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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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SOLO DOMANDE
di Trilussa

17/4/2022 - 10:37


Difficile non parlare di guerra in questo periodo della nostra vita. Noi anziani non ne abbiamo fortunatamente conosciuta nessuna che ci abbia riguardato in prima persona e pensavamo anche di non averne ormai più la possibilità. Non è che di guerre nel mondo non ce ne siano state, oppure non ce ne siano adesso, ma sono sempre state guerre lontane, che ci interessavano sì, come tutte le guerre, ma oltre ad un certo coinvolgimento emotivo ed una veloce e superficiale condanna non andavamo oltre.

 

Spesso i morti (quelli sì sono sicuri, quelli ci sono sempre) avevano anche caratteri somatici diversi dai nostri, altri costumi, altri ambienti, tutte cose che ce li facevano apparire lontani e che condizionavano ulteriormente la nostra vicinanza a quelle povere vittime. Solo ogni tanto un’immagine bucava lo schermo e ci colpiva facendoci capire la crudeltà della guerra; ricordo quel bambino pieno di polvere a sedere stupito sull’ambulanza nella guerra in Siria ma dopo una sincera e appassionata condanna di quella guerra tutto rientrava nella quotidianità.


Questa invece ci è vicina, eccome! È alle nostre porte, gli ucraini sono come noi, coinvolge tutta l’Europa, si corre anche il rischio di una brutta escalation che non sappiamo fino a dove può portare. Ma le opinioni non solo sulle cause, vicine e lontane del conflitto, ma anche sulle possibili soluzioni non sono mai state così distanti fra loro. E le tante domande dividono l’opinione pubblica ma sono destinate a rimanere senza risposta, contornate come sono da una serie infinita di pareri personali che servono più a confondere che a chiarire.


Come dice Orsini (sì, quello che appare spesso in tivù e che di solito viene subito aggredito verbalmente da chiunque altro sia nello studio) (oltre lui un altro dalle certezze da imporre a tutti i costi agli altri), quando siamo di fronte a così tante notizie, vere e/o false che siano, il nostro atteggiamento mentale comincia a lavorare in maniera binaria e non siamo cioè più in grado di cogliere le sfumature “siamo o filo-persiani o filo-americani perché non capiamo più le sfumature. Il cervello si spegne”, dice Orsini.


Se le sue tesi possono non piacere questa sua osservazione trova la sua conferma nella cattiveria con cui i social e i giornali stanno affrontando il caso del presidente ANPI a causa di quella che può sembrare una chiara contraddizione di termini. L’Associazione ha infatti condannato l’aggressione russa fin dal primo momento ma si è invece schierata contro l’invio di armi alla resistenza ucraina. Gli eredi della resistenza italiana che non vogliono aiutare la resistenza ucraina? Sembra un paradosso ma i contesti erano molto diversi e la domanda dimostra quanto le posizioni ideologiche possano essere dannose nel formulare giudizi e quanto i paragoni dovrebbero essere posti con maggior attenzione per non cadere nel tranello detto prima dei buoni e dei cattivi. Il sistema binario, appunto.


Perché la domanda rimane insoluta infatti se da un lato è giusto fornire ad un paese aggredito tutto l’aiuto possibile, e quindi anche armi per difendersi oltre aiuti umanitari, dall’altra il prolungarsi del conflitto non può che comportare maggiori stragi e incrementare il numero di morti.


E ancora: l’invio di armi più evolute da parte degli USA nelle prossime settimane in che maniera spingeranno il conflitto? E l’affondamento della nave russa (anche se un ferrovecchio come detto dagli esperti militari) per opera di missili antinave probabilmente per generosa concessione di Boris Johnson, che conseguenze potranno avere? Domande a cui nemmeno il massimo esperto di strategia bellica è in grado di rispondere.


E nel caso del dittatore russo qual ‘è effettivamente il suo grado di gradimento popolare? L’83% come dichiarato oppure il rilevamento è un altro dato farlocco per far capire come il popolo russo stia tutto al fianco del suo presidente? Certo che anche in Russia Internet esiste e chi vuole sapere può farlo e vedere le immagini reali di quella che al momento è passata da “operazione militare speciale” a “conflitto” e sta diventando più fedelmente “guerra”.


E Putin quando avrà conquistato il Donbas si accontenterà o vorrà arrivare fino a Odessa? E magari anche oltre, fino alla Moldova e la Transnistria? Oppure il suo obbiettivo è quello di conquistare tutta l’Ucraina per finalmente “denazificare e rieducare tutto il popolo ucraino?”


È sull’altro fronte il presidente Zelenky sembra deciso a lottare fino alla morte per l’integrità territoriale mentre Putin vuole il Donbas, o almeno questa è stato il pretesto per l’invasione. Due posizioni che al momento non sembrano conciliabili. Ma se il popolo russo sembra, almeno apparentemente, tutto con lo zar il popolo ucraino è veramente tutto con Zelensky? Non possiamo saperlo dalle fonti ufficiali perché in Ucraina le principali forze di opposizione sono state messe fuori legge e il principale oppositore è stato arrestato a Leopoli per altro tradimento e rischia 15 anni di galera.  E tutti gli uomini sotto i 60 anni sono veramente orgogliosi di difendere fino alla morte il loro paese? E quelli che scappano in Polonia di nascosto pagando fino a 15.000 euro per essere trasferiti? Altre domande senza risposta.


A Mariupol la principale resistenza militare ai russi è dovuta al battaglione Azov. Il battaglione Azov è una milizia ultranazionalista di ispirazione neonazista e che ha giustificato la definizione putiniana di denazificazione dell’Ucraina. Sono anche quelli che si sono macchiati di crimini contro la popolazione russofona del Donbas fino dal 2014 e che ora si ritrovano invece a difendere quelle stesse persone che hanno offeso. 

 

Perchè la guerra in quella terra è presente fino dal 2014, anno in cui trovò la morte anche un reporter italiano che stava documentando i conflitto. Si chiamava Andrea Rocchelli, aveva 30 anni e della sua morte fu accusato un soldato della milizia ucraina con passaporto italo-ucraino.


Neonazisti che difendono un principio fondamentale della democrazia? Sembra una palese contraddizione di termini ma la complessità della guerra è tale che i giudizi usati in condizione di pace qui sembrano non potersi più applicare.
Giuliano Ferrara invita senza incertezza a ringraziare il battaglione Azov per la loro eroica difesa della città di Mariupol, un po’ come nella seconda guerra mondiale quando il mondo libero ha dovuto ringraziare il dittatore Stalin per averci liberato dal dittatore Hitler, entrambi accusati di crimini contro l’umanità.
 
Le sanzioni economiche e finanziarie funzionano veramente? Fanno più male alla Russia o all’Europa? Serve accentuare i toni con armi e sanzioni invece di cercare di favorire un accordo? Son domande a cui è difficile rispondere e spesso la risposta è condizionata da posizioni ideologiche che rischiano di portare il giudizio ad una partita fra buoni e cattivi e non aiutano a cercare delle soluzioni al conflitto perché i contesti storici sono diversi e la propaganda di guerra sempre molto attiva e spesso fuorviante.


Bisogna anche dire che ultimamente si parla molto di guerra e poco di pace, la parola stessa è sempre meno usata. Biden non l’ha mai pronunciata nei suoi discorsi e vuol forse dire che agli Usa questa guerra non dispiace troppo perché indebolisce l’Europa come competitor economico? Perchè li paesi europei sono costretti a ridurre la richiesta delle loro fonti energetiche alla Russia a vantaggio forse del petrolio americano? Perché il conseguente aumento delle spese militari al 2% favorisce soprattutto l’industria bellica americana?


Un’altra domanda senza risposta come tutte le altre, le mille domande che pongono le guerre quando si accavallano immagini di morte e di operazioni militari, città distrutte e popolazione in fuga, atti di vandalismo e di crudeltà che facciamo fatica ad accettare come esseri umani.
 
L’unica cosa certa, oltre ai morti, è che il livello di intensità della guerra sta costantemente e pericolosamente aumentando mentre delle trattative di pace non se ne sente quasi più parlare. Speriamo ci siano, sotto traccia, perché di giorno in giorno vediamo aumentare il rischio di una spirale che non sappiamo dove potrà portarci.

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21/4/2022 - 19:16

AUTORE:
gio'

Si hai ragione! Ci sono diversi errori… di cui mi ero accorto e che volevo far eliminare con una errata corrige, ben sapendo che sarei stato bersagliato per questo dalle critiche di molti affezionati detrattori…

Poi ho considerato che era meglio soprassedere, per tutta una serie di ragioni….non ultima l'intenzione di provocare maggior vivacità e partecipazione.

Quella principale, che mi ha convinto all’inazione, è mostrare come quella che dovrebbe essere un’arena del pensiero, un agone del confronto dialettico, un’occasione di dialogo, un’opportunità per lo scambio delle idee, venga degradato al rango di osteria.

Un contatto prezioso e creativo di compenetrazione nelle altrui ragioni, capace di “contaminare” e arricchire il dibattito, evolvendone gli esiti per maggior vantaggio della speculazione ideale e per una composizione civile dei dissidi, ridotta a una rissa scomposta di colpi bassi, per colpire la persona, svalutandone il contributo in maniera indiretta.

Una potenziale verifica, conferma e messa a punto di comuni valori, ribadendo un’appartenenza e un’adesione a saldi principi peculiarmente associati ai vincoli di un afflato solidale e civile condiviso, trasformati in un ring, dove l’imperativo e la cifra degli interventi, sono mirati alla demolizione e ridimensionamento dell’ avversario, noncuranti delle sue argomentazioni.

Siccome non devo dimostrare nulla a nessuno e non ho ambizioni letterarie personali, intervenendo per il semplice gusto della polemica e per pura passione civile, non mi curo di questo genere di critiche, anche perché limitandosi alla forma e al metodo, trascurando volutamente il merito, tradiscono pochezza di argomenti e scarsa acutezza intellettuale.

21/4/2022 - 14:52

AUTORE:
Beppe Calesse

............ qui non ci sono maestri e scolari ........ ma solo scrivani e lettori. .......... Ora l'hai 'apito? ........... Beppe Calesse

21/4/2022 - 13:30

AUTORE:
Zarathustra

Il titolo "Les jeux son faites " contiene almeno due errori da matita blu, quindi, dopo un siffatto titolo pretendere che uno legga il seguito peraltro estremamente ed inutilmente prolisso è pura illusione...

20/4/2022 - 0:20

AUTORE:
vecchianese di s. Frediano

La prima cosa che ti insegnano a scuola è leggere, poi scrivere.
Le domande, quelle vengono dopo, quando incominci a crescere e a farti un'idea del mondo che ti circonda. Poi, certo, bisogna vedere in che mondo cresci e con quali persone. Certo se cresci in un mondo dove esistono solo certezze, difficile che vengono i dubbi. I dubbi fanno paura, mettono in discussione il nostro modo di pensare o di vivere, possono anche farci sentire soli o in colpa. Di solito è la sorte degli spiriti liberi, di chi prova a pensare, e se possibile ad agire, con la forza delle proprie idee e capacità. Cose che sono negate a chi ha bisogno di avere una guida, o un capo, che traccia loro il sentiero da seguire. Difficile perdersi, ma pure essere se stessi.
Ogni alba ha i suoi dubbi. (A.Merini)

19/4/2022 - 15:45

AUTORE:
GIO'

Vero è che per ricomporre un conflitto bisogna ascoltare le ragioni di entrambi i contendenti, e che senz’altro ognuno di loro abbia anche dei buoni argomenti.

È anche vero che i vari padrini a fianco delle parti, non siano esattamente dei buoni samaritani, e cerchino dei vantaggi esclusivi, per sé, con prospettive e scopi spesso INCOFFESSABILI, inconciliabili e opposti, appoggiandosi alla nobile causa della liberta ucraina, con intenti sordidi e non dichiarati….

Tuttavia non ci si può limitare ad osservare con algida indifferenza, o gretto egoistico tornaconto, ma anche sincera empatia fine a se stessa, il carnaio giornaliero, e il massacro sistematico di un intero popolo sofferente.

Più che le parole in questi frangenti, contano i fatti.
I comportamenti, le persone, le conseguenze….

Non è un mistero che tutti i dittatori, intorno ai vent’anni dalla presa del potere, hanno bisogno di una avventura bellica (ANDROPAUSA?) per rinsaldare il proprio consenso.

È Inoltre EVIDENTE chi sia il novello Salvatore della Patria.
L‘Uomo della provvidenza IN QUESTIONE, che reprime, incarcera, avvelena i pochi coraggiosi avversari, colpevoli di avere diverse opinioni-
Il gerarca populista che promuove. Incoraggia, sostiene un circolo di ladroni, in un cerchio magico di saccheggiatori delle risorse nozionali, cui garantisce impunità e vantaggi

Il manipolatore che IRRETISCE I SUDDITI CON scenografie Disneiane e cerimoniali di palazzo sontuosamente ingenui e favolistici.

Il monarca. Assoluto unico arbitro della verità, che detta alla stampa di regime, i testi, i termini, il grado di coinvolgimento, gli stessi toni da usare.
Decide cosa rivelare, cosa ignorare o nascondere. Cosa negare oppure sostenere negando persino evidenze acclarate.

Difficile non riconoscere che per la Russia, si tratti di un conflitto imperiale di aggressione, con implicazioni strategiche ed egemoniche, collegate al futuro rango di potenza in un ipotetico nuovo ordine mondiale.

Per rifiutare il presente declassamento a semplice potenza regionale, ed ambire a quello di protagonista futuro, ha bisogno, come già un suo precursore nostrano, di qualche migliaio di morti da far pesare sul tavolo della pace,

allora andò male e viste le attuali performances degli emuli, l’inquilino del Cremlino, dovrebbe impegnarsi di più a cercare vie d’uscita onorevoli

l’occidente invece dovrebbe offrirne, per non far diventare il gioco una roulette.... RUSSA!

18/4/2022 - 23:48

AUTORE:
Bruno della Baldinacca

...quando sale o scende di barca è di fare un saltello e non indugiare con un piede sulla terra ferma ed uno sulla barca.
1° la terra dice che gira ma per noi è impercettibile.
2° la barca come la tocchi si muove e la panciata in acqua è sicura se tieni il cosiddetto piede su due staffe.

Leggendo la Battigia di questa settimana invece ci scorgo un tre/piedi ed è come diceva mì pà, è come trovarsi tre palle al culo senza poi saper quale son le tua e subito il vecchianese di San Frediano ha colto la palla al balzo del ne-ne-per cascare sempre ritto?!?

Cosi come fai te un si va da punte parte mi diceva l'esperto Renzo del Baglini detto "palle nere" quando mi insegnava a lavorare.
Il pagliaio, i solchi non potevano essere considerati UGUALI gli storti e i diritti e dire si fa per fa; non va bene e basta!
Se qui si 'nvia a far come in TV invitando Orsini e Capranica per fare "odiens"...
Loro, le TV, hanno il sotto scopo di vendere pubblicità ed essendo lo strumento radio-televisivo lo possono fare perché è di tutti ma nei giornali è cosa mai vista!
Un giornale non può essere di tutti; farebbe ridere anche i polli leggere le ragioni di Burioni parimenti quelle di Montesano sulla stessa pagina.

Non ho mai letto per intero il Fatto Quotidiano di Travaglio (solo i titoli di testa passando) ma non credo che una, che sia una sola volta, li su quel giornale vengono spiegate le ragioni di Mario Draghi o di Matteo Renzi.

Mario Draghi riferisce di aver detto al Presidente della Federazione russa di avviare celermente le trattative di pace.
Risposta di Putin: questo lo decido io!

Solitamente quando iniziano le trattative di pace, cessano anche momentaneamente i bombardamenti, invece si intensificano a dismisura stragi di innocenti che alcuni chiamano genocidi visto le fosse comuni con relativi colpi di grazia alla nuca.
Ergo: uno stupro può essere anche architettato, ma che "uno" per incolpare un altro si dia una rivolverata alla nuca...

Basta, si è fatto tardi e poi come NON mi sono illuso di convincere un no vax...anche qui non la voglio far troppo palloccolosa.

18/4/2022 - 19:14

AUTORE:
vecchianese di s. Frediano

Caro Trilussa, le domande che lei si pone e che ci propone sono, anzi dovrebbero essere, il sale del dibattito su questa assurda guerra, come le altre prima di questa. Il problema è che porsi domande ti relega, secondo il pensiero unico in voga attualmente, a filo russo e filoputiniano, da lì non si scappa. E anche argomentare chi è l'invasore e chi è l'aggredito non basta, specialmente se poi cerchi di inquadrare il conflitto in un'ottica più specifica.
La verità, almeno come pare a me, è che sia più semplice seguire il gruppo che fermarsi a riflettere e cercare di capire i perché di questa guerra. E porsi la domanda sul perché non si parla più di trattative di pace, da nessuna delle due parti in causa, men che meno da chi osserva da lontano.

17/4/2022 - 12:41

AUTORE:
Cittadino del mondo e non pacifinto

....anzi chiebite.