Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Ieri giovedì 14 aprile primo giorno di vacanza perle bambine ed i bambini delle scuole.
Mio nipote era al settimo cielo perché poteva sbizzarrirsi con me nelle scorribande in fosse, campi e stradelli dietro casa. Lui è una spugna di cognizioni naturalistiche che riceve a raffica, un ambientalista in erba ma duro e deciso, l’alter ego maschile di Greta.
In una fossa un poco più profonda c’era ancora abbastanza acqua da spingerlo a cercarvi una forma di vita e la scoperta di “miliardi” (come diceva lui) di girini lo ha prima affascinato e poi addolorato al pensiero che le bestioline sarebbero tutte morte appena la fossa si fosse asciutta.
Una corsa a casa a prendere un secchio e la pesca degli esserini scodinzolanti.
“Nonno, questi sono girini di raganelle, quella che cantano nella nostra siepe, non possono essere di rana perché mai visto una ranocchia da queste parti e nemmeno di rospi perché i nostri non si allontanano dal giardino, vero?”
“Nonno cosa mangiano? Quando metteranno le zampe e usciranno dall’acqua? Dove li mettiamo? Nella Storrigiana no perché ci sono i gamberi della Luisiana, nella Barra no perché ci sono i pesci gatto carnivori…li teniamo noi finché non avremo trovato un fosso sicuro!”
Un secchiello di acqua, una manciata di alghe filamentose e…o allora? Gli vuoi dir di no?
“Nonno, ora ho capito perché si chiamano girini e non ranocchini: perché non stanno mai fermi, girano sempre!”