Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
LA GUERRA PER PROCURA DI PUTIN ALL'OCCIDENTE.
Nikolaj Platonovic, Segretario del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa e uomo tra i più vicini a Putin, ci ricorda quale sia la vera motivazione della guerra russa e quale il suo obbiettivo strategico che va al di là dell’Ucraina: “La Russia ha scelto la via della piena tutela della propria sovranità, della ferma difesa degli interessi nazionali, dell’identità culturale e spirituale, dei valori tradizionali e della memoria storica. Gli europei hanno fatto una scelta diversa. Hanno adottato i così detti valori liberali, anche se in realtà si tratta del neoliberismo che promuove la priorità del privato sul pubblico, l’individualismo che sopprime l’amore per la Patria. Con tale dottrina l’Europa non ha futuro. Sarà costretta ad imparare di nuovo le lezioni non apprese”.
“Pertanto il risultato della politica dell’Occidente e del regime di Kiev da esso controllato non può che essere la disintegrazione dell’Ucraina in più Stati”.
Queste parole non sono una novità. Dopo il riavvicinamento tra Usa e Russia, avvenuto con l’accordo di Pratica di Mare nel 2002 (vedi foto) il voltafaccia di Putin si manifesta in modo chiaro già col discorso di Monaco nel febbraio 2007 e in modo ancora più brutale nella conferenza stampa di fine 2019, nella quale dichiara al mondo che “l’Ucraina indipendente e fuori dalla Federazione Russa non esiste” e l’Unione Europea è una “stupidaggine da cancellare” (sic).
Chi può ragionevolmente contestare che i paesi confinanti, reduci da decenni di dittatura sovietica e difronte a parole e atti di sfida aperta alla loro libertà, come le decine di milioni di tonnellate di armamenti e missili iperbarici a lunga gittata puntati contro l’Europa nell’enclave di Kaliningrad e in Transnistria, volessero sentirsi più sicuri nell’UE e sotto l’ombrello protettivo della Nato? Altro che egemonia Usa e provocazione dell’occidente.
Seguirà una nuova strategia di politica estera di Mosca, che rifiuterà di integrarsi in un nuovo sistema di sicurezza multipolare da costruire all’interno del G20, del quale la Russia faceva parte ed era chiamata a svolgere un ruolo da coprotagonista fin dal 2002.
Perché quel nuovo multipolarismo, secondo Mosca, sarebbe stato contrario agli interessi della Russia che non avrebbe mai accettato di seguire regole decise comunemente, ma solo le sue leggi.
Nasce così il nazionalsovranismo, dalle ceneri dello stalinismo, morto per consunzione ad opera degli stessi gruppi dirigenti del Pcus, prima ancora che per il decreto di insolvenza emesso dalla storia come atto definitivo del tradimento degli ideali socialisti.
E' lo stesso nazionalsovranismo che la Russia di Putin fomenterà in occidente reclutando alleati tra le forze politiche di destra e populiste antisistema, come la Lega, Fd’I e il M5S in Italia, o il FN di Le Pen in Francia. Arrivando anche a fare da sponda alle forze disgregatrici della democrazia in Usa, come la destra di Trump, che converge con Putin nell’attacco all’Unione Europea.
La Brexit e il depotenziamento della Nato sono due regali di Trump alla Russia, ai quali si aggiungeranno l’occhio di riguardo degli Usa e dell’Occidente al dilagare incontrastato dell’interventismo militare del Cremlino in Georgia, Siria, nel Mediterraneo e infine in Crimea e nel Donbass.
I nostalgici occidentali dell’Urss, che non hanno alcun orrore di se stessi nell’appoggiare le teorie neo fasciste e le pratiche neonaziste dei nazionalsovranisti di Putin, sono gli stessi che, negli anni ’70, accolsero malissimo le affermazioni di Enrico Berlinguer su “l’esaurimento della spinta propulsiva della rivoluzione d’ottobre” e soprattutto sul sentire l’Italia “più al sicuro sotto l’ombrello della Nato”. Ci fu battaglia, durissima e vera, nel Pci e mi onoro di averla fatta e vinta con Berlinguer insieme alla nuova generazione di militanti del Pci che credevano nel valore, assoluto e universale, della democrazia e in Italia nell’incontro con Aldo Moro e il popolarismo cristiano, spezzato dagli interessi conservatori, convergenti di Usa e Urss fermi a Yalta.
Oggi, in coerenza con quella affermazione, anche un Berlinguer svedese, finlandese o moldovo chiederebbe la protezione della Nato. Come considerare questa una provocazione dell’occidente?
Dunque i sedicenti pacifisti di obbedienza filorussa abbiano il coraggio politico di dirsi d’accordo con la teoria nazionalsovranista di Putin ben sintetizzata da Platonovic.
Fa impressione il loro disprezzo per i valori liberali e democratici delle società aperte che li hanno cresciuti e nelle quali possono esprimere e organizzare tutto il loro dissenso.
Putin da tempo ha dichiarato guerra all’Unione Europea, l’Ucraina per lui doveva essere solo l’inizio. Non sopporta che ci sia un modello di società aperta, più libera e prospera della sua, che considera un pessimo esempio per il suo popolo, al quale vuole dimostrare la punizione esemplare da dare all’Ucraina. Una lezione che vorrebbe dare anche a noi.
Dunque se perde l’Ucraina perdiamo anche noi e Putin in questo disegno imperialista può contare, nei nostri Paesi, sui suoi amici vecchi e nuovi. E’ questa la vera guerra per procura di Putin.
Nessun dorma.