Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
"Ieri mentre leggevo un po’ dei vostri commenti sotto i miei post sulla pace ne ho trovati alcuni - pochi per la verità - che mi hanno lasciato di stucco.
Dicevano più o meno qualcosa come ‘ipocriti, dove eravate quando quando ci sono state le altre guerre, quelle degli Stati Uniti?’
Dove eravamo? In strada, a milioni.
Non riesco nemmeno a ricordare quante volte sono sceso in piazza per la pace!
Contro la guerra in Iraq, contro la guerra in Afghanistan e Kosovo, contro l’occupazione in Palestina, contro i bombardamenti sui curdi, contro gli attentati terroristici in Europa e negli Stati Uniti. E ancora, alla base militare di Camp Derby, a Sigonella, a Comiso, alla base di Vicenza contro l’ampliamento, per la liberazione delle due Simone, per la liberazione di Giuliana Sgrena, contro il barbaro assassinio di Rachel Corrie, perché fossero accolti i siriani, perché fossero accolti tutti coloro che scappano dalle guerre africane.
E mi sono steso sui binari per fermare treni carichi di armi, ho solidarizzato con i portuali di Genova quando fermavano le navi per la stessa ragione, ho preso posizione quando è toccato alla Libia, e ancora, ogni anno, ho camminato tra Perugia e Assisi contro tutte le guerre che insanguinano il pianeta.
Ho partecipato ad iniziative per il disarmo, per la riduzione delle spese militari, per la costruzione di un mondo multipolare, per la denuclearizzazione.
Ho preparato striscioni, scritto volantini, occupato università, esposto bandiere ai balconi e poi, più in là con gli anni, mi sono caricato il mio bambino sulle spalle perché potesse vedere i meravigliosi colori della pace sventolare sopra la folla.
Mi dispiace per chi non ha memoria.
Mi addolora che i media non raccontino e non spieghino, che riducano la grande storia del movimento pacifista italiano alla singolare opinione di alcuni intellettuali (quando va bene).
Ma io non ci sto.
La pace in questo paese è un popolo consapevole. Abbiamo storia, organizzazioni, teoria, esperienza e competenze accumulate in decenni.
Non diciamo slogan tanto per dirli.
Crediamo in quel che facciamo, con coerenza, senza accomodarci all’ombra di nessun opportunismo del momento.
Questa è la ricchezza più grande. Una ricchezza senza la quale questo paese sarebbe un posto cinico e inerme".
Nicola Fratoianni