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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
PRIMO MAGGIO FESTA DEL LAVORO

30/4/2022 - 8:05



              
Ma quando un gesto, una attività viene considerata un lavoro?
Se lavo i capelli a mia figlia faccio un lavoro? NO .
 se i capelli a mia figlia li lava la parrucchiera è un lavoro? SI.
 Se pulisco la casa in cui vive tutta la mia famiglia faccio un lavoro? NO.
 Se viene una COLF e pulisce la stessa casa, viene pagata, è assicurata, si costruisce una pensione è lavoro? SI
Ecco questa filastrocca può allungarsi all’infinito. Quasi tutto il fare delle donne all’interno della casa, della vita familiare non è vissuto come lavoro, è qualcosa che a loro si ritiene  spetti per natura.
 Ma non è così.
Da tanto le donne da sole o organizzate studiano, scrivono, esplorano l’immenso mondo del lavoro gratuito domestico delle donne.
 Ancora la capacità di capire che tutto l’agire è lavoro che sia riconosciuto o no remunerato o no stenta a diventare patrimonio comune.

 

Matilde Baroni 2022

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30/4/2022 - 18:47

AUTORE:
paola

Sono in pensione da appena 4 mesi e per la prima volta ho cercato la storia degli eventi che hanno portato a festeggiare il 1 maggio. Mi sorprende di aver dovuto aspettare così tanto tempo per focalizzare meglio il senso di questa festa che arrivava puntualmente ogni anno nella mia vita lavorativa.
Ammetto che la mia trascuratezza per nei confronti di questa data, adesso mi fa sentire quanto sia stata superficiale. Non ho scusanti però ero molto impegnata a superare tante difficoltà familiari e personali…
Ed ora mi posso chiedere: a che punto siamo con i nostri diritti di lavoratrici? e la precarietà del gentil sesso? esiste la sicurezza sui posti di lavoro per noi? quante di noi ancora disoccupate si accontentano di lavorare al nero senza contributi, senza ferie né pensione?
Questa fitta rete clandestina di professionalità taciute, di lavoretti arrangiati per racimolare qualche soldo, questo accontentarsi senza pretendere quello che ci spetta di diritto sembra ancora oggi una cosa naturale.
Visualizzo che intorno a me ci sono ancora donne che si vedono costrette a rinunciare al lavoro retribuito o alla carriera lavorativa perché non riescono ad organizzarsi con l’accudimento ai figli e alla famiglia. Questo carico sociale, economico e culturale è tutt’ora quasi tutto sulle spalle delle donne, di noi donne.
Tuttavia la storia, volendola conoscere ci parla anche di donne che sono riuscite a farsi carico anche dei problemi delle tante altre, con la loro volontà, i loro ideali, con il loro impegno politico e sociale.
Donne che riescono a lottare per i diritti e l’uguaglianza tra donne e uomini, rompendo quei tabù che necessari per trovare un nuovo equilibrio tra i generi e le generazioni.
Grazie a queste donne lodevoli oggi prendo consapevolezza e sono incoraggiata a festeggiare questo primo maggio 2022 con un senso di grande gratitudine verso tutte quelle lavoratrici e quei lavoratori che hanno spesa gran parte della loro vita per me.