli ex Panorama

Cristano Laruffa Fotoreporter

Alberto Negri ex Sole 24ore

Giovanni Porzio ex Panorama

Amedeo Ricucci – RAI

Claudia Svampa ex Il Tempo

Vanna Vannuccini – Ex Repubblica

Angela Virdò ex Ansa

 

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13/4/2022 - 13:18

AUTORE:
GigiDiTeglia

............. terminava con queste parole: ....... " I vecchi quando accarezzano hanno il timore di far troppo forte ". ......... I vecchi della politica di tutto il mondo, è conclamato, accarezzano i popoli lanciando missili e bombe sull'umanità. ....... A me non interessa il motivo e le ragioni per cui lo fanno perchè li considero solo pretesti. ........... In me si consolida la convinzione che l'essere umano, nessuno escluso, è la belva più feroce del Pianeta. .......... GigiDiTeglia

13/4/2022 - 12:15

AUTORE:
Edo

La lettera degli ex inviati di guerra non è stata scritta per giustificare l'operato di Putin, lo scrivono bello chiaro, per chi vuol leggerlo. Traccia, a parer mio, un modo furbesco di raccontare questo conflitto da parte di alcuni media legati ad interessi particolari. Prima di questa guerra ne abbiamo avute tante : Afghanistan, Iraq, Siria, Yemen ( ancora in corso da 7 anni), i Balcani. Ci svegliamo sempre tardi, finché la guerra ci bussa alla porta e ci dice in che mondo viviamo. Sono le carneficine o il nostro modo di vivere, messo in discussione, a sdegnarci ?
Le stragi c'erano anche prima, ma lontane...

12/4/2022 - 21:03

AUTORE:
Lettore della VdS

...mi sembrano disertori della vanga che tegameggiano!
La ricerca del perché non è roba da discuterne a veglia dopocena perché è cosa semplice.
Crusciov invade un cosiddetto stato satellite sol perchè voleva essere democratico e siccome "luilì" nel giugno del /61 in una nottata fece un muro "antiscappo" dalla dittatura e quell'invasione fu fatta come le altre da Breznev per lo stesso motivo: non dare libertà di scelta e di parola a chi voleva vivere libero di scegliere.
Ho letto forse anche su questo giornale che: vorrei vedere se il Messico si accordasse con la Russia come risponderebbero gli americani vedendo arrivare i missili a 36 metri dal loro confine.
1° ho letto (di persona più in la della Svizzera non son mai arrivato) che i missili NATO in Polonia o dove sono, sono missili intercettori NON MISSILI CON TESTATA ATOMICA.
2° i missili con testata atomica spediti da Crusciov a Cuba con la nave, non so se poi sono stati messi sulle rampe di lancio.
3° mi risulta che Kennedy saputo di questo fatto, non rase al suolo l'Avana e circondari, con stragi di civili come sta avvenendo al libero popolo ucraino.

...in ultimo questo staccia-buratta parolaio che è stato usato sia dalla presentazione che dalla lettera dei veterani inviati di ex guerre, è riprovevole; sono/siamo contro Putin però... della serie: io non sono razzista però...
E della serie bis: te mi hai ammazzato il gatto, li dopo la curva perchè andavi troppo forte con l'automobile ed io con il caterpillar ti butto giù la casa e schiaccio tutti, compreso il tuo cane che rincorreva il mio povero gatto che ho sotterrato sotto il pero; così impari.

Più seriamente: non sono i missili intercettori NATO a difesa di chi ha scelto liberamente la Democrazia, ma è la contaminazione democratica che da noia a chi fa le leggi ad onorem.
Ed il fatto che Putin e la Duma abbiano abbuiato il web per abbeverare i loro sudditi e di voler tenere in galera fino al 2037 chi manifesta contro la guerra fatta dalla federazione russa ad un altro stato e poi addirittura minacciare NOI che rispondiamo al loro grido di aiuto perché stanno affogando nel sangue è disumano e basta!
Mario Draghi rispondendo alla portavoce de Presidente Putin ha detto: ci dite che sono disumane le nostre sanzioni? disumana è la vostra guerra!

12/4/2022 - 18:48

AUTORE:
Lettore

Questa lettera è polemica e inconcludente. Perché quali che siano o siano state le ragioni di questa guerra, non ci può essere nessuna giustificazione allo sterminio di massa che si sta compiendo in Ucraina.