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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
Da due anni a questa parte si legge che Putin, ovvio, .....
È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
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Di Edoardo Fanucci
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Di Antonio Campo
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Da un'intervista a Maria Elena Boschi
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
da un articolo di Francesco Cundari, (a cura di Bruno Baglini red VdS)
COSA C’E’ ANCORA DA CAPIRE?

26/4/2022 - 14:31


COSA C’E’ ANCORA DA CAPIRE?

(da un articolo di Francesco Cundari)

In tanti ambigui discorsi sulla necessità della diplomazia e del compromesso sembra implicita l’idea che gli aggrediti abbiano sì diritto a difendersi, ma senza esagerare. Quali e quante città e villaggi abbiamo deciso che sono dunque sacrificabili?

Scriveva ieri sulla Stampa Anna Zafesova che dalle strade di Mosca è scomparso il cartello con l’indicazione per l’Hotel Ucraina, perché così non bisogna più chiamarlo; che dalle autorità è arrivata l’indicazione alla maggiore casa editrice specializzata in testi scolastici di nominare l’Ucraina il meno possibile nei manuali; che al posto di Ucraina, per le zone occupate, si torna a usare il nome di Novorossiya (Nuova Russia), da tempo caro ai separatisti; che deputati russi dicono che i territori ucraini occupati andranno a formare «il distretto federale della Crimea».

La domanda, per i teorici dell’estrema complessità della situazione e per tutti coloro che in questi due mesi hanno parlato senza mezzi termini di responsabilità della Nato, è semplicissima: cosa c’entra l’allargamento dell’alleanza atlantica con la scelta di cancellare il nome dell’Ucraina dai libri di scuola? Intenzioni e motivazioni degli aggressori sono sotto gli occhi di chiunque le voglia vedere. Gli orrori che ogni giorno di più emergono dalle zone occupate non lasciano spazio ad ambiguità. E invece le ambiguità si moltiplicano. E non mi riferisco solo alle modeste acrobazie verbali di Giuseppe Conte.

Tanti a sinistra continuano a formulare sottili distinguo, a ripetere che bisogna sì aiutare gli ucraini, ma bisogna farlo per spingerli a trattare e a trovare un compromesso, perché «l’Ucraina non deve diventare il terreno in cui si vuole battere la Russia», come ha ripetuto ieri Pier Luigi Bersani.

Ma come si possono fare questi discorsi dopo le atrocità di Bucha, dopo le fosse comuni di Mariupol, dopo aver visto intere città rase al suolo?Cosa significa, concretamente, dire che bisogna aiutare gli ucraini ma fino a un certo punto? Cosa significa dire che non bisogna pensare di sconfiggere la Russia? Quali e quante città e villaggi abbiamo deciso che sono dunque sacrificabili, che vanno consegnati nelle mani degli aguzzini di Bucha, quegli stessi macellai che Vladimir Putin non ha esitato a decorare pubblicamente, dando così un segnale inequivoco circa le sue intenzioni?

Cosa c’è ancora da capire?

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26/4/2022 - 15:05

AUTORE:
nando

Da capire ci sarebbe quello che lei, oltra a fare domande, propone. Non vorrei che fosse un teorico del "Armiamoci e partite "...