Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Massimo Corevi, presidente dell’associazione Lungofiume, e Filippo Del Gratta, vicepresidente, complici e autori di uno spettacolo che parla di un eroe, orgoglio di Cascina: Comasco Comaschi.
“Un uomo chiamato Comasco” è un evento che racconta la storia di un giovane uomo di 27 anni ucciso in via del Fosso Vecchio con un colpo di rivoltella alla tempia da un gruppo fascista.
Eroe antifascista, capo degli anarchici cascinesi, maestro ebanista alla scuola d’Arte, fondatore della Pubblica Assistenza: troppo spesso vengono divisi questi aspetti della vita di Comasco, esaltandone uno e mettendo in ombra gli altri, ma la nostra sfida è quella di raccontare l’uomo, punto di unione di tutte queste sfaccettature della sua mentalità e del suo animo.
“Il nostro intento è parlare di Comasco uomo, una vita racchiusa tra la sua formazione, l’artista, il politico e il suo estremo sacrificio.” Dice Filippo Del Gratta. “Uno spettacolo sulla vita di un uomo non conta niente quando le parole rimangono parole, ma acquista grande valore quando finalmente ci si concentra sull’uomo e sugli ideali più che sulle notizie di cronaca, che pure sono fondamentali per comprendere.”
“Rievocare le scelte e le emozioni di una vita non grazie a un monologo, che proprio non si addice all’uomo a cui ci riferiamo, ma grazie alla sinergia di teatro e musica, di poesia e prosa, di voci e note.” Dice Massimo Corevi.
“Rimango qui, non ho fatto niente di male” era il pensiero di Comasco Comaschi quando gli consigliavano di andarsene per aver sfidato i fascisti: lui non se n’è andato, non ha lasciato i compagni.
I risultati sono davanti ai nostri occhi: i fascisti che lo hanno ucciso adesso sono morti, lui invece vive ancora, lui invece è rimasto qui, come aveva promesso.
Si capisce che l’omicidio raggiunse lo scopo solo se parliamo della vita di Comasco, ma non se parliamo dell’uomo, la cui umanità riecheggia ancora oggi: i giovani Affluenti di Lungofiume, udita questa eco, la mettono sul palco per tutti colori che vorranno e sapranno ascoltarla.
Nel corso della serata saranno letti alcuni brani, non scelti tra le carte del processo agli assassini di Comasco o tra le dichiarazioni di uomini e donne del suo ambiente (brani utilizzati, giustamente, spesso), ma attinti dal più ampio clima culturale, italiano e non solo, che esisteva e si evolveva in quegli anni.
Comasco è stato protagonista della sua vita e, come si addice ad ogni grande uomo, la sua esperienza è legata alle suggestioni artistiche di ogni tempo: non possiamo dire oltre, se non rinnovando l’invito a partecipare il 24 aprile alle 18.00 a questo spettacolo, che si terrà a Cascina alla casa di Lungofiume.
“Siamo felici di presentare questo progetto frutto di lavoro e passione” concludono in coro il presidente e il vicepresidente.