Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
In questi tempi di guerra in cui l’attenzione dovrebbe essere rivolta a quella sfortunata popolazione ucraina aggredita brutalmente dal dittatore sovietico, si parla molto della posizione dell’ANPI riguardo al conflitto. Ritorno sulla definizione di atteggiamento di tipo binario della nostra mente nei confronti di questa guerra di fronte alle moltissime notizie che ogni giorno ci forniscono i media accompagnate dai più svariati pareri di personaggi, più o meno qualificati, ma ognuno ben sicuro del proprio parere, della propria posizione.
Con questo tipo di atteggiamento, aggravato da un comprensibile coinvolgimento emotivo, si rischia di perdere la capacità di allontanarsi dalla scena, dalla brutalità delle immagini e delle notizie, per vederla da lontano e inquadrarla in un contesto più vasto.
C’è una curiosa parabola indiana dell’elefante per spiegare questo: https://it.wikipedia.org/wiki/I_ciechi_e_l%27elefante.
Succede come nelle foto quando si perdono i grigi e si vedono solo il bianco e il nero, dimenticando o volutamente escludendo i particolari, le sfumature e concentrandosi solo su un unico obbiettivo finale, quello di schierarsi apertamente da una parte e condannare tutto quello, e tutti quelli, che guardano la cosa con un occhio diverso.
Fino ad atteggiamenti sicuramente antidemocratici di denigrare ed offendere personaggi che osano fare distinzioni non gradite, anche se collocati dalla stessa parte di sostegno e solidarietà al popolo ucraino e di condanna della tremenda aggressione subita.
Così si sprecano sui giornali, compreso questo modesto giornalino online, a firma precisa, attacchi personali al Presidente Pagliarulo per la posizione nota dell’ANPI su questa guerra, da parte di personaggi che vanno a cercare nel suo passato quello che può giustificare l’ attacco diretto alla persona, anche l’ offesa, rimanendo vittime della loro stessa rigida posizione ideologica che non ammette mediazioni, non fa nascere nessun dubbio (il seme della democrazia!), che non da scampo all’avversario di turno, reo solo di avere una posizione non corrispondente alla loro. Condizionati, spesso, da pareri personali di alcuni che ritengono migliori di altri, in una contrapposizione assoluta che non lascia spazio alla mediazione ma che porta a posizioni radicali di pro e contro, bianco e nero, dentro o fuori.
O addirittura al “con me o contro di me” tipico del narcisismo patologico.
Perchè ci sono due strade. Ci si può calare nel conformismo del pensiero unico ed allora si può dire e scrivere cosa si vuole confortati dalle immagini crudeli che ogni giorno ci vengono proposte dagli inviati sul fronte di guerra. Immagini atroci che colpiscono tutti e inducono redattorucoli di provincia, ma anche giornalisti famosi e stimati ad attaccare tutti coloro che si permettono di metter un “ma” prima di esprimere il loro pensiero.
O invece cercare di capire le cause di quello che succede, di quello che si poteva fare per non farlo succedere, proporre nuove strade per trovare una soluzione che non può non partire dall’analisi degli atteggiamenti degli attori prima della guerra: Putin ma anche Biden, Unione Europea, Nato.
Per quanto riguarda il presidente Biden (troppo anziano e forse anche un po’ svanito) e l’America in genere devo dire di averne perso un po’ fiducia da quando Colin Power davanti al Congresso americano alzò una provetta piena di polvere bianca (farina? borotalco?) per giustificare la morte prossima di qualche decina di migliaia di iracheni, bambini compresi, per gli interessi americani sui pozzi petroliferi di quel paese.
Questi divergenti diventano paria, cacciati dalle televisioni dove, affermano i detrattori, sono ospitati non per esprimere le loro idee ma solo per fare audience, indicati tutti (basta una frase non allineata) come filoputiniani, filorussi ed equidistanti quando va bene, nonostante tutti si siano dichiarati apertamente e chiaramente a favore dell’invaso e contro l’invasore. E nel tritacarne ci vanno anche personaggi che fino a ieri, prima della guerra, venivano lodati e considerati benemeriti della società come Cecilia Strada, o ottimi giornalisti come Marco Tarquinio il direttore dell’Avanti (quotidiano cattolico), o Caracciolo il direttore di Limes e in forma più sfumata e rispettosa lo stesso Papa Francesco che si è espresso contro l’invio delle armi.
Qualche giornalista più intelligente e straordinario come Fabrizio Gatti si è per il momento salvato, ma stando bene attento alle parole e comunque raro ospite di trasmissioni televisive, campo di caccia riservato a Federico Rampini che nei confronti del direttore dell’Avanti Marco Tarquinio lo ha definito “fra i tanti che lavorano per Putin”. Credo non ci voglia una grandissima intelligenza per capire quanto questa frase non solo sia sbagliata ma possa rientrare tranquillamente nel novero delle cazzate.
E’ questo il clima che si respira e non è molto produttivo scrivere articoli e fare dibattiti su polemiche interne mentre tutta la nostra attenzione dovrebbe essere rivolta a trovare strade per incontri e colloqui di pace fra i due contendenti.
In questo triste scenario è uscito recentemente su MicroMega un lungo articolo diffamatorio nei confronti dell’ANPI a firma del suo direttore, Paolo Flores d’Arcais che proponeva, in seguito, un confronto faccia a faccia proprio con il presidente ANPI. Si unisce a molti altri articoli diffamatori, di personaggi famosi e anche meno come il sindaco di S.Anna di Stazema ospitato cortesemente sul nostro giornale, con frasi che dimostrano come sia facile schierarsi senza appello da una parte e catalogare senza appello quella avversaria.
Oltre ad una serie di accuse ed offese per rimarcare il concetto e favorire il disgusto per il Presidente l’articolo di MicroMega si apre con una foto doppia dove da una parte c’è una vittima della guerra e dall’altra il volto sorridente dello stesso Presidente. Dire fazioso mi sembra poco, direi disonorevole e cafone per chi usa l’immagine in maniera tanto diffamatoria. Per questo il comunicato della segreteria rifiuta la richiesta di confronto diretto (foto 1 e foto 2).
Non entro nel merito del giudizio sul presidente ANPI, su cui ognuno può dare il suo parere, e che, come dice Sabino Cassese, farebbe molto meglio a tacere, ma quello che colpisce è il livore e il tono che viene usato nei suoi confronti. Un segno evidente di come i toni siano troppo alti e si perda il senso della misura e del rispetto reciproco.
Finisco ribadendo, per evitare ogni equivoco sulla mia posizione riguardo a questa guerra, che non parteggio per Putin e mi sento a fianco della popolazione ucraina ma credo che la cosa sia molto più complessa di quello che appare e che viene quotidianamente proposto, che le immagini terribili di ogni giorno ci facciano perdere di vista l’obbiettivo finale, quello di un accordo che segni la fine della guerra.
Il presidente Zelenky continua a chiedere armi, capisco la sua posizione di aggredito che si vuole difendere, ma mi piacerebbe si sgolasse anche a chiedere più diplomazia e iniziative da parte di una UE piuttosto assente e che al momento si limita, oltre le armi, a decretare sanzioni che non sappiamo cosa facciano in Russia, ma sappiamo benissimo cosa stanno facendo alla nostra economia.
PS
Un articolo un po’ più lungo del solito ma essendo stato accusato di “avere poche idee e confuse” mi sono dilungato un po’ di più e me ne scuso coi lettori.