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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Comunicato ANPI - Pisa
Accadde a Pisa il 1° maggio del '43

27/4/2022 - 12:36

                         Accadde a Pisa il 1° maggio del '43
 
Il 19 aprile del 1923, sei mesi dopo la marcia su Roma, Mussolini abolì la Festa dei lavoratori.
Alla Scuola Normale Superiore gli allievi dovevano rientrare entro le 22. La sera del 30 aprile del '43, con la complicità di un assistente, tre ragazzi di vent'anni lasciarono una finestra socchiusa per poter rientrare quando volevano. La mattina del 1° maggio la città di Pisa si risvegliò tappezzata di scritte inneggianti alla democrazia, alla libertà ed ai diritti dei lavoratori. Nessuno seppe chi le avesse poste.
Il Direttore della Scuola Normale Superiore fece un'indagine sommaria e scoprì l'espediente per uscire e rientrare a tarda ora. I sospetti si concentrarono su tre ragazzi: Fernando Di Giulio, Francesco Pinardi, Carlo Smuraglia. Senza alcuna prova furono sospesi dalla Scuola.
Per non far sapere alle famiglie quello che era accaduto, vissero per mesi con mezzi di fortuna e con l'assistenza di alcuni compagni che gli fecero avere gli avanzi dei pasti della Scuola. Dopo l'8 settembre e la nascita della Repubblica di Salò, se ne andarono da Pisa.
Pinardi tornò a Torino e si collegò ai GAP. Fu scoperto e fucilato. Di Giulio si unì a un gruppo partigiano dell'Amiata, dove operò fino alla Liberazione. Dopo fu uno dei massimi dirigenti del P.C.I. Ebbe ruoli importanti nell'attività del Parlamento. Morì nel 1981.
Smuraglia tornò nelle Marche e si unì alla Resistenza. Dopo la liberazione di quel territorio, si arruolò come volontario nel Gruppo di combattimento “Cremona” che operò alle dipendenze operative dell'8a Armata britannica fino alla resa finale delle forze nazifasciste. Dopo tornò a Pisa e si laureò in Giurisprudenza. Avvocato, professore di Diritto del Lavoro, parlamentare, ha attraversato l'intera storia della Repubblica con ruoli di primo piano nel mondo accademico e nelle istituzioni. Dal 2011 al 2017 è stato alla guida dell'ANPI. Tuttora ne è Presidente emerito.
(Questa vicenda è stata raccontata da Carlo Smuraglia l'11 dicembre u.s., in occasione del convegno su Fernando Di Giulio organizzato a Santa Fiora a 40 anni dalla morte)
 
Bruno Possenti - Presidente provinciale ANPI Pisa
 
 
Pisa, 27 aprile 2022

-- ANPI PROVINCIALE PISAVia San Zeno, 356127 Pisa

Fonte: Bruno Possenti - Presidente provinciale ANPI Pisa
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